Le strategie del poker Le strategie del poker

Consigli e strategie per vincere a poker

Il Poker non è un gioco che si basa solo sulla fortuna: avere un punto importante in mano aiuta, ma quello che conta davvero è sapere come sfruttare le proprie carte, le abitudini degli avversari, come puntare per ottenere il massimo da una buona mano e, perché no, come bluffare. Si tratta di un gioco che si basa molto sulla strategia e sulla psicologia: se a un tavolo reale si possono sfruttare le espressioni facciali e il linguaggio del corpo degli avversari, è altrettanto vero che in una lobby di Poker online si possono apprendere informazioni sugli altri giocatori attraverso lo studio del loro comportamento di puntata.

 

Vediamo quali sono le migliori strategie e i dettagli a cui abituare l’occhio per diventare migliori giocatori di Poker.

Le tipologie di giocatore

La prima cosa da imparare quando si parla di strategie e psicologia nel Poker, specialmente nel Texas Hold’em, è riconoscere le diverse tipologie di giocatore. Al tavolo, infatti, si possono trovare giocatori con comportamenti completamente diversi e riconoscere le caratteristiche mano dopo mano può dare un importante vantaggio nel corso della partita. Vediamo gli stili e tipologie di gioco che determinano i diversi profili di giocatore. Gli stili di gioco sono riassumibili in due variabili contrapposte: gioco aggressivo e gioco passivo.

Il gioco aggressivo è lo stile di chi tende a puntare e rilanciare spesso, evitando il check il più possibile, anche in posizioni del tavolo che lo permetterebbero. Al contrario, lo stile di gioco passivo è più legato a un maggior uso del “Call” e del “Check”, con un raro utilizzo del raise.

Le tipologie di gioco, similmente agli stili, variano su due poli: la tipologia di gioco chiuso (Tight) e il gioco aperto (Loose). Chi gioca in modo Tight”, tenderà a giocare un numero limitato di mani nella fase Pre-Flop, provando ad avanzare nella mano solo se le carte iniziali sono soddisfacenti. Al contrario, chi gioca “Loose” tende a partecipare a più mani per poter vedere le carte comunitarie, almeno nel Flop. Questa prima distinzione ci permette di riconoscere 4 diversi tipi di giocatori di Poker.

 

  • Giocatori Tight-Aggressive: questo tipo di giocatore seleziona con cura le mani da giocare in pre-flop, scartando quelle non abbastanza soddisfacenti, ma quando hanno delle hole cards valide tendono a giocare in modo molto aggressivo, non disdegnando bet importanti e raise. Fare attenzione alle prime mani di gioco è utile per individuare questi giocatori, detti anche “Shark” o “TAG” dall’acronimo inglese.

     

  • Giocatori Loose Aggressive: questo tipo di giocatore è uno dei più imprevedibili, in quanto tende a giocare un numero di mani notevole e con bet aggressivi.

 

  • Giocatori Tight-Passive: il giocatore passivo tende a giocare solo le mani in cui si sente sicuro di avere un buon punto e si limita al check e al call. Questo tipo di giocatore, se prosegue a lungo con la stessa strategia viene anche chiamato “Rock”, proprio per la fermezza con la quale si aggrappa alle mani con buone carte. Alla lunga può soffrire e uno dei rischi è quello di non approfittare abbastanza di mani buone limitandosi a Check e Call anche quando potrebbe azzardare Raise che aumenterebbero la vincita.

     

  • Giocatori Loose-Passive: questo tipo di giocatore è spesso inesperto, prende parte a molte mani senza avere però un vero controllo del gioco. Più che di una vera e propria strategia, si tratta di un modo per adattarsi al tavolo.

     

Esistono altri due tipi di giocatori che possono essere incontrati al tavolo:

  • Calling Station: come può far intuire il nome, è un tipo di giocatore che entra in molte mani, facendo spesso Call, anche solo per la curiosità di vedere le carte comunitarie, al rischio di arrivare allo Showdown con mani basse.

     

  • Maniac: si tratta di un giocatore particolarmente aggressivo, senza una vera e propria strategia se non quella di entrare in molte mani e abusare del raise senza un vero e proprio piano. Alla lunga, questo tipo di giocatore tende a soffrire.

