5 sostituzioni in Champions? La proposta di Agnelli e le nuove regole
In Serie A è una regola che è stata introdotta dopo la clamorosa ed emergenziale sosta dovuta alla pandemia: 5 sostituzioni per permettere alle squadre di reggere meglio il caldo e le fatiche ravvicinate. La Serie A potrebbe essere stata la rampa di lancio per una nuova formula, da testare e sperimentare anche su scala europea.
Per la precisione, si vuole provare ad introdurre questa nuova regola anche in Uefa Champions League: in questo modo le 5 sostituzioni potrebbero facilitare il compito degli allenatori impegnati nella competizione più importante. Per affrontare le gare infrasettimanali spesso si banalizza o si tiene meno conto del campionato. Con 5 sostituzioni cambia tutto.
5 sostituzioni in Champions League, Agnelli preme
In Italia. le 5 sostituzioni sono state confermate anche per la prossima stagione, che si annuncia serrata per via degli Europei estivi. Non solo, si teme un picco di nuovi contagi, che di fatto potrebbe costringere alcuni club a periodi più o meno lunghi di isolamento, senza giocare. In questo modo, anche per eventuali recuperi si potrà comunque provare a forzare un fitto calendario, senza per forzare spremere come limoni i giocatori.
Con la Champions League il discorso potrebbe essere simile: con 5 cambi i club valorizzerebbero al meglio la rosa, di fatto riuscendo ad utilizzarla in profondità. Nello stesso tempo preserverebbero i giocatori migliori da infortuni causati dagli eccessi carichi di lavoro e le partite ravvicinate.
Uno dei più grandi lobbisti in favore dei 5 cambi è il presidente della Juventus, Andrea Agnelli, che di recente si è speso per l’aumento delle sostituzioni: “Germania e Francia hanno già votato in favore del nuovo numero di cambi; in Spagna ne stanno ancora discutendo, penso che in Italia si possa premere per la medesima soluzione. Secondo me dovremmo spingere affinchè si possano vedere le cinque sostituzioni anche in ambito internazionale, nelle competizioni Uefa, in modo da favorire un gioco migliore e che venga incontro alle esigenze delle squadre. Basti pensare che da ottobre a Natale i giocatori delle nazionali saranno impegnati ogni tre giorni per tre mesi“.