La Formula 1 degli ultimi tempi sta diventando sempre di più uno sport in grado di intrattenere milioni di spettatori nel mondo. Il merito va dato alle scuderie e ai talentuosi piloti che salgono sulle macchine ogni weekend: un mix di veterani e giovani talenti che si danno battaglia per ottenere il gradino più alto del podio. 



Tra questi ce n’è uno in particolare che è entrato nel cuore dei tifosi della Ferrari: il predestinato, Charles Leclerc. Il monegasco si porta sulle spalle un soprannome importante, che sarebbe difficile da sostenere un po’ per tutti. Ma perché viene chiamato così? Scopriamolo con questo approfondimento.



Perché Charles Leclerc viene chiamato il predestinato della F1



Charles Leclerc è uno dei piloti più promettenti della Formula 1. Corre in Ferrari dal 2019, con cui ha già conquistato diversi Gran Premi (tra i più memorabili c’è proprio il GP di Monza 2019, e più di recente ha trionfato anche nell'edizione 2024). Da diverso tempo gli appassionati di motori si saranno resi conto che, ogni qual volta che il monegasco si appresta a vincere una gara, il telecronista Carlo Vanzini chiama il pilota con l’appellativo “il predestinato”: ma perché lo fa? Il soprannome è stato scelto proprio dal giornalista, che probabilmente ha deciso di chiamare il pilota in questo modo per via della sua storia e del suo talento




Charles Leclerc, infatti, sembra davvero un predestinato alla vittoria: con i kart da bambino ha vinto di tutto e lo stesso è accaduto crescendo, quando ha dominato il campionato di GP3 e quello di Formula 2 Dopodiché è arrivata la chiamata della Ferrari Driver Academy, dove è diventato collaudatore della scuderia di Maranello e della Haas. Da qui alla prima gara in Formula 1 è passato pochissimo tempo: prima la Sauber e subito dopo la Ferrari, con cui ha conquistato successi indimenticabili.

 

Un bambino prodigio che, crescendo, sta aiutando la Rossa a tornare grande. Leclerc potrebbe davvero essere la persona che riporterà a Maranello il titolo mondiale dopo tantissimi anni. La sua, poi, è anche una storia difficile, di un pilota che è cresciuto amando un mondo, quello delle corse, che però gli ha portato via due carissimi amici: Jules Bianchi e Antoine Hubert. Anche suo padre Hervé, ex pilota degli anni ‘80, si è spento all’età di 54 anni, mentre lui correva in F2. Leclerc probabilmente corre anche con un pensiero rivolto a loro.