I consigli di base

Abbiamo visto i tipi di giocatore, ma questo basta per essere buoni giocatori di Poker? Certamente è un buon punto di partenza, ma non basta. Vediamo qualche altro consiglio di base per provare a migliorare nel gioco del Poker.

Studia i tuoi avversari

ocatore se poi non li sappiamo riconoscere? Non molto. Per questo motivo, impara a memorizzare o a prendere appunti sui tuoi avversari. Come si comportano? In quante mani entrano? Quando lo fanno, tendono a mantenere lo stesso bet o rialzano spesso? Se sono arrivati allo Showdown, cosa avevano in mano? Era una mano buona in partenza o il loro punto si è sviluppato solo grazie alle carte in comune? Più ti abitui a fare caso e memorizzare questi comportamenti, più imparerai a riconoscere i vari tipi di giocatore nel giro di poche mani e questo rappresenterà un incredibile vantaggio durante la partita. Un altro consiglio: non distrarti! Può capitare, infatti, che durante la partita, specie nelle mani da cui sei uscito, sia automatico distogliere l’attenzione, ma ricorda: imparerai molte più cose dei tuoi avversari durante le mani che non stai giocando, che in quelle nelle quali sei attivo e stai investendo le tue fiches.

Sii paziente

Questo è il consiglio d’oro, specialmente per i principianti. Il Poker, in particolare le versioni con carte comunitarie, richiede molta conoscenza del gioco, delle probabilità e delle strategie da utilizzare. Sii paziente durante le partite, osserva e, se vuoi imparare bene, non mollare. È molto probabile, infatti, che dopo aver valutato le varie tipologie di giocatore, tu voglia scegliere una strategia, ma che durante la partita ti trovi a giocare in modo diverso. Non preoccuparti, è normale all’inizio, l’importante è avere pazienza e ragionare tanto sulle mosse degli avversari che sui tuoi errori nelle mani precedenti. Hai fatto un raise troppo alto quando avevi una “mano monstre” e gli altri giocatori si sono spaventati? La prossima volta bilancerai meglio la puntata. Hai lasciato una mano pur avendo delle hole cards che alla fine avrebbero portato alla vittoria? Imparerai quali mani difendere e quali mani lasciare. Cerca di imparare da ogni partita, da ogni mano e non tentare tecniche avanzate prima di aver imparato le strategie di base.

Il bluff

Una tecnica importante nel Poker è quella del bluff. Il bluff è il tentativo di indurre l’avversario a pensare che si abbia una mano migliore di quella che realmente si ha. Non si tratta di mentire in modo diretto, piuttosto di puntare in un modo che porti gli altri giocatori a dubitare della propria mano. Esistono tre diversi tipi di bluff:

Bluff puro – il bluff puro è quel bluff che si fa quando si è consapevoli che con le carte che si hanno, qualora i giocatori non cadano nell’inganno, la mano sarà persa. Quindi è una mossa particolarmente aggressive, che paga solo se gli altri giocatori credono nel bluff.

 

Semibluff – in questo caso la mano di partenza non è così pessima, quindi il tentativo è quello di spaventare gli altri giocatori a non continuare. È spesso una mossa di protezione di un progetto di punto, come ad esempio una scala parziale.

 

Bluff passivo – conosciuto anche come “Slow Play”, è l’esatto opposto del Bluff puro. Questa tecnica ha lo scopo di “nascondere” una mano forte evitando rialzi importanti per far sì che più giocatori puntino e arrivare alla fine a un piatto di maggior valore.

