Siamo sicuri che esista un universo in cui la Nazionale italiana si è qualificata ai Mondiali a scapito del Portogallo e noi ci siamo finiti dentro: in esclusiva, la spedizione azzurra in Qatar come non te la racconterà nessuno.

 

 

 

Nota: l’articolo è TOTALMENTE frutto della fantasia degli autori, che per scriverlo non hanno assunto alcun tipo di droga. 

 

 

 

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28 novembre, ore 16:07: Corea del Sud-Ghana è appena finita 2-3. Le Tigri Asiatiche sono infuriate con l’arbitro Taylor, che poco prima ha fischiato la fine della partita negandogli di tirare un calcio d’angolo potenzialmente decisivo. Mentre tutti i giocatori protestano, si avvicina al fischietto il Ct Roberto Mancini. Ha una falcata lenta, calma, tiene le mani nella tasca della giacca. Una volta arrivato di fronte al direttore di gara, si copre la bocca per non far leggere il labiale e pronuncia qualcosa di incomprensibile a tutti, tranne a chi era in campo. 

 

 

 

Taylor sbarra gli occhi e quasi incredulo estrae il cartellino rosso. Mancini non sarà in panchina contro l’Italia. A sostituirlo ci penserà il suo vice-allenatore, che solo in quel momento esce allo scoperto mostrando il suo volto. Era stato inserito all’ultimo momento nella lista della Corea del Sud mentre tutte le attenzioni erano rivolte verso le convocazioni degli Azzurri: quell’uomo è Guus Hiddink. Rientrando negli spogliatoio, Mancini incrocia lo sguardo dell’olandese e gli dice: “당신은 이미 무엇을 해야할지 알고”. Anche questa volta appaiono i sottotitoli: “Sai già cosa fare”. Qualcuno dice di aver visto sogghignare il tecnico italiano. 

 

 

Italia-Uruguay: gli Azzurri scendono in campo per la seconda sfida dei Mondiali



28 novembre, ore 18:55: Francesco Totti si sveglia di soprassalto dal suo pisolino fatto in pullman durante il tragitto tra la sede del ritiro e lo Stadio Lusail, dove tra poche ore si giocherà Italia-Uruguay. Ha fatto un brutto sogno, pare che nel sonno abbia ripetuto più volte parole sconnesse: “Moreno… Simulazione… Rosso… Moreno…”. Forse c’entra qualche nuova canzone del rapper genovese. Claudio Ranieri, nel frattempo, comincia ad avvertire una strana sensazione di oppressione: il Bibimbap mangiato a pranzo potrebbe essergli rimasto sullo stomaco. 



Tutto, però, passa immediatamente quando la squadra inizia a prepararsi negli spogliatoi. Il Ct annuncia la formazione e quella degli avversari. Italia e Uruguay scenderanno in campo così:

 

  • Italia (4-3-3): Donnarumma; Di Lorenzo, Baschirotto, Toloi, Spinazzola; Pellegrini, Verratti, Barella; Bernardeschi, Immobile, Chiesa. 
  • Uruguay (5-3-2): Muslera; Varela, Gimenez, Godin, Coates, Varela Valverde; Vecino, Bentancur, Pellistri; Cavani, Nuñez.



1’: inizia la partita. E pensare che questa, nel fallimentare 2018, veniva considerata l’ultima partita disputata dall’Italia ai Mondiali. 



5’: Luis Suarez non è calmo, per nulla. Si alza costantemente dalla panchina, sembra in uno stato di ipnosi. Vaga a bordo campo toccandosi i denti e urlando: “¿Dónde está Chiellini?”. Toloi e Baschirotto, istintivamente, si toccano la spalla. 



38’: l’Italia non c’è, fatica ad attaccare mentre l’Uruguay resta chiusa in difesa e aspetta paziente il momento giusto per contrattaccare. Non passa nessun pallone, serve cambiare qualcosa. 



45+9’: finisce il primo tempo. Il risultato è fermo sullo 0-0. Ranieri, rientrando nel tunnel, si fa passare il suo cellulare da un collaboratore tecnico. 



Prima di entrare negli spogliatoi, Claudio Ranieri parla a lungo con una persona: è Cesare Prandelli. Il tecnico lombardo gli sta spiegando cosa non fare per vincere questa partita. Il Ct rientra di corsa negli spogliatoi, ha solo due minuti per dire ai suoi con quale tattica affrontare il secondo tempo: “Non dovete tirare in porta”. 



46’: ricomincia il secondo tempo. L’Italia sembra più tranquilla e sicura di sé. 



54’: la strategia ideata da Prandelli funziona immediatamente. Lorenzo Pellegrini effettua un cross (che non è un tiro) e Bernardeschi, che ricorda bene le parole del suo allenatore, finge di tirare il pallone di testa, ma in realtà la lascia scorrere. È gol. Bernardeschi esulta, vuole mascherare la strategia che li ha portati in vantaggio, ma la FIFA ha installato un sensore nel pallone: l’Italia è stata smascherata, il gol è di Pellegrini. L’Uruguay corre ai ripari. 



90+7’: l’Italia soffre, l’Uruguay colpisce il palo e va vicino al gol in almeno un altro paio di occasioni. Suarez, che prima del suo ingresso in campo ha trovato un accordo lampo con i Los Angeles Galaxy solo per giocare il derby contro Chiellini, potrebbe segnare da un momento all’altro. All’improvviso ecco l’episodio che cambia tutto: Gimenez, per evitare di far passare un tunnel che poi non avrebbe portato a nessun tiro dell’Italia, tocca il pallone con la mano. Va Pellegrini sul dischetto, deve tirare per forza. Davanti a lui c’è Muslera, un volto noto. Posiziona il pallone a terra e nel mentre ripensa alle ore passate davanti ai video “Francesco Totti Best Goals & Skills” presenti su YouTube. Calcia come avrebbe fatto lui e segna: l’Italia ha vinto e si è qualificata agli ottavi di finale di Qatar 2022. 



Negli spogliatoi c’è aria di festa, è dal 2006 che gli Azzurri non raggiungono gli ottavi di finale della Coppa del Mondo. Eppure qualcosa disturba quel clima di serenità. Tra quattro giorni c’è una partita che si può anche perdere, ma Ranieri continua a sentire un grosso peso addosso. 



Una volta tornato in albergo ripensa agli incubi di alcuni giorni fa. Alla fine è andato tutto bene, si è probabilmente preoccupato per nulla. Eppure a letto non trova pace: si gira e rigira nelle lenzuola fino a quando non appare davanti ai suoi occhi una Kumiho che ha un messaggio per lui: “당신은 그것을 중지해야”. Ranieri, d’istinto, abbassa lo sguardo e legge i sottotitoli: “Devi fermarlo”.

 

 

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