Che fine ha fatto Marco Van Basten (o meglio, Marcel Van Basten)? Quando giocava lo chiamavano “il cigno di Utrecht”: elegante, potente, ossessionato dal gol e capace di farne di meravigliosi. Prima l’Ajax e poi il Milan hanno costruito i loro successi e la loro fama anche grazie a questo centravanti olandese dinoccolato e meravigliosa da ammirare in campo. 

 

Una carriera fulminante, tra Scudetti, Coppe, 3 Palloni d’Oro. Poi la caviglia dolorante, le operazioni chirurgiche sbagliate, la parola fine scritta troppo presto, a 30 anni. Era il 1995, il dirigente del Milan Adriano Galliani disse: “Il calcio perde il suo Leonardo da Vinci”. L’ultima cosa pubblica di Van Basten? Ha scritto un libro, un’autobiografia, “Fragile”, a marzo 2020. Una lunga analisi della sua carriera, sincera, piena di rimpianto e di riconosciuta fragilità, appunto. Ma cosa ha fatto Marco Van Basten dopo aver appeso prematuramente gli scarpini al chiodo?

 

Marco Van Basten, cosa fa ora?

 

Marco Van Basten si sta dedicando alla famiglia: dalla moglie Liesbeth ha avuto tre figli, Rebecca, Angela e Alexander. Attualmente ricopre il ruolo di ambasciatore del calcio per la UEFA, dopo aver già ricoperto il ruolo di Chief Officer for Technical Development per la FIFA. Ha un account Instagram molto seguito (quasi 460mila follower) dove racconta il suo glorioso passato ma anche le sue attuali passioni. Tra cui il golf. 

 

Marco Van Basten è diventato un giocatore di golf di buon livello, attualmente è il suo migliore hobby. Dopo aver appeso gli scarpini al chiodo ha vissuto momenti durissimi: appena terminata la carriera ha dovuto fare i conti con il dolore alla caviglia e con la depressione, che si è ripresentata, in forma diversa, anche alla fine della sua vita da allenatore. All’inizio è rimasto nel calcio: la sua carriera in panchina inizia proprio all’Ajax, nella squadra giovanile. 

 

La carriera di Marco Van Basten dopo aver fatto il calciatore

 

Considerato fra i migliori giocatori della storia del calcio in maglia rossonera non si può dimenticare l’eccezionale trio assieme ai connazionali Ruud Gullit e Frank Rijkaard, che di fatto è diventato simbolo dei successi ottenuti con Sacchi prima, e Capello poi.

 

L’avventura nel mondo del calcio del Cigno di Utrecht è iniziata all’Ajax , squadra in cui ha giocato dal 1981 al 1987. A 17 anni entra al posto di Cruijff, leggenda del Lancieri, e va subito in rete. Una costante, il rapporto con il maestro del calcio totale: ci litigherà quando l’ex fantasista lo taglierà fuori dal progetto di costruire un’Ajax di bandiere e vecchie glorie. Dall’Ajax da calciatore a quella di allenatore.

 

Ci tornerà dopo aver allenato la Nazionale olandese. Ai Mondiali di Germania 2006 - quelli vinti dall’Italia -  i Paesi Bassi sotto la sua guida arrivano agli ottavi, agli Europei successivi non riescono a superare i quarti. Firma un contratto con l’Ajax e lascia i Paesi Bassi. 

 

Come commissario tecnico olandese, detiene attualmente il record della maggiore percentuale di vittorie sul totale delle partite giocate, tra i CT olandesi con più di dieci partite all'attivo: ha una media del 67,31%. All’Ajax rimane poco: fallisce l’approdo alla Champions League e si dimette. Firma con l’Heerenveen, poi passa all’AZ ma di fatto non l’allenerà mai. Inizialmente congela il contratto per problemi cardiaci, poi la guida tecnica della squadra passa definitivamente al suo vice.

Non regge lo stress della vita da mister, non riesce a gestire la tensione e le aspettative create. Racconterà poi nella sua biografia che, prima di ogni conferenza stampa, era costretto a sdraiarsi per dominare l’ansia e l’angoscia delle domande e delle critiche. Diventa vice di Blind in nazionale, per poi lasciare (probabilmente in disaccordo con la decisione di non includere Gullit nello staff degli Orange post Advocaat, passato al Fenerbahce. 

 

Cosa fa adesso? Oltre a giocare a golf e al ruolo rappresentativo nella UEFA, è anche commentatore sportivo in televisione, anche con Fox Sports. A Fox Sports è stato protagonista di un episodio spiacevole: è stato sospeso per una settimana per aver apostrofato un allenatore con il saluto nazista.

 

L’ultimo Marco Van Basten, tra libri e beneficenza

 

Di recente Van Basten si è molto impegnato anche sul sociale. Ha partecipato alla campagna di sostegno alla ricerca sull’Alzheimer tramite la vendita di speciali calzini e sta lanciando in altri paesi il suo libro, che all’estero ha un titolo diverso: “Basta, My Life, My Truth”. Come opinionista ha espresso spesso opinioni forti: in Italia si discute spesso delle sue critiche al difensore della Juventus de Ligt. Dopo una partita con l’Olanda di recente lo ha apostrofato dicendo: “Con la Juventus non ha imparato niente”. Ha chiesto modifiche importanti al regolamento del calcio, tra cui l’abolizione del fuorigioco e l’introduzione del tempo effettivo di gioco.

 

La sua vita potrebbe diventare una serie tv: la casa di produzione Hollands Licht  ha acquistato i diritti cinematografici del bestseller “Fragile”, che in Olanda ha venduto più di 100k copie e, dopo l’Italia, verrà tradotto anche in Gran Bretagna, Spagna e altri paesi europei. Il produttore della Hollands Licht, Dan Blazer, è ambizioso: “Crediamo che la storia della vita di uno dei più grandi fenomeni calcistici al mondo sia un fantastico punto di partenza per una serie drammatica. Marco pone sempre degli obiettivi ambiziosi, e lo stesso varrà per lo sviluppo di questa serie. Sarà una serie dal fascino internazionale”. La serie si avvarrà della consulenza creativa dell’attore Barry Atsma.