La svolta drammatica, a lungo invocata soprattutto dopo la terza giornata di gironi alla camomilla, è finalmente arrivata. Non stiamo parlando della prestazione dell'Italia, di cui abbiamo già discusso, quanto del resto del tabellone a eliminazione diretta di Euro 2024. Non ci siamo fatti mancare niente. Una rovesciata salva-inglesi al 95' di Jude Bellingham, che oggi su un campo di calcio è quanto di più simile a Michael Jordan in termini di aura e predestinazione. Una parata alla Gordon Banks di Fehmi Mert Günok, che a 35 anni nobilita una carriera ordinaria regalandosi la sua notte da leoni sotto il diluvio di Lipsia, ricordandoci che abbiamo sempre un gran bisogno di eroi. Esempi di organizzazione feroce come la Svizzera o, molto più in grande, la Spagna Meccanica di De La Fuente che, se avesse voluto, sarebbe anche potuta arrivare in doppia cifra contro l'eroico Mamardashvili. Almeno tre tentativi di fare gol da centrocampo, tutti con esito rivedibile, da parte di Kvaratskhelia, Arda Guler e Strelec che hanno voluto rivendicare il primato della fantasia sui lacci e lacciuoli della tattica. Qualche giocatore più in difficoltà di altri, su tutti un Lukaku triste solitario y final cancellato dal campo dal portentoso Saliba, ma anche il povero Joachim Andersen, il difensore danese con un cognome da fiaba che invece ha vissuto un incubo lungo due minuti, prima facendosi cancellare un gol dal VAR per cinque centimetri di fuorigioco e subito dopo vedendosi smascherare un fallo di mano da rigore. Tutti sontuosi elementi di contorno al cospetto della portata principale: il divo Cristiano.