Luciano Spalletti è uno dei migliori allenatori italiani in circolazione: la sua carriera parla chiaro, dopo tanta gavetta è approdato in Serie A e ci è rimasto, senza disdegnare qualche scampagnata altrove (possiamo chiamare “Campagna di Russia” l’esperienza allo Zenit?). Oggi è sulla panchina del Napoli, De Laurentiis l’ha chiamato per raccogliere l’eredità di Gattuso. Obiettivo: tornare subito in Champions League. Una delle specialità di Spalletti, conosciuto per la sua abilità di costruttore e di programmatore. 

 

La carriera di Spalletti: da dove è partito e dove è arrivato

 

Luciano Spalletti, classe 1959, prima di diventare un allenatore è stato un giocatore, precisamente un centrocampista. Al massimo è arrivato a giocare in Serie C1, quindi non viene ricordato per meriti particolari da giocatore. Chiude la carriera da calciatore all’Empoli nel 1993, appende gli scarpini al chiodo e comincia ad allenare proprio nel club toscano. E da allenatore comincia a imporsi per davvero. Fino al 1995 allena le giovanili, poi gli viene affidata una prima squadra in difficoltà (è in Serie C e rischia addirittura di retrocedere), lui la salva e va oltre, portandola in Serie A. Ha anche conquistato la salvezza nel 1998, poi ha cominciato un valzer di squadre e alla fine si è stabilito a Udine, dove ha fatto vedere buone cose dal 2005 al 2005. 

 

Da lì, la chiamata della Roma, squadra dove è rimasto fino al 2009 e con la quale ha conquistato i suoi primi trofei in carriera: due Coppe Italia nel 2007 e nel 2008 e la Supercoppa italiana nel 2007. Dalla Roma è passato poi allo Zenit: in Russia dal 2009 al 2014 ha vinto una Coppa di Russia, due campionati russi e una Supercoppa di Russia. Fa ritorno alla Roma nel 2014 e ci resta fino al 2017. Poi è la volta dell’Inter: Spalletti riesce a riportare la squadra in Champions e dice addio nel 2019, sostituito da Conte. Dal 2021 è sulla panchina del Napoli. 

 

Le frasi celebri di Luciano Spalletti

 

Spalletti è entrato nell’immaginario comune del calcio italiano non soltanto per i suoi meriti (che non sono pochi) come allenatore, ma anche per alcune sue uscite celebri tra conferenze stampa e interviste varie. 

 

Queste alcune tra le sue frasi più famose:

 

  • «Uomini forti, destini forti. Uomini deboli, destini deboli. Non c’è altra strada»

  • «Mirabelli ha detto che li dobbiamo temere? Sembra il prete di Frittole…sì, mo me lo segno»

  • Ai giornalisti: «Voi avete cominciato a scrivere ‘Spalletti eccoti 150 milioni da spendere’. Se non li tirano fuori loro, me li tirate fuori voi. Qualcuno le dovrà tirare fuori queste cifre. Chi ve l’ha detto? Come mai l'avete scritto? Come avevate la certezza di queste cifre?»

  • Dopo la partita tra Roma e Inter: «Mi hanno fischiato perché pensano che sia io il motivo per cui Francesco ha smesso, ma io quest’anno non c’ero e lui poteva continuare. I Tottiani mi hanno riservato molti fischi, i tifosi della Roma mi hanno mandato messaggi importanti, complimenti a loro»

  • Squilla un telefono in conferenza stampa: «Lo spenga con calma, tanto la multa è già partita. È una caratteristica che non bisogna avere in questo sport: essere timidi. Ti alzavi e facevi finta che fosse una telefonata importante...»

 

Le litigate in tv di Spalletti

 

Luciano Spalletti è famoso anche per aver discusso più volte con i giornalisti che lo hanno intervistato in diretta tv: il tecnico toscano non è di certo uno che le manda a dire. Di seguito vi proponiamo i link ai video delle più famose. 

 

Questa, di quando era allo Zenit: non gli andò giù la parola “emozione”, diciamo così.

 

Questa, invece, con Caressa. Tema: un rigore dato contro l’Inter.

 

Infine, questa contro Marocchi.

 

Il caso Totti-Spalletti: il riassunto breve

 

Nel primo periodo di Spalletti alla Roma, il rapporto con Totti è stato ottimo. Anzi, di più: Francesco stesso ha ammesso come Luciano lo abbia aiutato molto in uno dei periodi più drammatici della sua vita sportiva, l’infortunio del 2006 prima del Mondiale. Poi, quando Spalletti è tornato alla Roma nel 2014, il rapporto si è rovinato: il tecnico ha accusato il giocatore di voler ancora comandare, l’altro ha risposto chiedendo rispetto attraverso i canali della Rai. Da lì la rottura, con l’intervento addirittura di Ilary che ha definito Spalletti “un piccolo uomo”. I due hanno sfiorato anche la rissa dopo una partita con l’Atalanta. Tutto si è concluso il 28 maggio del 2017, con Spalletti che ha concesso a Totti 40 minuti nella sfida col Genoa (decisiva per la Champions) per il suo saluto al calcio e al suo pubblico. Il tutto viene raccontato anche nel docu-film su Totti

Il caso Icardi-Spalletti: come è andata

 

Spalletti ha avuto anche problemi con Icardi all’Inter, anche se in questo secondo caso le questioni erano più tra il giocatore e la società: Luciano ci si è trovato in mezzo, se vogliamo metterla così. Il casus belli era il rinnovo del contratto, mai arrivato, con Wanda Nara al centro di una trattativa lunga, che non ha portato a nulla. Si è arrivati alla rottura con la fascia di capitano tolta e data ad Handanovic. Da lì, l’esclusione reiterata per più partite, e un polverone mediatico incredibile. Nella stessa estate del 2019, Icardi è passato al PSG anche Spalletti ha detto addio a fine stagione.