Multiverso Mondiale: è il giorno di Italia-Corea del Sud
Siamo sicuri che esista un universo in cui la Nazionale italiana si è qualificata ai Mondiali a scapito del Portogallo e noi ci siamo finiti dentro: in esclusiva, la spedizione azzurra in Qatar come non te la racconterà nessuno.
Nota: l’articolo è TOTALMENTE frutto della fantasia degli autori, che per scriverlo non hanno assunto alcun tipo di droga.
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2 dicembre: mancano circa tre ore al fischio d’inizio di Italia-Corea del Sud e Claudio Ranieri, nella sua stanza d’albergo, inizia a sentire salire la tensione. Non c’è bisogno di essere così agitati, l’Italia è agli ottavi di finale dopo più di 14 anni, è un risultato incredibile. Eppure qualcosa non va, lo aveva capito anche durante la conferenza stampa di ieri, in cui non è stato brillante come al suo solito. Mette le ultime cose nel suo zaino, lascia la sua camera e prende l’ascensore, con il quale raggiunge i suoi collaboratori al piano terra.
Il pullman carica tutta la squadra e raggiunge l’Education City Stadium, negli spogliatoi c’è più silenzio del solito mentre dall’esterno iniziano a sentirsi i primi cori dei tifosi italiani e coreani. il ct Ranieri dà la carica ai suoi: gli spiega che non sarà una partita semplice, ma che potranno giocare più rilassati vista la qualificazione già raggiunta. Solo lui, però, la pensa così. O forse no, neanche lui lo pensa veramente. Da giorni, infatti, i giornali italiani caricano la squadra, chiedendogli di vendicare la sconfitta del 2002. I Måneskin suonano “Vent’anni” al Circo Massimo prima che la partita venga proiettata sui maxi schermi, solo per ricordarci quanto tempo è passato da quella dolorosa eliminazione.
Inizia Italia-Corea del Sud dei Mondiali 2022
Formazioni:
- Italia (4-3-3): Meret; Dimarco, Bastoni, Acerbi, Udogie; Tonali, Fagioli, Miretti; Kean, Colombo, Bernardeschi. Ct: Ranieri.
- Corea del Sud (4-2-3-1): Kim Seung-gyu; Kim Moon-hwan, Kwon Kyung-won, Kim Young-gwon, Kim Jin-su; Jung Woo-young, Hwang In-beom; Son Heung-Min, Lee Jae-sung, Lee Kangin; Cho Guesung. Ct: Hiddink.
1’: Ranieri sceglie di mandare in campo chi ha giocato meno fin qui in questo Mondiale. Hiddink, invece, schiera la miglior formazione possibile, mentre Mancini guarda la sfida in tribuna.
5’: dopo un’azione veloce e ben costruita, gli Azzurri trovano subito il gol con Moise Kean. In panchina tirano tutti un lungo sospiro di sollievo: la partita è già in discesa e l’Italia ora può gestire il pallone con più tranquillità. Totti, nel frattempo, ha paura di alzarsi dalla panchina. Ha come la sensazione che qualsiasi cosa possa fare potrebbe metterlo in cattiva luce agli occhi dell’arbitro.
27’: arriva il pareggio della Corea del Sud con un gol rocambolesco. La palla, proveniente da un calcio d’angolo, sbatte sulla schiena di Bernardeschi e finisce tra i piedi di Kim Young-Gwon, che batte Meret. Sfortuna, sì, ma sembra una scena già vista. Da Panucci a Bernardeschi, è l’incubo che riprende forma.
45+6’: finisce il primo tempo. Gli Azzurri sono nel pallone, troppo agitati, mentre la Corea del Sud è carica e pronta a prendersi la qualificazione agli ottavi di finale. Ranieri chiede calma ai suoi, mentre Mancini, in tribuna, è sorridente.
46’: ricomincia il secondo tempo e, immediatamente, l’impressione è che c’è una sola squadra in campo. La Corea del Sud è la padrona del campo, rendendo inutili i cambi che Ranieri tenterà di fare da adesso in poi.
90+1’: quando tutto sembra stia andando per il verso giusto, nonostante una fatica incredibile, arriva la beffa finale. Da un calcio d’angolo dell’Italia nasce un contropiede dei coreani, che si portano velocemente davanti l’area di rigore di Meret con una corsa palla al piede infermabile di Son. L’attaccante del Tottenham ricorda bene che Mancini gli aveva promesso una rivincita su Ranieri e quello era il momento perfetto per concretizzarla: rallenta, e con un tunnel serve un assist impeccabile a Hwang Hee-Chan. Gol.
90+7’: finisce la partita, la Corea del Sud vince 2-1 contro l’Italia, di nuovo. Hiddink in panchina festeggia, di nuovo. Questa volta, per lo meno, entrambe si qualificano al turno successivo.
In zona mista si intravede Roberto Mancini, è sereno e soddisfatto. Va di fretta, ma concede una rapida chiacchierata a un giornalista di Seul che viene pubblicata il giorno successivo. Ora che tutto è finito ha deciso di raccontare il motivo che lo ha spinto a lasciare l’Italia per guidare le Tigri Asiatiche. Era una promessa fatta a un caro amico: Bong Joon-ho. Il regista, conosciuto al Festival di Venezia del 2015, ha raccontato a Mancini di sognare di rivivere un Mondiale simile a quello del 2002 della sua Corea del Sud. Periodicamente, infatti, riguarda la sfida contro l’Italia con la paura di non rivedere più la sua nazionale vincere una partita del genere.
L’allenatore, in quel momento, gli promise allora che avrebbe aiutato la sua squadra a tornare a vincere in quel modo, ma in cambio avrebbe voluto sentire in un suo film una canzone del suo cantante preferito: Gianni Morandi. Quando Mancini vide per la prima volta Parasite fu incredulo e appena scoprì che l’Italia fu sorteggiata con la Corea del Sud nel girone di Coppa del Mondo, prese la palla al balzo. La scelta di Hiddink, invece, è stata puramente tattica. Gli Azzurri conoscevano bene il gioco di Mancini, mentre l’olandese era ormai diventato uno specialista della sfida.