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L'NBA e il funzionamento del tanking
In NBA non sempre tutti giocano per vincere. In alcuni casi, infatti, si scende in campo per fare il cosiddetto tanking. Che cos’è questo fenomeno e come può essere utilizzato nel campionato di basket più famoso al mondo? Cerchiamo di capirlo in questo approfondimento.
Che cos’è il tanking nella NBA
Il tanking in NBA è un fenomeno nato negli ultimi anni che ha direttamente a che fare con l’NBA Draft. Potremmo semplicemente definirla una tecnica attuata dalle squadre che sanno di avere poche chance di vincere il titolo, utile per poter diventare più forti nella stagione successiva. In poche parole, le franchigie che decidono di fare tanking sono quelle scelgono di perdere più partite possibili durante la stagione per ottenere maggiori possibilità di scegliere il miglior giovane al Draft dell’anno successivo. Per la stagione 2023, ad esempio, la prima scelta è stata dei San Antonio Spurs che hanno puntato su Victor Wembanyama, fenomeno generazionale che potrebbe segnare un'era in NBA.
Questa strategia, che da diversi anni viene messa in atto da molte squadre, ha naturalmente allarmato la NBA, che nel Draft vede uno strumento in grado di dare omogeneità al talento delle squadre e non un mezzo da sfruttare per poter falsare la stagione. Dal 2019, infatti, il regolamento dei pick è cambiato: prima chi aveva il record negativo peggiore aveva grandi possibilità di ottenere il miglior giocatore in circolazione, mentre ora le ultime tre squadre hanno le stesse percentuali di chance. Ma tutto ciò, comunque, non sembra voler fermare le intenzioni di fare tanking anche quest’anno.