PES, giocatori storici della Master League: da Castolo a... Roberto Carlos
Hanno scritto la leggenda di PES, Pro Evolution Soccer, iconico gioco di calcio targato Konami. Di recente, lo storico e rivoluzionario passaggio ad un nuovo modello di business (accesso gratuito alla versione-base del gioco) e cambio nome: si chiama eFootball, ma per i nostalgici cambia poco.
Anche perché c’è una squadra che ha scritto la storia di PES, e della Master League, l’iconico campionato “inventato” per sopperire all’assenza di licenze. Come funzionava? Pro Evolution Soccer assegnava una squadra di giocatori inventati, una formazione fittizia da integrare man mano con gli acquisti di giocatori veri (che però, almeno all’inizio, avevano anche i nomi “storpiati”, sempre per problemi di licenza.
I nomi di quei giocatori sono entrati nel mito: dal magico due iper offensivo Castolo-Minanda, fino a capitan Celnili, in molti hanno deciso di vincere trofei con questo 11, bilanciato ma di certo non imbattibile, per aggiungere difficoltà all’impresa. Perfino i nomi dei calciatori inventati di questa squadra hanno subito una continua evoluzione, sono cambiati nel tempo e nel corso degli episodi: i cognomi hanno subito qualche ulteriore “storpiatura” nel passaggio dal secondo al terzo capitolo della saga di Pro Evolution Soccer, per esempio. Se per i rivali di Fifa forse l’edizione più rimpianta era quella ‘98 (forse anche per la leggendaria colonna sonora dei Blur, “Song 2”), per i fan di PES, la terza edizione del gioco è una pietra miliare, una specie di icona. Ma ve li ricordate i giocatori storici della Master League?
Pes, i giocatori storici della Master League
Loro sono leggenda: sono i giocatori storici della Master League di PES. Di solito gli allenatori virtuali più esperti li schieravano con un canonico 3-5-2. Ecco la formazione iniziale:
IVAROV (in precedenza IVANOV) - Tra i pali ovviamente titolare indiscusso il portiere russo, una specie di Yashin che spesso si faceva un po’ troppo trascinare da una tecnica scarsa per furoreggiare in roboanti incertezze o vere e proprie papere. La vita si divide in due scuole di pensiero: chi se ne è liberato per primo, e chi per ultimo.
VALENY (in precedenza VALERY) - Uno dei migliori della rosa, buona velocità, difensore centrale potente e di gamba che poteva anche giocare terzino. Una specie di Thuram, molto molto alla lontana. Uno dei più dignitosi, spesso uno dei superstiti della rosa iniziale anche in fasi molto avanzate del gioco.
JARIC (in precedenza DARIC) - Un altro che di solito veniva con cortesia salutato presto. Poco in quasi tutto: poco fisico, poco difensore, poca tecnica. Aveva solo una grande capacità di battere le punizioni col mancino. Ma spesso non bastava per evitargli la panchina, o peggio.
STREMER (in precedenza STROMER) - Rispetto al suo compagno di reparto, almeno aveva il fisico. Unica cosa, ok, ma lo usava bene, e i centimetri in una squadra alle prese con evidenti problemi difensivi potevano essere davvero decisivi. Un altro che spesso lasciava la squadra sin dalle prime sessioni di mercato.
ESPIMAS (in precedenza ESPINAS) - Francese, esperto, esterno destro con buon tiro e buona capacità di servire assist utili. Ecco, ad Espimas nessuno chiedeva la velocità bruciante - così importante in quasi tutti i PES, ma spesso con intelligenti 1-2 risultava decisivo. In molti si affezionavano al suo muoversi compatto e sicuro, e spesso lo facevano arrivare a fine carriera in squadra.
DODO (erede di CELLINI o CELNILI) - Capitano, sempre e comunque. Non poteva mancare il medianaccio italiano carismatico, duro, instancabile. Legna e una certa geometria - niente di eccessivo, ci mancherebbe - si tratta di un giocatore di filtro molto apprezzato dagli utenti. Solo i senza cuore gli toglievano la fascia da capitano.
IOUGA (in precedenza IORGA) - Se possibile aveva meno qualità di Cellini, ma grande cuore, forza, e un buon tiro dalla distanza. Si tratta di un altro bel medianaccio, lento quanto basta ma almeno con qualche centimetro dalla sua. Tutto cuore e anima, altro volto indimenticabile.
