Il caso Salernitana torna ad agitare il calcio italiano. Un nome su tutti: Cedric Gondo. In questi giorni se ne parla tantissimo, ma perché? Un tempo, forse qualcuno se lo ricorda, Gondo era anche una specie di star televisiva. Ha partecipato, con molti ex Primavera Fiorentina, al programma “Giovani Speranze”. Negli anni ha giocato in Serie cadetta, è stato riscoperto e valorizzato proprio dalla Salernitana, promossa in Serie A. 

 

Ma tutto nasce prima: è vietato per lo stesso presidente avere il possesso di due squadre nella stessa serie, per ovvi motivi di conflitto di interesse. Per questo motivo Claudio Lotito, che possiede già la Lazio, non può anche essere il presidente della Salernitana in Serie A (inizialmente non avrebbe potuto nemmeno in B, ma il regolamento l’ha poi consentito). Questa situazione ha creato il caso Cedric Gondo.

 

Caso Gondo Lazio, il prequel

 

Il prequel del caso Gondo nasce da lontano, quando Lotito con il cognato Mezzaroma prende la Salernitana, e la porta a competere nel calcio che conta, fino alla Serie A. Con la promozione in A sono sorti i problemi: la FIGC ha preteso che Lotito vendesse, e che lo facesse pure Mezzaroma. In poche settimane i due avrebbero dovuto trovare un acquirente, pena l’esclusione dal campionato. Ovviamente non ci sono riusciti, ma hanno messo su un trust di persone terze che dovranno gestire la Salernitana e venderla entro il 31 dicembre 2021, pena l’esclusione dal campionato.

 

Una bella spada di Damocle sulla squadra di Castori, che ovviamente ha dovuto sostenere una sessione di calciomercato storica senza nemmeno i proprietari del club (sono arrivati pochi giocatori, ma l’innesto di Simy è stato importante per la squadra). Anche per Lotito: di fatto è stato costretto a vendere in una situazione di svantaggio palese, con molti investitori che hanno provato ad approfittare di una situazione emergenziale per ottenere un prezzo enormemente ribassato. 

 

La vicenda Gondo nasce dalla proibizione di stabilire relazioni di calciomercato tra Lazio e Salernitana - che tradizionalmente erano alleate. Di fatto, tutti i giocatori di proprietà Lazio che hanno conquistato la promozione con la Salernitana sono tornati in biancoceleste, e hanno dovuto trovare nuove sistemazioni. 

 

La vicenda Gondo, cosa è successo?

 

Gondo, che è comunque una punta di qualità per la serie cadetta, è stato al centro di lunghe trame di calciomercato. Lo ha cercato a lungo il Como, che lo aveva puntato per l’attacco insieme a Cerri. Non se ne è fatto nulla, anzi Gondo alla fine è rimasto alla Lazio, poi il casus belli. Il giocatore ha risolto il proprio contratto con la Lazio, per accasarsi nuovamente alla Salernitana, in Serie A. Chiaro, ci sono tutti motivi validi per farlo: conosce l’ambiente, Castori lo stima, la squadra gli darebbe possibilità di esprimersi in Serie A. E non c’è stato alcun effettivo passaggio formale dalla Lazio alla Salernitana, che ha a tutti gli effetti preso un giocatore svincolato. 

 

Gli altri ex Salernitana alla Lazio come hanno fatto? Kilyine ha trovato posto in Serie A, al Venezia. Tre (Cicerelli e Casasola a Frosinone, Djavan a Cosenza) sono tornati in Serie B, mentre tutti gli altri sono rimasti a Formello, insieme agli esuberi biancocelesti, in attesa di gennaio o di una sistemazione. Gondo no: alla Salernitana speravano di riabbracciarlo, anche grazie ai suoi gol-promozione la squadra è salita nella massima serie. E così è stato, formalmente senza macchia. 

 

Ma l’operazione, ovviamente, non è  passata inosservata: la Lega, che registra i trasferimenti, ha segnalato tutto alla Federcalcio, che ha deciso di vederci chiaro. Ha girato tutto il fascicolo alla Procura Federale, e il trasferimento è sospeso. In realtà, formalmente non ci sono problemi, la Lazio ha fatto tutto per bene: ha rescisso con Gondo, e solo in seguito è arrivata l’offerta della Salernitana. Non c’è traccia di accordi tra le parti, e nessun appiglio legale per rendere il trasferimento nullo. Il procuratore Chinè proverà a vederci chiaro, ma sembra tutto ok. Magari non del tutto trasparente, ma formalmente inattaccabile. E dunque impossibile da impugnare.