Se dovessimo individuare una figura di spicco nel movimento paralimpico italiano, non faticheremmo a indicare Bebe Vio. La schermitrice veneta, plurititolata a livello mondiale, è uno dei simboli sia per le sue qualità tecniche, che per lo spirito combattivo manifestato anche nei momenti più difficili della propria vita.

 

L’azzurra sarà protagonista anche dei prossimi Giochi Paralimpici, che inizieranno il 28 agosto a Parigi. In questa occasione, assieme ad altri colleghi italiani e non, ha lanciato la campagna “Noi non partecipiamo, gareggiamo”. L’obiettivo è di sensibilizzare il pubblico e far capire, attraverso un uso corretto del linguaggio, che l’ambizione e la competitività degli atleti paralimpici è equivalente a quella di coloro che partecipano alle Olimpiadi. Andiamo a scoprire tutto sulla storia e la carriera sportiva di Bebe Vio.

 

La storia di Bebe Vio

 

Bebe Vio, all’anagrafe Beatrice Maria Adelaide Marzia Vio Grandis, è nata a Venezia il 4 marzo del 1997. Cresciuta a Mogliano Veneto, è la seconda di tre fratelli e si avvicina alla scherma fin dall’età di 6 anni iniziando a tirare di fioretto. Da bambina, infatti, si dimostra subito una bambina molto attiva e piena di interessi nello sport e non solo.

 

Il 20 novembre del 2008 viene colpita da una meningite fulminante da meningococco di gruppo C, che le causa una estesa infezione e danni in tutto il corpo. La bambina, di appena undici anni, viene salvata ma è costretta a ricorrere all’amputazione di tutti e quattro gli arti. Ricoverata in ospedale per oltre tre mesi, ma quando viene dimessa cerca subito di tornare alla vita normale: rientra ben presto a scuola e avvia un processo di riabilitazione motoria per provare a riprendere anche a tirare di scherma. “A fine 2009, a Roma, mi dissero che era impossibile – ha raccontato in un’intervista – Ma io non volevo rinunciare ai miei sogni e alla mia passione. Volevo ripartire assolutamente e sfidare ciò che tutti loro ritenevano che fosse impossibile”.

 

Il ritorno in pedana

 

Dopo un lungo processo di riabilitazione, Bebe Vio riesce a riprendere a tirare di scherma, grazie a un particolare tipo di protesi. Un risultato che fu frutto del lavoro portato avanti dal Centro Protesi dell’Inail di Budrio, con la consulenza del CIP, che diede il via al progetto Art4sport. Nel 2010, a maggio, dopo un lungo percorso preparatorio, disputa la sua prima gara ufficiale a Bologna sotto la guida delle sue allenatrici storiche Federica Berton e Alice Esposito, che la seguvano fin da prima della malattia. Il talento e la voglia di emergere si vedono fin dalle prime uscite e così Bebe Vio nel 2011 si laurea campionessa italiana tra gli Under 20, per poi compiere il salto di qualità nel 2012 e nel 2013, quando diventa campionessa italiana assoluta.

 

La carriera di Bebe Vio nella scherma

 

Con le prime vittorie conseguite, la storia di Bebe Vio inizia a fare il giro dell’Italia. Nel 2012, in occasione dei Giochi Olimpici di Londra, viene scelta come teodofora a furor di popolo, malgrado non avesse ancora l’età per partecipare ai Giochi. Negli anni seguenti inizia a ottenere risultati rilevanti: conquista gare in coppa del Mondo e nel giugno 2014 vince il primo titolo europeo di fioretto individuale ai campionati di Strasburgo, mentre due mesi dopo diventa campionessa mondiale tra gli Under 18. Il titolo mondiale assoluto sembra essere questione di tempo e, infatti, arriva il 19 settembre 2015 ai mondiali di Eger, in Ungheria.

 

Bebe Vio continua a inanellare successi su scala internazionale e, contestualmente, è sempre più conosciuta anche per le sue iniziative fuori della pedana, diventando un simbolo del movimento paralimpico.

 

Le Olimpiadi di Rio de Janeiro 2016

 

Il punto di svolta della carriera di Bebe Vio sono le Paralimpiadi di Rio de Janeiro 2016. Arriva come favorita per il fioretto e, contestualmente, come una delle figure di punta della delegazione italiana in Brasile. Le attese non vengono deluse: Bebe vince l’oro nella prova di fioretto individuale, battendo in finale la cinese Zhou Jingjing con il punteggio di 15-7 e sale sul podio della prova a squadre per la medaglia di bronzo, assieme a Loredana Trigilia e Andreea Mogos. A coronamento di una Olimpiade da urlo, l’onore di fare da portabandiera nella cerimonia di chiusura.  La carriera di Bebe Vio è proseguita con successo anche negli anni a venire e si è confermata alle Paralimpiadi di Tokyo 2020, disputatesi nel 2021, quando vinse ancora l’oro nel fioretto individuale e l’argento nel torneo a squadre.

 

Le attività di Bebe Vio fuori dalla pedana

 

Bebe Vio è un simbolo per chi è affetto da disabilità. La sua resilienza e tenacia l’hanno resa un’icona a livello mondiale e la sua figura è un punto di riferimento. Attorno a lei sono nate molte associazioni come art4sport ONLUS e Bebe Vio Academy per sostenere le persone con disabilità a integrarsi nel mondo dello sport. Da qualche anno è stata avviata anche l’iniziativa WEmbrace Sport, che ha messo a confronto personalità dello sport olimpico e di quello paralimpico, per dare una spinta ulteriore ai processi di integrazione.

 

Bebe Vio, dopo aver vinto l’oro alle Paralimpiadi di Rio, è stata inserita nella delegazione italiana alla cena di stato alla Casa Bianca, l’ultima offerta dalla amministrazione di Obama, ed è stata insignita di numerose onoreficenze: medaglia d’oro e d’argento al valore atletico, Commendatore ordine al merito della Repubblica Italiana, su iniziativa del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella e per quattro anni è stata Collare d’oro al merito sportivo. Recentemente si è laureata in Comunicazione alla John Cabot e ora si prepara ad affrontare la sua terza Paralimpiade, a Parigi, sognando di ottenere altri risultati di prestigio.