Tre quarti di finale su quattro di Euro 2024 hanno avuto bisogno di supplementari e rigori per decretare la vincitrice; stesso discorso anche in Coppa America, dove l'assenza di extra-time ha subito fatto sdrucciolare ai rigori Argentina-Ecuador, Venezuela-Canada e Uruguay-Brasile. È il segno di un calcio per Nazionali che si è fatto sempre più livellato ed equilibrato – per qualcuno, verso il basso, e la deludente media-gol di questo Euro 2024 sembra confermare questa tesi: 108 gol in 48 partite, media da 2,25 reti a partita, molto lontana dal 2,79 di tre anni fa. Mancano ancora tre partite, anche se le semifinali e la finale di un grande torneo non sembrano il terreno ideale per raccogliere valanghe di gol. Si attacca peggio? Si difende meglio? Come spesso banalmente accade in questi contesti, sono vere entrambe le affermazioni.

 

 

L’Europeo non brillante delle stelle annunciate o semplicemente attese – Mbappé, Lukaku, Ronaldo, Morata, Foden, Scamacca – non ha una matrice comune. Gli inglesi possono scomodare il classico alibi della stanchezza, che però regge fino a un certo punto: Rodri non ha certamente riposato di più del suo compagno Foden, eppure sta disputando un Europeo scintillante. La Francia è alle prese con la fisiologica parabola discendente del ciclo di Deschamps, un destino comune a tutte le squadre che si affidano per troppi anni allo stesso allenatore: paradossalmente le prestazioni appannate di Griezmann e soprattutto di Mbappé, confessate anche dallo stesso ct, tirano acqua al mulino di un gioco molto difensivo, affidato quasi esclusivamente alle ripartenze, che hanno prodotto il record di una semifinale conquistata senza nemmeno segnare un gol su azione, ma anche senza mai subirlo. L'Olanda si colloca a metà del guado, uno strano animale calcistico governato con personalità ma anche con un po' di confusione da Ronald Koeman, allenatore dalle mille vite calcistiche non tutte memorabili. Gli orange sono arrivati fin qui esprimendo un calcio contraddittorio anche all'interno della stessa partita: momenti in cui sembrano irresistibili, come per un'ora contro la Romania o nella parte centrale della ripresa contro la Turchia, si alternano a frammenti di panico puro, come l'ultimo quarto d'ora dell'altro ieri, in cui hanno concesso quattro occasioni pulite a un'avversaria che sembrava sfinita. Le sue certezze sono soprattutto individuali: l'affidabilità di Van Dijk e De Vrij, la pulizia in cabina di regia del milanista Reijnders, qualche strappo irresistibile di Dumfries (che con i suoi alti e bassi è il vero simbolo dell'ondivaga Olanda) e soprattutto la qualità e l'intensità di Gakpo che in questa valle di lacrime è il miglior attaccante del torneo.