Milan-Juventus del 2003 è un simbolo. Non è solo una finale di Champions League ad altissima tensione, giocata da due grandissime squadre in una fase molto diversa della loro ascesa, ma anche l’ultimo squillo, il peana di un calcio italiano capace di arrivare sul tetto del mondo. 

Il calcio prima degli sceicchi, dei magnati russi, prima della crisi di brand e di calcio dell’intera nazione: prima di arrivare al fallimento azzurro di Ventura, per anni il nostro sport preferito è andato in lento, inesorabile declino, come una casa abbandonata alle intemperie. 

 

Milan-Juventus del 2003, più di una partita

Per questo Milan-Juventus è più di una partita: da una parte la vincitrice di più Champions, dalla leggenda intramontabile, dall’altra la mattatrice indiscussa dei campionati nostrani. Il 28 maggio del 2003 nello stadio del Manchester United, l’Old Trafford, nella patria del calcio si sfidano Milan e Juventus in finale Uefa Champions League. Le arbitra Markus Merk, dopo 9 anni il Milan rialza al cielo la Coppa più importante, per la prima volta disputata tra squadre italiane. 

Il cammino del Milan per arrivare fu lungo e complesso: parte dai preliminari, vinti a fatica con lo Slovan Liberec, poi il trionfo in due gironi a difficoltà crescente: prima La Coruna, Lens e Bayern, poi Real Madrid, Borussia Dortmund e Lokomotiv. La vittoria sull’Ajax (0-0 e 3-2) apre ad un clamoroso derby in semifinale contro l’Inter. Il pass per la finale arriva grazie ad un doppio pareggio (0-0 e 1-1). 

La Juventus molto bene nel primo girone (passato agilmente contro Newcastle, Dinamo Kiev e Feyenoord) fa molto fatica invece, seconda dietro lo United, contro Deportivo e Basilea. Poi passa come un aratro sulle spagnole, prima il Barcellona (1-1, 2-1) e poi il Real Madrid: sconfitta per 2-1 all’andata e clamorosa rimonta per 3-1 nella gara di ritorno. Che costa cara ad Ancelotti: Nedved salterà la finale, sostituito da Camoranesi. 

 

Milan-Juventus del 2003, la partita

Primo tempo con gol annullato, giustamente, a Shevchenko, a causa di Rui Costa: copre la visuale di Buffon, nulla di fatto. Un buon Milan nel primo tempo, poi esce la Juventus, che domina il resto della partita rendendosi però pericolosa solo con un colpo di testa di Antonio Conte (che ora allena l’Inter). 

I supplementari procedono sullo stesso spartito, con il Milan in 10 per 25’ a causa dell’infortunio di Roque Junior. Ai rigori trionfo Milan: sbagliano Trezeguet, Zalayeta e Montero, per il Milan solo Seedorf e Kaladze. Dida sugli scudi: para i 3 rigori, consentendo a Shevchenko di segnare quello decisivo e a Maldini di alzare la Coppa da capitano, in Inghilterra, 40 anni dopo suo padre Cesare. Da quel momento in poi tanto buio, poca Italia in Champions, fino al ritorno della Juventus, l’arrivo di Cristiano Ronaldo, qualche segnale di luce per il nostro calcio.