La Salernitana si è rinforzata con Ochoa, portiere messicano che si è rimesso in mostra durante i Mondiali del 2022 grazie anche a un rigore parato a Robert Lewandowski. Ochoa vanta una carriera lunghissima e parecchie storie da raccontare, come la leggenda delle 6 dita che lo ha reso ancor più celebre durante i Mondiali del 2014 disputati in Brasile. 

 

Ochoa e le 6 dita: la storia



Tra le tante storie che circondano il portiere messicano, ce n’è una che vale la pena raccontare: quella di Ochoa e le 6 dita. Più che una storia è una vera e propria leggenda, nata grazie al potere del web e quella voglia irrefrenabile che tutti hanno di creare meme. Tutto inizia nel 2014, quando il classe 1985 gioca per la prima volta una Coppa del Mondo con il Messico da titolare. Contro il Brasile di Neymar, che gioca in casa quel Mondiale, è impeccabile. Tira giù la saracinesca e non lascia passare nulla, permettendo agli Aztechi di conquistare un punto grazie a uno 0-0.



Proprio in quel momento il potere dell’internet misto a quello dei meme dà vita a una storia che ha dell’assurdo, ma che il portiere non ha mai provato a smentire. Tutto nasce da uno scherzo, che vuole che il portiere messicano sia riuscito a parare tutti i tiri della nazionale verdeoro grazie a una mano che ha 6 dita. Sui social iniziano a spuntare fotomontaggi dei suoi guantoni e della sua mano destra, sempre con un dito in più. Memo (questo il suo soprannome) ci gioca su, alimentando al tempo stesso lo scherzo e la leggenda.

 

 

La storia delle 6 dita di Guillermo Ochoa, che assomiglia quasi più a un superpotere che lo aiuta a parare, è comunque un ottimo biglietto con il quale presentarsi ai tifosi della Salernitana, che avranno sicuramente avuto modo di vederlo giocare durante gli ultimi Mondiali. Per lui, questa in Italia, è la quinta avventura europea dopo aver giocato in Ligue 1 con l’Ajaccio, in Liga con Malaga e Granada e in Belgio con lo Standard Liegi. Durante le ultime Olimpiadi di Tokyo ha conquistato un bronzo in un torneo vinto poi sempre da quel Brasile che però, lui, aveva fermato durante la Coppa del Mondo.