La carriera di Luigi Datome volge al termine. Il cestista italiano ha annunciato l’intenzione di ritirarsi dalla pallacanestro professionistica a settembre, subito dopo i Mondiali che disputerà con la maglia della nazionale italiana, di cui è anche capitano. Una notizia che ha inevitabilmente colpito gli appassionati, che dovranno congedarsi da uno dei simboli del movimento nostrano degli ultimi anni.

 

Professionista dal 2003, Datome ha vissuto una carriera ad alti livelli in Italia e in Europa, togliendosi la soddisfazione di giocare anche in NBA.  

 

Scopriamo i momenti salienti della sua carriera.  

 

 

Gli esordi tra Siena e la Virtus Roma  

 

Gigi Datome nasce a Montebelluna, provincia di Treviso, il 27 novembre del 1987. La sua famiglia, tuttavia, si trasferisce ben presto a Olbia ed è qui che nasce la passione per la pallacanestro. Con la squadra locale, la Santa Croce Olbia, riesce a mettersi in luce sin dalle giovanili e questo gli vale la chiamata dalla Mens Sana Siena. Era il 2003 e all’epoca la squadra toscana era ai vertici del basket italiano, guidata da Charlie Recalcati.  

 

In Toscana, Datome si forma come professionista e impara dalle stelle della squadra. Vince uno scudetto, ma da comprimario. Il vero salto di qualità lo compie con la Virtus Roma. Qui il talento del ragazzo cresciuto in Sardegna esplode in tutto il suo splendore. Diventa il simbolo della compagine capitolina, con la quale gioca dal 2008 al 2013. Non riesce a centrare il titolo, andandoci comunque vicino con la finale, ma ottiene il premio di miglior Under-22 nel 2009, mentre nella stagione 2012-13 si laurea MVP della Serie A. Proprio quell’anno riuscì, da capitano, a guidare la Virtus Roma alle finali scudetto. Fu proprio la sua ex-squadra, la Montepaschi Siena, a frenare i sogni di gloria.  

 

L’arrivo in NBA di Gigi Datome

 

Ottimo tiratore da tre, abile in difesa e dotato di una fisicità fuori dal comune, Gigi Datome non poteva passare inosservato in NBA. Già nel 2009 tenta di avvicinarsi alla lega americana dichiarandosi eleggibile per il draft, ma l’attesa chiamata non arriva. Dovette aspettare qualche anno e, alla fine, nel 2013, arriva l’offerta dai Detroit Pistons. Dopo anni di gloria, con tanto di anello NBA, la franchigia del Michigan stava vivendo una fase di rebuilding.  

 

Datome veniva dagli Europei, i primi giocati con la fascia di capitano della nazionale italiana. Un infortunio al piede rimediato nel corso della rassegna, gli impedisce di partecipare alla pre-season. Questo rende difficile l’inserimento nel nuovo contesto. L’esordio arriva il 30 ottobre 2013 nella partita contro i Washington Wizards, in cui si ritagliò una manciata di secondi nel garbage time. Alla fine conclude l’annata con 34 apparizioni, tutte dalla panchina, una media di 7 minuti e 2,4 punti, con un massimo di 13 contro i Cleveland Cavaliers.  

 

Il bilancio non esaltante della prima stagione non si risolleva l’anno seguente. Un nuovo scossone di organico e guida tecnica nei Detroit Pistons, mette Datome a margine delle rotazioni. Disputa solo tre partite nella prima parte dell’annata, finendo anche ‘retrocesso’ in D-League per accumulare minutaggio. Prima della trade deadline, viene scambiato con i Boston Celtics.  

 

In Massachussests, l’ala sarda vede crescere il minutaggio e ha la possibilità di disputare i play-off NBA. Nell’ultima parte di regular season gioca una media di 10,7 minuti a partita e mette a segno 5,2 punti. Impiego che si riduce nelle partite di off season, dove riesce a calcare il campo per pochi minuti.

 

L’esperienza ai Boston Celtics segna la fine del percorso in NBA. Proprio in questa fase riesce a raggiungere il suo carreer high di punti, 22 contro i Milwaukee Bucks.  

 

Il ritorno in Europa di Datome

 

Oltre alle capacità tecniche, Datome si è distinto in carriera anche per la sua leadership. Per oltre dieci anni è stato il leader carismatico della Nazionale Italiana e questa sua caratteristica è stata fondamentale nel prosieguo della sua carriera.  

 

Terminata l’esperienza NBA, firma con il Fenerbache, con cui giocherà fino al 2020. L’esperienza in Turchia rappresenta l’apice della carriera dell’azzurro. L’avventura americana gli ha permesso di acquisire maggiore consapevolezza dei propri mezzi, mettendo in campo anche una certa esperienza.  

 

Con il Fenerbache diventa una delle stelle dell’Eurolega. Dopo aver raggiunto la finale nel 2015-16, trascina la compagine di Istanbul al successo nel 2016-17, realizzando una storica doppietta con il campionato. A livello di titoli individuali e di squadra, è uno dei momenti più floridi della sua carriera.  

 

 

L’ultimo capitolo: l’Olimpia Milano

 

Uno dei simboli della pallacanestro italiana non poteva non concludere la propria carriera in patria E così dopo aver vinto tutto con la maglia del Fenerbache, Datome firma con l’Olimpia Milano. È il 2020 e l’Italia si appresta a ripartire dopo la pandemia da Covid-19.  

 

C’è la voglia di vincere lo scudetto da protagonista. Sono lontani i tempi di Siena, quando era un giovane emergente che cercava di imparare dai più grandi. Il primo anno il sogno si infrange sulla Virtus Bologna che, trascinata dal fuoriclasse Milos Teodosic, stende Milano in finale con un secco 4-0. La rivincita, tuttavia, è dietro l’angolo e l’anno seguente l’Olimpia Milano si rifà e conquista il titolo. Una grande soddisfazione per Datome, che riesce a bissare anche nella stagione 2022-23. Ed è proprio al termine delle finals, sempre contro Bologna, che arriva l’annuncio dell’imminente ritiro.  

 

Manca un ultimo appuntamento, i Mondiali. In una carriera costellata di successi e soddisfazioni individuali, manca il colpaccio con la Nazionale. La strada è decisamente in salita, tuttavia Datome proverà a togliersi un’ultima soddisfazione. L’ultima sfida per il campione di Montebelluna, ma cresciuto in Sardegna, è dietro l’angolo.