L’antefatto è noto ai più: Orsato non estrae il secondo giallo per Pjanic, reo di un fallo evidente su Rafinha, in Inter-Juventus, stagione 2017/2018. Scoppia la polemica: l’espulsione al minuto 56 avrebbe potuto cambiare del tutto la gara, finita poi 2-3 per la Juventus. 

 

A distanza di anni, l’ex procuratore Pecoraro riapre la polemica, dopo un’intervista a La Repubblica: l’audio di un eventuale confronto tra Orsato e Var non gli è mai stato consegnato. 

 

Inter-Juventus, si riaccende la polemica su Orsato

Il fatto è noto, meno noto il protocollo Var. Come giustamente sottolinea l’ex arbitro Marella sul suo blog, quel contatto non avrebbe avuto bisogno di un colloquio tra Var ed arbitro, dal momento che riguardava una seconda ammonizione, esclusa dalle competenza dell’assistente davanti agli schermi. In realtà, Pecoraro fa capire che, tra arbitro e Var, su altro i colloqui erano stati fitti: “È stata la direzione dell’arbitro Daniele Orsato in Inter-Juventus che mi ha portato ad avere delle tensioni con il mondo arbitrale. Avevo avuto degli esposti, sottoscritti, di associazioni, tifosi, organizzazioni sul suo operato e per non sbagliare chiesi anche ai miei vice se era il caso di aprire o no un procedimento. Io non credo che avremmo trovato prove di malafede e chiesi all’Aia e poi alla Lega, ai soli fini conoscitivi, i dialoghi audio-video tra Var e arbitro di quella partita. Insistetti: fateceli consultare, altrimenti che Procura federale siamo? 

 

Pecoraro riapre la polemica

Il file alla fine arriva, con una sorpresa: “Ce li diedero solo a inizio del campionato successivo. Ma lì ci fu la sorpresa. Apriamo il file e l’unico episodio in cui non c’è audio registrato era l’unico che ci importava: quello tra Orsato e il Var che aveva portato alla mancata espulsione di Pjanic. C’erano i colloqui di tutto tranne che di quello. Mi dissero che non c’era e basta. Io sono certo che non ci sia stato dolo, ma ero obbligato a procedere, anche perché dovevo dare delle risposte a quegli esposti. Alla fine ho archiviato”. Come ricorda il Corriere dello Sport, si è parlato spesso di un suggerimento involontario nei giorni successivi, una prassi tra Var e arbitro per evitare al collega errori marchiani. Valeri, il Var, avrebbe suggerito come di prassi con un “non è rosso, non è rosso” all’arbitro che il fallo era stato evidente, e da giallo. Ma sarebbe stato ignorato. E le polemiche sono destinate a continuare all’infinito.