Quando usare il bluff

Per prima cosa è importante sottolineare che il bluff è una tecnica che andrebbe usata solo quando si conosce bene il gioco, le probabilità e l’esatto utilizzo di bet e raise. Bluffare quando non si padroneggiano questi concetti può rivelarsi vincente in un caso fortunato, ma il più delle volte può portarvi a perdere gran parte delle vostre fiches di fronte a giocatori più esperti. Vista questa regola di base, quali sono i consigli per un bluff vincente? Per prima cosa, è importante capire contro chi bluffare e contro chi evitare assolutamente di farlo. Questo si lega a ciò che abbiamo visto prima, ovvero conoscere i propri avversari. Se di fronte abbiamo un giocatore loose, ovvero un giocatore che tenderà ad entrare in diverse mani indipendentemente dalle sue carte iniziali, un bluff in fase di Pre Flop sarà particolarmente rischioso. Al contrario, i giocatori Tight sono più adatti per tentare un bluff, poiché non rischieranno le loro fiches se non avranno abbastanza fiducia nelle proprie carte. Un altro aspetto da considerare quando si vuole bluffare (e non solo), è la posizione al tavolo. Ci sono posizioni più utili di altre, ad esempio, se si è gli ultimi a parlare, si ha la possibilità di vedere come si sono comportati gli altri. Se alcuni giocatori hanno foldato e gli altri hanno fatto check, potrebbe essere un buon momento per tentare un bluff (specialmente se chi ha fatto check si è rivelato un giocatore tight durante la partita). Ultimo aspetto, non strafare! Andare con un bet o un raise spropositato, potrebbe sì spaventare alcuni giocatori, ma i più esperti potrebbero riconoscere facilmente il tentativo di bluff e venire a vedere.

Usare il Fold correttamente

Nel Poker è fondamentale saper usare il Fold in modo corretto. Questo ci permette di non perdere fiches inutilmente e poter investire in mani più sicure. Una prima nozione da tenere in considerazione è la valutazione del numero di partecipanti al tavolo. Se ad esempio siamo in un tavolo da 9 persone e siamo in Pre-Flop, c’è la possibilità che anche due carte dello stesso seme ma non in sequenza, siano una mano facilmente battibile da uno degli altri 8 partecipanti, quindi in questa situazione di svantaggio può essere una buona idea foldare (a meno di non essere in posizione di Small Blind) invece che perseguire il tentativo di colore. Di fatto il consiglio è quello, almeno in Pre Flop, di adottare una strategia Tight, specie in tavoli numerosi.

 

Per quanto riguarda le fasi successive al Flop, alcuni esempi di quando può essere utile foldare:

  • Dopo essere entrati al Flop, abbiamo incontrato la resistenza di uno o più giocatori e la nostra mano è rallentata (per esempio partendo con due Jack pre-flop e trovandosi ora con un Asso e un Re al centro al Turn, con l’alta probabilità che qualcuno degli avversari possa avere come minimo una coppia maggiore della nostra).

     

  • Oppure, dopo aver chiamato un rilancio avversario, ma l’avversario effettua un continuation bet e la nostra mano non è sufficiente per rischiare.

Strategia Check-Raise

Il Check Raise è una mossa particolarmente forte per un giocatore fuori posizione in un tavolo di Poker Texas Hold’em, ma anche molto difficile da gestire. Si tratta dell’atto di controllare sul flop, sul turn o sul river con lo scopo di rilanciare contro qualsiasi puntata. Il Check Raise può essere utilizzato per mostrare forza quando si vuole che l’avversario foldi (per esempio nel caso di bluff) o quando si vuole proteggere una mano forte ma vulnerabile. Il Check Raise, inoltre, è utilizzato per ingrandire il pot nel caso si è sicuri che la nostra mano possa battere quella dell’avversario.

L’isolation Play

Un’ultima tecnica che vale la pena conoscere per affrontare un tavolo di Poker è l’isolation Play. Si considera isolation Play una mossa che tende a far foldare il maggior numero di giocatori possibile in una mano per aumentare le chances di vittoria. Una tecnica di isolation Play può essere un contro-rilancio su un giocatore che ha già effettuato un bet. Ma quando può essere utile muoversi in questo modo? In primis può essere utile isolare i giocatori short, ossia quei giocatori rimasti con meno Fiches. Immaginiamo di avere un giocatore al tavolo che è rimasto con uno stack valido per ancora 5 Big Blind. Se siamo in posizione di cutoff (la posizione alla destra del bottone) e abbiamo una buona mano ha senso fare un contro-rilancio. Se facessimo solo call, avremmo contro sicuramente Small e Big Blind, che entrerebbero nella mano senza neanche pensarci (hanno già investito delle fiches). Se invece facciamo un contro rilancio, loro potrebbero tentennare e foldare, mentre il giocatore short potrebbe vedere un’ottima possibilità per rientrare in partita. In questo modo, avremmo indotto alcuni giocatori a foldare (isolation Play), cercando di rimanere a tu per tu con giocatori che possiamo controllare facilmente.

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