Rocky Balboa: la storia vera dietro il film
Se nomini “Rocky”, tutti (o quasi) sanno di cosa si sta parlando: di pugilato, di Philadelphia, di Sylvester Stallone. Di un film memorabile che ha scritto la storia del cinema sportivo e non solo. Di una storia incredibile, raccontata in maniera magistrale e con una gestazione particolare.
Rocky, uscito nel 1976, ha subito ottenuto un successo incredibile: vincitore di 3 premi Oscar, tra cui quello di miglior film, ha incassato più di 22 milioni di dollari a fronte di un solo milione di investimento per la realizzazione della pellicola (negli anni a venire, gli incassi hanno superato i tre miliardi). Tra l’altro, è stato il primo vero film di Stallone, che grazie a Rocky è diventato famoso in tutto il mondo, entrando per sempre nella Hall of Fame di Hollywood.
Il film ha avuto anche diversi altri sequel, fino ad arrivare al moderno Creed, che racconta la storia del figlio del famoso Apollo Creed. Facciamo prima un passo indietro, però: di cosa parla Rocky? Di seguito, la trama del film, che tra l’altro è ispirato ad una storia vera…
Rocky, la trama del film con Stallone
Rocky è un film sportivo, sì, ma sarebbe riduttivo definirlo tale. Quella che viene raccontata è soprattutto la storia di redenzione del protagonista, Rocky Balboa. All’inizio non è altro che un “bum”, ossia un bulletto di periferia, che di lavoro va a riscuotere soldi per uno strozzino locale. Ogni tanto Rocky si diletta in qualche incontro di pugilato minore, anche se da “southpaw” (mancino) viene scartato perché mette troppo in difficoltà i destrorsi.
In realtà Rocky si sente tradito dalla vita, fa fatica a racimolare denaro, cerca la redenzione solo attraverso l’amore per Adriana, che va a trovare ogni giorno nel negozio di animali dove prende il mangime per le sue tartarughe.
La grossa opportunità arriva inaspettata, in un giorno qualunque: il mitico Apollo Creed, campione dei pesi massimi, è a Philadelphia e il suo sfidante non può più prendere parte all’incontro. Il campione però sa che “the show must go on” e allora pensa di far vivere il sogno americano a uno sconosciuto di zona: sceglie “The Italian Stallion” perché ispirato dal soprannome. Sceglie Rocky Balboa.
Da lì parte la storia di redenzione di Rocky, che si prepara per la sfida, la affronta, rinasce, comincia una nuova vita, mentre in sottofondo risuona la canzone diventata ormai celebre.
Gonna fly now!
Rocky, la storia vera dietro il film: chi era Chuck Wepner
Se la trama di Rocky è conosciutissima, forse non tutti sanno che il film è ispirato ad una storia vera. Sylvester Stallone, che ha scritto e interpretato il film, prima di Rocky non navigava in belle acque (come il suo protagonista). Cercava un modo per affermarsi nel mondo del cinema e l’aiuto è arrivato proprio dal mondo della boxe.
La sera del 24 marzo del 1975, Stallone era tra il pubblico mentre sul ring si affrontavano il campione Muhammad Ali e Chuck Wepner. Quest’ultimo era un pugile “minore”, che alle spalle aveva una discreta carriera, sì, ma niente a che vedere con quella del suo avversario. Wepner era conosciuto come “il sanguinante di Bayonne”: aveva ricevuto tantissimi colpi nel corso degli incontri disputati, tanto da sfiorare il record assoluto di punti di sutura (329 in carriera, secondo solo a Vito Antuofermo con 359).
Chuck Wepner ricevette così tanti colpi proprio perché era solito restare sempre in piedi: la sua straordinaria resistenza aveva attirato le attenzioni del manager Don King, il quale organizzò di conseguenza la sfida contro Ali. L’esito era scontato, il confronto tra i due era impietoso: un campione di livello assoluto contro un semi-sconosciuto. E invece.
Alla fine Wepner perse sì l’incontro, ma trascinò il match fino alla 15esima ripresa, resando in piedi e mettendo più volte in difficoltà Muhammad Ali.
In 1975, Muhammad Ali fought a no named ex Marine brawler named Chuck Wepner. This fight was an afterthought for Ali. But Wepner knocked Ali down to the shock of everyone but Ali won the fight. This fight was the inspiration to a movie called “Rocky” pic.twitter.com/nCxwGezPQX
— Sports Days Past (@SportsDaysPast) May 9, 2019
Stallone quella sera rimase stregato dalla tenacia dell’underdog: nei tre giorni seguenti si chiuse in casa e scrisse di getto la sceneggiatura di Rocky. Alla fine riuscì a farsi finanziare il film e, rinunciando a parecchi soldi, si impose per interpretare il ruolo del protagonista. Mossa azzeccata: ad oggi Rocky è uno dei film più famosi di sempre.
Chuck Wepner e il rapporto con Rocky
A Chuck Wepner è piaciuto “Rocky”? Il film forse sì, ma l’ex pugile ha avuto più di qualcosa da ridire, in seguito. Stallone andò da lui proponendogli una percentuale sugli incassi, ma Wepner non credette molto nella pellicola: accettò solo una piccola somma di denaro e a posto così, salvo poi tornare alla carica dopo il successo clamoroso del film. Si arrivò agli avvocati, ma ad oggi nessun giudice ha dato ragione a Wepner.
La vera storia di Wepner raccontata in un (altro) film e altre curiosità
Nel 2017 è uscito “The Bleeder”, diretto da Philippe Falardeau. Il film racconta la vera storia di Chuck Wepner, il ruolo del protagonista è stato affidato a Liev Schreiber. La pellicola è stata accolta piuttosto bene dalla critica, anche se ovviamente non ha raggiunto il successo di Rocky. Ancora per molti anni, è difficile che un altro film sul pugilato possa eguagliare i record e il livello di iconicità del film con protagonista Sylvester Stallone.
Anche perché il franchise sta andando avanti con Creed: di recente è uscito al cinema il terzo capitolo della saga con protagonista Michael Bakari Jordan.
Ultima curiosità: Stallone ha interpretato anche il pugile in pensione Henry "Razor" Sharp nella commedia sportiva “Il grande match” del 2013, dove ha sfidato sul ring l’altro pensionato Billy "The Kid" McDonnen, interpretato da Robert De Niro.