gol di Roberto Baggio lo rappresentano. Sarebbe troppo facile iniziare con, di sottofondo, una nota canzone: “Da quando Baggio non gioca più, non è più domenica”. Ma Roberto Baggio era veramente il calcio di domenica, arioso, iper tecnico, dolorosamente forte. Sarebbe troppo facile raccontarlo dal suo rigore sbagliato ad Usa ‘94, che in qualche modo ne ha diluito l’icona, una posa plastica riduttivo di un talento immenso, spazioso, un attico in un mondo di monolocali. 

Roberto Baggio ha segnato il suo tempo e quello a venire: tutti i 10, in qualche modo, devono confrontarsi con quello che ha fatto, ha creato. Dualismi compresi: quelli in carriera e quelli dopo il suo ritiro. Quanti si sono chiesti: Totti è meglio di Baggio? E Dybala, e chiunque abbia indossato la numero 10 dopo di lui deve in qualche modo confrontarsi con la sua ombra, come i francesi di Napoleone sotto le Piramidi. Secondi di classe ci guardano: per questo abbiamo scelto 10 tra i suoi gol più belli, esteticamente e per difficoltà tecnica, nel tentativo di creare un enorme affresco che dia un’idea minima di quello che è stato Roberto Baggio. 

 

Roberto Baggio, le 10 reti più belle

1) Serie A 1989-1990: Fiorentina – Verona 3-1 (2° gol di Baggio)

In questo gol con la Viola c’è molto Baggio: riceve un bel pallone filtrante, dietro di lui gli fanno un’entrata assassina per buttarlo giù, lui rimane in piedi, fa un gioco di gambe di quelli che si vedono sempre meno, sempre più rari, il portiere cede, e lui deposita docilmente in rete un pallone fino a quel momento incatenato al suo piede. Poi si toglie la maglietta e corre liberandosi di dosso di tutto, cosa che adesso gli farebbe scattare un giallo noioso.

 

2) Serie A 1990-1991, Juventus – Pisa 4-2

Questo tipo di gol non è difficile da pensare, ma diventa molto difficile poi man mano che si avanza nei secondi. Baggio punta il primo avversario, vorrebbe saltarlo di netto ma, mentre inizia il dribbling, ne arriva un altro. Poco importa, tocco spigoloso del pallone, quasi da biliardo, e sono tutti e due a spasso. Il terzo è facile da mandare a zonzo, e la scivolata per chiudere a rete non rende giustizia all’insieme rapido, letale, preciso e immensamente tecnico.

 

3) Serie A 1992-1993, Milan-Juventus 1-3

Qui siamo a campo aperto, e Baggio dimostra che i piedi, dotati di tecnica immensa, possono volare velocissimi. Sembra un po’ un gol alla Cristiano Ronaldo, prima manda a vuoto il primo marcatore (dovrebbe essere Tassotti) con una finta di corpo, poi si invola verso Sebastiano Rossi seguito dall’entusiasmo dell’indimenticabile Bruno Pizzul, e da Baresi e Costacurta in evidente difficoltà atletica nello stargli dietro. Poi ancora, dribbling col goniometro al portiere e gol a porta vuota. 

 

4) Serie A 1993-1994, Juventus-Lazio 6-1

Qui parte da lontanissimo, il primo difensore se lo beve, poi diventa parecchio difficile contare quanti ne dribbla, un’immensa e articolata sagra del birillo. Forse ne salta 4 alla fine, sembra perderla con l’ultimo uomo, sembra perdere l’angolo giusto per il tiro. Non perde né il pallone, né l’angolo giusto. 

 

5) Serie A 1997-1998 Vicenza-Bologna 3-2

Qui siamo già in una fase avanzata della carriera di Baggio, in quella splendida avventura di Bologna, senza codino. Baggio, contro un Vicenza stanco per “le fatiche di Coppa”, dimostra la differenza di percezione tra lui e il resto del mondo: in quella che, per gli altri, sarebbe una posizione da cross, mette dentro una parabola deliziosa, letale, un colpo di pennello disegnato in provincia. 

 

6) Serie A 1993-1994, Udinese-Juventus 0-3

Al quarto d’ora della ripresa Baggio qui fa calare il sipario con applausi scroscianti al minuto 1.59: anticipa tutti a centrocampo e si invola, salta il primo uomo rientrando con eleganza sul destro, poi all’improvviso gli spazi si fanno strettissimi. Sempre col pallone sul destro salta un altro uomo in piena area di rigore, allunga quel tanto che basta il pallone per impedire il ritorno di un difensore e a quel punto l’angolo da trovare tra portiere e rete è complesso, ma lui lo riduce all’ovvio: primo palo, a filo, secco. Nota di merito per la maglia improbabile gialla canarino della Juventus, in evidente difficoltà cromatica contro le strisce bianconere dell’Udinese, così simili e di famiglia. 

 

7) Serie A, 1989-1990: Napoli-Fiorentina 3-2

Contro il Napoli di Maradona, che in quell’anno farà malissimo a tutti gli italiani consentendo all’Argentina di arrivare in finale dei Mondiali con un rigore tirato nel suo San Paolo, giustamente Baggio fa un gol… alla Maradona. Anche qui parte da lontanissimo, sembra quasi vederla nella sua testa, la formazione di quell’idea pazza di segnare nonostante tutto. Parte da dietro il centrocampo, salta il primo uomo che alza la gambe per cercare di abbatterlo, il secondo, con il portiere non ha difficoltà, il pallone fa una specie di strano giro tra le gambe, un tocco di prestigio in una frazione di secondo. La rete è solo la naturale conseguenza del bello.

 

8) Nazionale, Mondiali 1990: Italia-Cecoslovacchia 2-0

Qui Baggio parte sempre da lontanissimo, come nei suoi migliori gol, come se fosse il punto di partenza, l’idea iniziale che conta, e non l’arrivo, non necessariamente. Duetta con il 10 della Roma Giannini, si libera del primo uomo in scivolata – che sembra quasi aver capito cosa si sta creando – poi punta un uomo, fa finta di andare verso l’esterno rientra secco mandando ai matti il difensore e la butta dentro. Sembra tutto quasi facile, se non fosse eseguito a velocità folle. Poi si butta per terra, quasi schiacciato dall’enormità del gol, del palcoscenico, di quello che sta facendo al calcio. 

 

9) Serie A, 2000-2001: Juventus-Brescia 1-1

Contro la sua Juventus, praticamente a fine carriera, Baggio segnerà uno dei gol più belli: spiove un pallone dalle retrovie, il tempo dello scatto è calcolato al millimetro. Ma è nel tocco del pallone che nasce la magia. Baggio guarda dietro il pallone che spiove, lanciato da Pirlo, il controllo però gli serve, gli è vitale che sia perfetto e nello stesso tempo che gli faccia saltare il portiere secco. Nelle interviste di fine partita Baggio parla di salvezza con uno sguardo acceso, da ragazzino che ancora si diverte, un giovane Ancelotti di campionato consegnato alla Roma. 

 

10) Serie A, 2000-2001: Brescia-Lecce 3-0

Anche qui, stessa stagione, Baggio fa una cosa suprema: con un tocco solo, quasi una sponda da biliardo su un difensore, salta 3 uomini, tutta la difesa del Lecce, poi altro semplice sfiorarsi col pallone, sotto, e portiere battuto. Oramai ha raggiunto una padronanza col pallone perfetta,  sembra averlo fatto apposta, è quasi zen, riesce in tutto, sa come sfiorarla, come farla sua, come essere decisivo con tutta la furbizia, la tecnica e l’esperienza accumulata: una bellezza che non sa invecchiare.