La storia del Totocalcio
Tra i vari giochi legati al mondo del pallone, uno dei più antichi e famosi è senza dubbio il Totocalcio: nato a metà degli anni ‘40, nel corso del tempo ha coinvolto gli italiani, li ha fatti appassionare, li ha fatti divertire… e in alcuni casi li ha fatti pure diventare milionari. Entrato a pieno titolo nell’immaginario popolare, il Totocalcio era ed è ancora oggi il simbolo di un calcio che non c’è più: romantico, domenicale, familiare (proprio nel senso di vissuto in famiglia). Ma quando è nato di preciso questo gioco? Quale è la sua storia? Ecco tutto quello che c’è da sapere sul Totocalcio.
Qui trovate invece altri articoli a tema:
- I film più belli sul Totocalcio
- Le canzoni più belle sul Totocalcio
- Che fine hanno fatto le squadre del primo Totocalcio?
Storia del Totocalcio: invenzione e prima schedina
Diamo a Massimo Della Pergola quel che è di Massimo Della Pergola: il merito è suo, e non glielo toglie nessuno. Il giornalista della Gazzetta dello Sport, tra i padri fondatori di Sisal, aveva da parecchio tempo in mente di realizzare un gioco di scommesse legate al mondo del calcio. Alla fine ci è riuscito: la prima schedina del Totocalcio venne lanciata il 5 maggio del 1946, quando il gioco ancora non aveva neanche quel nome che oggi tutti conosciamo (lo avrebbe preso solo due anni dopo, quando divenne monopolio di Stato).
Il sistema era piuttosto semplice e intuitivo: bisognava indovinare gli esiti di 12 partite scegliendo tra 1 (vittoria della squadra di casa), X (pareggio) e 2 (vittoria della squadra ospite). La prima schedina giocata al Totocalcio è stata la seguente:
N.
1 Inter-Juventus:1
2 Torino-Milan: 1
3 Bari-Napoli: X
4 Livorno-Roma: X
5 Padova-Vigevano: X
6 Cremonese-Alessandria: X
7 Como-Genoa: X
8 Sampierdarenese-Sestrese: X
9 Legnano-Novara: 2
10 Bologna-Piacenza: 1
11 Cesena-Modena: 1
12 Venezia-Mantova: 1
Partite di riserva:
Trento-Verona
Seregno-Biellese
Gli incontri erano stati selezionati tra diverse competizioni che si tenevano all’epoca: Divisione Nazionale, Serie B-C Alta Italia, Coppa Alta Italia. Il costo di una colonna era di 30 lire (che allora corrispondeva più o meno al prezzo di un litro di latte). Il primo vincitore fu Emilio Biasotti, che si aggiudicò 496.826 lire.
Com'è cambiato il Totocalcio negli anni? La storia
Come accennato, il Totocalcio cominciò ufficialmente a chiamarsi in questo modo nel momento in cui divenne Monopolio di Stato, nel 1948. L’aggiunta della tredicesima partita (dal quale poi il famoso “fare tredici) avvenne solo nella stagione 1950-1951. In assoluto, la vincita più alta venne registrata il 7 novembre del 1993: in una ricevitoria di Crema venne giocata una schedina che pagò più di 5 miliardi e mezzo di lire. Il montepremi più alto della storia del Totocalcio invece venne raggiunto il 5 dicembre del 1993, con un totale di 34.470.967.370 lire. Le vincite, però, furono molte (472 in tutto), e questo portò quindi a dividere enormemente quella somma: ognuno dei vincitori intascò circa 12 milioni di lire.
Dal 1994 in poi al Totocalcio sono stati affiancati anche altri giochi simili: il Totogol, il Totosei e il Totobingol. Mentre in tutto il mondo (e quindi anche in Italia) si erano ormai a diffuse le scommesse sportive come le conosciamo oggi, il Totocalcio subì l’ultima grossa modifica ad inizio 2000. In occasione della stagione 2003-2004, il gioco venne sostanzialmente rivoluzionato, se non nella forma almeno nel contenuto: le partite “base” passarono da 13 a 14, inoltre venne introdotto anche il concorso “Il 9”; al concorso domenicale classico si aggiunsero quelli del mercoledì e del sabato, e vennero inserite anche partite di altri campionati europei.
In definitiva, dal giorno della sua invenzione, il Totocalcio è cambiato parecchio negli anni. La versione classica del gioco, comunque, è rimasta immutata nell’immaginario comune, e ancora oggi fa parte delle narrazioni del calcio dell’epoca, con le partite che si ascoltavano alla radio e il campionato che si giocava di domenica pomeriggio, insieme alla più classica delle schedine, nella speranza di fare tredici.