Croce e delizia dei moviolisti e delle discussioni da bar, il fuorigioco per anni è stato al centro del dibattito: le regole in questione - pur abbastanza semplici - sono sempre state discusse. Qualcuno ha perfino proposto di abolirlo. Ma quali sono le regole del fuorigioco, e come è cambiato il regolamento negli anni? Scopriamolo insieme.

 

Regole del fuorigioco da sapere



Partiamo dalla base: il fuorigioco è una delle regole più complesse da spiegare a chi non segue il calcio. Il punto 12 del Regolamento FIGC è chiaro, ma ci sono state molte difficoltà interpretative, errori piccoli e grandi.

 

Stare in fuorigioco di per sé non è considerato uno strappo al regolamento, ogni giocatore è libero di rimanerci, ma attenzione.

 

Regola del fuorigioco -  Un calciatore è in posizione di fuorigioco quando una qualsiasi parte del suo corpo (eccetto braccia e mani) si trova nella metà avversaria del terreno di gioco e nel frattempo un compagno gli calcia il pallone e l’attaccante:

 

  • interviene nel gioco, ovvero tocca il pallone o prova a toccarlo, o si interessa attivamente all’azione. 
  • interferisce sull’avversario: in passato si definiva interferenza ostruire il cono visivo o fare gesti che potessero essere di distrazione. Dal 2013 la regola è cambiata: e si parla di contesa del pallone ad un metro del giocatore, oltre che di cono visivo. 
  • tentando chiaramente di giocare il pallone,
  • facendo un'evidente azione che impedisce o limita la possibilità dell’avversario di toccare il pallone
  • trae vantaggio dalla sua posizione di fuorigioc, ovvero, per regolamento, tocca il pallone che è stato rimbalzato da un avversario, da un palo, dalla traversa, da una bandierina d'angolo, dall'arbitro o da un suo assistente sul terreno di gioco; per quanto riguarda la deviazione dell'avversario, dal 2013 il vantaggio in fuorigioco  sussiste solo se la deviazione è involontaria.

 

Dunque per intenderci, il fuorigioco più comune: tocco filtrante di un compagno, attaccante che parte in anticipo ed è già oltre la linea dei difensori. Per questo motivo, in moviola o nei replay, spesso vedete un gioco di linee: tutto dipende dal momento esatto del tocco del compagno, e dalla linea tirata tra il difensore e le parti del corpo dell’attaccante. 

 

Il fuorigioco non esiste mai se: al tocco del compagno, si parte dalla propria metà campo, o si riceve il pallone da rimessa dal fondo, dalla rimessa laterale, da calcio d’angolo. 

 

Regole del fuorigioco, il VAR 



Al netto delle modifiche del 2013, l’arrivo del VAR ha modificato la percezione stessa del fuorigioco. In tempo reale in sala VAR si può rivedere l’azione con precisione quasi millimetrica. Il VAR interviene in caso di rete in fuorigioco, c’è sempre un check che riguarda la posizione degli attaccanti in caso di gol.

 

I limiti del VAR sul fuorigioco sono perlopiù tecnici: la velocità del gioco e i limiti tecnici delle telecamere rendono impossibile le rilevazioni millesimali sia temporali, di secondo, sia spaziali, di centimetro. 

 

I limiti sono tecnici: le telecamere sono di altissima qualità, ma spesso si tratta di un singolo fotogramma. arrivano a una frequenza di campionamento di 250 Hertz. Per intenderci, si tratta di 250 frame per secondo (fps). L’arbitro potrà dunque vedere 250 immagini diverse per ogni secondo "reale" di ripresa. Tra un frame e l’altro c’è un margine di errore di 4 millisecondi.

 

Su Fanpage viene spiegato con cura che il tocco del pallone è velocissimo, il tocco avviene a una velocità di 1,2 millisecondi. Un momento di anticipo o di ritardo può determinare un errore, millimetrico e magari accettabile, che può però condizionare il risultato. 

 

Il fuorigioco passivo



Il fuorigioco passivo è altra nozione da imparare per comprendere alcune scelte arbitrali. Nel calcio si verifica quando un giocatore attaccante è in posizione di fuorigioco, ma non sta tentando di giocare la palla o di essere coinvolto nel gioco. Di fatto non deve interferire nel gioco, anzi deve proprio disinteressarsene. Ci avrete fatto caso, a volte gli attaccanti che sanno di partire in fuorigioco fanno proprio finta che il pallone non esista. In questo modo, l’azione può continuare, e magari compagni di squadra possono avventarsi sul pallone.

 

Fuorigioco, l’attuale metro di giudizio degli arbitri e dei guardalinee



Attualmente sul fuorigioco la linea tirata dai dirigenti dell’AIA è chiara: a meno di casi particolarmente eclatanti, il guardalinee prima di segnalare la posizione di fuorigioco dovrà attendere lo sviluppo dell’azione.

 

Questa accortezza serve proprio per evitare che una sua eventuale segnalazione sbagliata abbia ricadute decisive della partita. In questo modo, ad esempio, in caso di azione che va in gol, il check del VAR potrà poi eventualmente correggere o confermare la segnalazione del fuorigioco.