XIMELEZ (in precedenza XIMENES) - Sull’altra fascia,quasi tutto il contrario di Espimas. Spagnolo, fascia sinistra, ottimo dribbling sul posto e capacità di tocco del pallone. Assist e buoni cross, un esterno che qualcuno osava mettere anche in un ipotetico 4-3-3. Anche perché, a fare tutta la fascia, si stancava da morire complice la sua resistenza minimalista.
MINANDA (in precedenza MIRANDA) - Qui stiamo rasentando il culto. Questo trequartista portoghese era l’unico che sembrava capire a cosa servisse esattamente un pallone: bello da vedere, elegante, tutta tecnica e infortunio facile. Impossibile non innamorarsi del suo estro, delle sue pause, della sua fantasia. Ovviamente bravissimo da palla inattiva, un 10 esaltante palla al piede: per qualcuno era fatto su misura su Rui Costa.
ORDAZ (erede di BAROJA o BOLATTA) - Centravanti di stazza, spagnolo, una specie di Morientes grezzo. Chili, botta secca e colpo di testa - quando la prendeva - faceva di Ordaz - o Baroja un cannoniere da 10 gol a campionato, se andava molto bene. Non un serial kilelr d’area, ma in grado di aiutare la squadra. La sua prima alternativa era il norvegese Hamsun
CASTOLO (in precedenza CASTELLO) - E qui siamo davanti ad un altro giocatore capace di generare hype col solo nome. Brasiliano, tecnico, dotato di treccine man mano più definite nelle varie edizioni di PES, era il giocatore più amato della rosa. Anche perché, in un mondo di lentoni, il brasiliano spiccava per valori di velocità e accelerazione superiori a 80, in una scala da 1 a 99. La velocità ne faceva un bomber di razza se lanciato in contropiede, sempre presente nella formazione di partenza anche di PES 2010. Bilanciato anche nelle altre skill, Castolo riusciva a dare grandi soddisfazioni in quasi tutte le volte che veniva impiegato. In PES 2012, è addirittura disponibile come allenatore nella modalità Club Boss, presto abbandonata. Si poteva in quel caso interpretare il ruolo del suo presidente.
RUSKIN (erede di EDDINGTON o EDINGSON) - Tra le alternative forse la più onesta, una delle mie preferite. Discreto, umile, un terzinaccio vecchia maniera dotato di buona tecnica. Insieme ai centrali Ceciu (inglese) e Libermann (tedesco nonché l’ex Vornander) oltre al laterale danese Giersen (ex Nachdecal) fino all’interessante mancino scozzese
MACCO (in precedenza MATT), rappresentava una delle delle riserve più dignitose. In mediana poco o niente, il solo Stein poteva entrare a gara in corso.
BURCHET - Per chi voleva giocare col 4-3-3 un insostituibile. Non ha mai cambiato nome questo australiano, e non ha mai cambiato la sua unica caratteristica dominante: era semplicemente velocissimo. La sua velocità impressionante a partita in corso poteva veramente ribaltare la partita, spaccarla. Dotato di resistenza minima, difficilmente reggeva i 90’, ma poteva serenamente resistere per un tempo ad alta velocità. Qualcuno lo usava anche come seconda punta, in caso di assenza di Castolo, ma la sua povertà tecnica raramente regalava grandi spunti.
Gli altri eroi di PES , da Babangida a Roberto Carlos (Larcos…)
Roberto Carlos è stato per molti un giocatore irrinunciabile in qualsiasi edizione di PES. Di fatto, la sua leggenda videoludica ha esaltato la sua robusta e ottima carriera da giocatore: in particolare, aveva due attributi fondamentali, una velocità folle, e un tiro fulminante. Spesso usato nei luoghi tattici più disparati del campo, perfino in attacco, in barba a qualsiasi principio di realismo, Roberto Larcos riusciva a rasentare la perfezione in coppia con il ‘Fenomeno’ Ronaldo.
L’altro giocatore iper-buggato di PES non avrebbe nemmeno bisogno di presentazioni, non può che essere lui, il nigeriano con le ali ai piedi, Tijani Babangida. Piccoletto, prezzo contenuto e velocità disarmante: è sempre stato l’attaccante esterno più desiderato, voluto, comprato. In Italia è sempre stato leggenda, su sua stessa ammissione, visto che ancora riceverebbe tantissimi inviti a partecipare a convegni, feste, forum.