Le regole del baseball: ecco come si gioca
Gli appassionati ci perdoneranno, il baseball è diventato conosciuto in Italia per vari motivi, ma di certo un peso specifico importante ce l’ha avuto la televisione. Se qualche fortunato avrà anche letto il potente romanzo di DeLillo “Underworld”, quasi tutti invece si saranno imbattuti in inning giocati in praticamente qualsiasi serie tv o in qualsiasi sceneggiatura targata USA.
I film sono pieni di scene famose o di intermezzi sportivi con pallina, battute, corse e fuoricampo di ogni genere. I più curiosi se lo staranno chiedendo: ma quali sono le regole del baseball? Per i più curiosi ci siamo noi.
Le regole del baseball in breve
Il baseball è uno sport americano per eccellenza: nasce nel 1839 a Cooperstown, negli Stati Uniti, si sviluppa nel Vecchio Continente anche in seguito alla Seconda Guerra Mondiale, con lo sbarco di ingenti truppe americane sul suolo europeo.
Partiamo dal regolamento base del baseball: le squadre che giocano sono due, composte da 9 giocatori, che si affrontano in 9 inning (tempi di gioco). Durante gli inning le due squadre si alternano in attacco e in difesa. La squadra che attacca ha l’obiettivo di fare il maggior numero di punti.
Una scena che sicuramente avrete visto in tv: il lanciatore di una delle due squadre effettua un tiro con la pallina verso il battitore avversario. Il battitore proverà a colpirla, colpendola con una mazza di legno (la classica “mazza da baseball”, appunto).
Ma perché si batte? L’obiettivo è uno solo: chi ha la mazza deve correre in senso anti-orario su una serie di basi sul terreno di gioco, dopo aver colpito la pallina battuta, se riesce. Ci sono 4 basi da raggiungere, posizionate agli angoli del campo (detto “diamante”).
Si può correre nel momento in cui la pallina è in volo, colpita dal battitore. Il punto finale di arrivo di ogni giocatore è lo stesso dal quale è partito. Viene definita casa-base. Chi arriva alla casa base senza essere eliminato fa punto.
Durante ogni inning ogni squadra ha 9 chance di attacco e 9 di difesa. La partita è diretta da quattro arbitri, c’è n’è uno per ogni base, per controllare l’arrivo dei giocatori. L’arbitro più importante è quello della casa-base, che controlla invece lanci e battute.
Questo è ovviamente il regolamento base, ma, come avrete capito, i compiti delle squadre in battuta e difesa sono molto diversi.
La squadra in battuta
Dunque, torniamo all’inizio: il lanciatore prova a superare il battitore con il lancio della pallina. Se ci riesce, lo elimina. Se invece chi ha la mazza riesce a colpire la pallina, a quel punto comincerà a correre.
Il compito della squadra che difende sarà recuperare il prima possibile la pallina provando a “bruciare” il battitore sul tempo, cogliendolo in fallo fuori dalle basi. Se invece la pallina viene recuperata ma il battitore è riuscito a raggiungere la base, il gioco va avanti.
Ogni attaccante che riesce a tornare in casa-base dopo aver toccato le altre tre basi in senso antiorario conquista un punto per la sua squadra, vince ovviamente chi fa più punti (ma fino a qui c’eravate arrivati). Per essere eliminato, un battitore deve mancare la pallina 3 volte (deve quindi subire 3 strike, con la pallina che finisce sul guantone del ricevitore).
La squadra in difesa
La squadra in difesa è quella del lanciatore. Il lanciatore con 3 strike elimina il battitore, togliendogli dunque la possibilità di fare punto. Per questo motivo i lanci dovranno essere perfetti, calibrati, con tutto l’effetto possibile.
Ci sono 3 modi per eliminare i battitori o gli avversari: quello al volo (afferrando la pallina battuta al volo), eliminazione sulle basi (in caso di corsa obbligatoria, semplicemente lanciando la pallina al difensore sulla base dove si sta dirigendo l’attaccante, altrimenti va proprio inseguito e toccato con la pallina) e eliminazione direttamente in battuta. Qui c’è tutto un immenso gioco di tecnica e psicologia, che in certi momenti della partita può essere decisivo.
Il duello tra lanciatore e battitore è quello fondamentale del baseball, il più importante. Una palla che arriva nella zona tra ascella e ginocchio del battitore - se certificata dall’arbitro - equivale ad uno strike.
Ogni lanciatore può provare lanci diversi, dicevamo: a seconda dell’impugnatura della pallina la traiettoria sarà diversa. Dalla palle “curve”, con una traiettoria molto arcuata, a quelle dritte e potenti, con diverse sfumature, fino a quelle lente: un buon lanciatore cercherà di sorprendere il battitore, che a sua volta proverà a capirne in anticipo le intenzioni, basandosi sull’impugnatura e sulle sue abitudini, se conosciute e studiate per tempo.
Il lanciatore dovrà cercare di non prestarsi alla strategia del battitore, che a sua volta cercherà la pallina da colpire giusta per provare a conquistare più basi possibili, o provare il mitico fuoricampo.
Il fuoricampo è una battuta valida grazie alla quale il battitore può girare tutte le basi, finendo a casa base e realizzando in tal modo un punto per la propria squadra. Non solo, se altri battitori sono già sulle basi, li potrà "portare a casa", facendogli fare punto.
Nelle statistiche viene abbreviato in HR, da “home-run”, corsa-casa. Esiste sia il fuoricampo interno - in un campo molto grande, o in presenza di condizioni particolari che impediscano alla squadra di recuperare la pallina.
Un fuoricampo con 4 basi piene viene detto “grande slam”, e permette di totalizzare ben 4 punti con una sola giocata.
Il classico fuoricampo è ovviamente quello “fuori dallo stadio”, che di fatto impedisce qualsiasi tentativo di recupero. Il record assoluto di fuoricampo ce l’ha Sadaharu Oh, che ne ha totalizzati 868 in carriera, tutti in Giappone, con gli Yomiuri Giants.