A seconda del proprio ruolo, i sogni di una giocatrice o di un giocatore di volley sono quasi sempre entusiasmanti: schiacciare una veloce vincente all’ultimo secondo, oppure effettuare un salvataggio miracoloso sul set point avversario. Chiunque, però, voglia effettuare questi gesti tecnici deve prima avere delle conoscenze pregresse ben consolidate: i fondamentali della pallavolo. Ma quali sono e in che modo aiutano a diventare dei bravi pallavolisti? Scopriamolo. 



I fondamentali della pallavolo: l’elenco



Innanzitutto, cosa sono i fondamentali della pallavolo? Sono le tecniche essenziali che ogni pallavolista dovrebbe conoscere per poter competere. Parliamo di giocate basilari che permettono a una partita di poter essere disputata normalmente. Nel volley questi fondamentali sono principalmente cinque. 



  • Bagher
  • Palleggio
  • Attacco
  • Servizio
  • Muro



Il primo fondamentale: il bagher



Il bagher nasce come tecnica di salvataggio: si fa tenendo le braccia tese e unite sotto il pallone, con le gambe piegate e le spalle chiuse. Con il passare degli anni, però, quest’azione si è evoluta diventando gradualmente anche un passaggio e non più solo un metodo per respingere gli attacchi avversari. I primi a utilizzarlo nella storia sono stati i cecoslovacchi. Il movimento a scavatrice che si fa con le braccia ha definito il nome della tecnica. 



Passare: il palleggio



Un’azione di pallavolo ben eseguita prevede tre step: la ricezione con il bagher, il passaggio per lo schiacciatore e poi l’attacco. Viene da sé che quindi il palleggio sia uno dei fondamentali più importanti per la buona riuscita di un punto. Parliamo del gesto che un pallavolista deve fare a metà azione, il secondo tocco. Da questo dipende la qualità che avrà la schiacciata: una buona alzata, infatti, è un palleggio riuscito con i tempi giusti. 



L’alzatore o l’alzatrice, quando ricevono il pallone, hanno diverse soluzioni davanti a loro: alzare morbidamente il pallone a uno schiacciatore, passare una palla tesa per fare una veloce oppure compiere un attacco di seconda che, generalmente, può spiazzare la difesa avversaria. 



Concludere: l’attacco



Per concludere una classica azione della pallavolo, dopo la ricezione con bagher e l’alzata di un palleggiatore, c’è l’attacco. Quest’ultimo può essere effettuato in diverse modalità: c’è la classica schiacciata, il pallonetto, il tiro piazzato oppure la smorzata. La prima è una delle conclusioni più efficaci nel volley: è un tiro veloce e potente, che solo un buon muro o un ottimo libero possono deviare. Il pallonetto, invece, è un colpo insidioso che vuole sorprendere una difesa ben piazzata (si effettua generalmente a una mano). Poi c’è il tiro piazzato, ossia un lancio a due mani che manda la palla direttamente nella zona di campo meno coperta dagli avversari, e poi la smorzata: un tiro che parte come il pallonetto, ma che ha una rapida discesa verso il suolo, senza effettuare una morbida parabola. 



Cominciare l’azione: il servizio



Un’azione di gioco viene iniziata dal battitore che va al servizio. Questo si effettua dietro la linea di fondo del campo. Il pallone va giocato entro 8 secondi dal fischio dell’arbitro e si può colpire con una sola mano (o con il braccio) attraverso varie modalità: in sicurezza, dall’alto o in salto. La prima soluzione è quella che prevede una battuta fatta con un movimento della mano che va dal basso verso l’altro, mentre l’altra tiene ferma il pallone; la seconda, invece, al contrario si effettua alzando il pallone e andando a colpire con la mano dall’alto verso il basso. 



Infine, c’è il servizio in salto: uno dei più efficaci ma, al tempo stesso, tra i più difficili da realizzare. Un pallavolista, con questo tipo di battuta, può effettuare dei tiri veloci eseguendo lo stesso movimento che si fa prima di andare a colpire il pallone per una schiacciata. Da questo tiro nascono la maggior parte degli ace: servizi da record che permettono di fare punto direttamente



Difendere: il muro



Infine, per difendere un tiro, c’è il muro: una barriera umana fatta di mani e braccia che si va a contrapporre in salto al tiro della squadra avversaria (solitamente si tratta della schiacciata). Il muro può essere eseguito da tre persone, da due o solamente da una. Quando, invece, la difesa sbaglia e nessuno va a murare si parla di muro a zero.