Calciobalilla professionale: regole e storia del gioco
Chi non si è mai cimentato in una partita di calciobalilla tra amici? Al bar, in oratorio, fuori da un campo sportivo o in una casa di campagna: quel tavolo con ventidue figure sagomate, rosse o blu, la caccia alla monetina da 50 centesimi (o 500 lire) per sbloccare le palline, l’inusuale modulo 2-5-3 e le sfide all’ultimo sangue. Un gioco appassionante, che riesce a catturarti per ore, far trascorrere serate all’insegna del divertimento, ma non solo. Come per molti giochi, anche il biliardino non è solo uno strumento di svago: nel corso degli anni si sono formate federazioni e strutture che lo hanno reso una vera e propria disciplina. Si è sviluppato così un movimento professionistico, con tornei e competizioni internazionali.
Storia e origini del calciobalilla
Le origini del calciobalilla non sono ben chiare. Si sa che si è sviluppato e diffuso in Europa a cavallo tra la prima e la seconda guerra mondiale, tuttavia non è possibile individuare un vero e proprio inventore. In Germania rivendicano l’invenzione del gioco, indicando in Broto Wachter un possibile creatore, ma nello stesso periodo venivano registrati brevetti per giochi da tavolo legati al calcio anche in Francia e Inghilterra.
Una delle svolte, per la diffusione del biliardino, risale al 1937 quando lo spagnolo Alejandro Finisterre, registrò il ‘futbolin’ che prevedeva l’utilizzo di giocatori sagomati. In Italia sembra sia stato un artigiano di Poggibonsi ad aver realizzato i primi modelli.
Storia e diffusione del calciobalilla
Partita dopo partita, il biliardino inizia a diffondersi nei bar del vecchio continente. I primi modelli erano, naturalmente, più rudimentali, ma piano piano si arriva alla realizzazione di opere di maggior qualità. Colto il grande potenziale dell’opera, molte aziende si lanciano nella produzione di questo strumento. Tra queste c’è la famiglia Garlando, che si cimenta nella produzione nel gennaio 1950. Tutt’ora il marchio è in testa alle classifiche di produttori mondiali di calciobalilla e i suoi tavoli sono riconosciuti dalla ITSF, Federazione Internazionale di Calcio da Tavolo, fondata nel 2002. Gli altri marchi ufficiali sono Bonzini, Roberto Sport, Leonhart e Tornado.
Negli anni’70 – ‘80 il biliardino è diventato un fenomeno globale. Un intrattenimento trasversale, per giovani e meno giovani all’interno dei luoghi di aggregazione, essendo un gioco semplice e accessibile a tutti. Il movimento si è sviluppato, si sono organizzati tornei in tutta Europa, ma anche negli Stati Uniti (il foosball, così viene chiamato). Solo nel 1998, tuttavia, si è celebrata la prima edizione della Coppa del Mondo a Parigi.
In Italia al momento esistono tre leghe, affiliate all’ITSF: la Federazione Italiana Sport Calcio Balilla, la Lega Italiana Calcio Balilla e la Federazione Paralimpica Italiana Calcio Balilla. Quest’ultima è riconosciuta dal Comitato Italiano Paralimpico.
Calciobalilla, l’origine del nome
Calciobalilla. Un nome di cui non si conosce la reale etimologia. Come per la fondazione del gioco, anche in questo caso ci sono più ipotesi. Secondo alcune fonti, si tratta di un un omaggio a un eroe settecentesco genovese, Giovanni Battista Perasso, detto Balilla. Nella periodo del fascismo la sua figura fu esaltata, tanto che i giovani sostenitori del regime venivano chiamati, appunto, Balilla. Tuttavia bisogna anche tener conto che nel dialetto genovese il termine è sinonimo di piccolo. Una volta sbarcato in Liguria il biliardino, potrebbe esser stato adottato questo nome per indicare il calcio ‘in piccolo’.
Un’altra ipotesi sostiene che il nome sia stato scelto per il suo impiego nei centri di riabilitazione psicomotoria allestiti per i reduci della Seconda Guerra Mondiale, i quali erano appunto definiti reduci Balilla.
Una risposta precisa non è stata trovata, ma non è da escludere che studi futuri possano portare a novità.
Le regole del calciobalilla
Paese che vai, usanza che trovi. Si potrebbe dire, in questo caso, bar che vai, regola che trovi. Il calciobalilla si sviluppa con diverse specialità. La più nota è il ‘doppio tradizionale’ che vede quattro giocatori, divisi in due squadre, controllare rispettivamente due stecche. Il regolamento ufficiale prevede che la partita si concluda quando una squadra riesce a segnare otto gol all’avversario e ogni sette realizzazioni si cambia campo.
La pallina non si lancia al centro, ma viene posizionata nella zona difensiva e, prima di essere tirata verso la porta, deve essere spedita contro una delle sponde del campo. Il primo possesso viene assegnato con il lancio di una monetina e, successivamente, la palla va a chi subisce gol.
Come nella pallacanestro, anche nel calciobalilla c’è un limite temporale alle azioni. I giocatori possono scambiarsi la palla tra loro per un massimo di dieci secondi, prima di effettuare un tiro in porta. Se ciò non avviene sarà fischiato fallo e il possesso va agli avversari.
Passetto, girella e dentro-fuori
Nei bar e negli oratori si discute spesso sul cosiddetto ‘passetto’, ovvero l’ultimo passaggio effettuato tra due ometti della stessa stecca prima del tiro. Questo non è consentito dai regolamenti ufficiali, così come il pallonetto, il gancio (quando fermi la palla con il giocatore prima di tirare) naturalmente la ‘girella’. Se giri la stecca per più di 360° commetti fallo e questa è l’unica norma universale del calciobalilla.
Se le altre violazioni sono oggetto di interpretazioni nelle varie nazioni, la ‘girella’ non ammette deroghe. Ovunque ti troverai a disputare una partita di calciobalilla, quel gesto è vietato.
Quando tiro in porta con la palla che entra e poi riesce, che succede? Dibattiti infiniti si sono svolti attorno a questa situazione di gara. Secondo il regolamento ufficiale è gol.
L’obiettivo della ITSF, la federazione internazionale, è quella di realizzare un regolamento universale in tempi brevi, per uniformare uno dei giochi più diffusi al mondo.