Il litigio tra Immobile e Cairo cantato da Battiato
Al suono di cavigliere del katakali (qualunque suono abbiano) Urbano Cairo a fine Lazio-Torino ha litigato un po’ con tutti.
Premessa senza Battiato: il Torino si è salvato strappando un punticino all’Olimpico contro la Lazio. Una partita nervosa, percorsa da un brutto arbitraggio di Fabbri, che prima ha annullato una rete a Ciro Immobile francamente complicata da annullare, poi ha sorvolato su due rigori richiesti dalla Lazio per darne uno ai biancocelesti allo scadere, che il suddetto attaccante ha spedito sul palo. Toro salvo con grandi sofferenze, Benevento in Serie B
A questo punto comincia il Cairo-Show: dopo vari turbamenti incontrati sulla via di Lazio-Torino, Cairo evidentemente non sollevato da dolori e sbalzi di umori prova a superare le correnti gravitazionali per non far invecchiare Lotito. Non crediamo per dargli dell’essere speciale, pensiamo di poterlo dire senza tema di sbagliare.
Una volta che i suoi hanno smesso di vagare per il campo (non del Tennesse, ma dell’Olimpico), più veloce di aquile si è diretto poi davanti allo spogliatoio della Lazio. Pieni gli alberghi a Tunisi, e pure i post Instagram di Ciro Immobile a fine partita.
L’accusa choc di Immobile, la risposta di Cairo (e un piccolo tributo a Battiato)
Non ci vogliono Gesuiti euclidei per capire che a fine partita è successo qualcosa di grosso, piuttosto lontano dai centri di gravità permanenti di telecamere e cronisti: davanti allo spogliatoio Urbano Cairo non le avrebbe mandate a dire a Ciro Immobile, reo di “aver giocato con il sangue agli occhi”, e di aver giocato “da positivo” la gara dell’andata.
INCISO SENZA BATTIATO – Il Torino dopo la rocambolesca gara di andata (vinta 3-4 dai biancocelesti allo scadere) ha accusato la Lazio di aver fatto giocare Immobile da positivo, vicenda per cui Lotito è stato poi condannato per 12 mesi (per aver infranto il protocollo e non aver avvertito la Asl, non per Immobile). A mezzo stampa è nata una robusta campagna su questo caos tamponi, paventando radiazioni e/o retrocessioni (tra l’altro, in maniera curiosa, anche su molti giornali dello stesso Cairo).
Immobile su Instagram non si è sentito spinto ad essere migliore, con più volontà dalle parole di Cairo. Probabilmente Cairo non è andato a cercarlo perché sta bene con lui, o perché ha bisogno della sua presenza:
“Tutti sanno chi è Ciro Immobile. Dentro il campo, e soprattutto fuori. Posso accettare le critiche al calciatore, non gravi offese diffamatorie all’uomo che sono. Soprattutto se quest’ultime arrivano da dirigenti del mondo del calcio. Al termine della partita di questa sera il Presidente del Torino Urbano Cairo mi ha raggiunto all’ingresso dello spogliatoio della Lazio iniziando ad offendermi, a scagliarsi verbalmente nei miei confronti rivolgendomi gravi accuse infamatorie, accusandomi di aver giocato la partita con “il sangue agli occhi”, e altre cose riguardanti anche la gara d’andata di questo campionato disputata contro il Torino, arrivando perfino a dirmi che ho giocato quella gara positivo al Covid”.
A questo punto, a stretto giro più veloce di un Cuccuruccu Paloma, è arrivata l’aiaiaia risposta di Cairo, sempre su Instagram (i social contemporanei ci buttano giù, ma ok): “Anch’io so chi è Ciro Immobile. Un calciatore che è venuto al Torino dopo un campionato deludente al Genoa per rilanciarsi. Ventura gli ha dato fiducia e lui ha fatto bene al Toro. Io pensavo che rimanesse volentieri almeno un altro anno e lui, Ciro Immobile, ha fatto il diavolo a quattro per andare al Borussia Dortmund. Ha avuto un’altra stagione deludente e il Borussia lo ha prestato al Siviglia. Anche lì, Ciro Immobile non è andato bene e allora mi ha telefonato e mi ha chiesto per favore di tornare al Toro. Io, che gli ero affezionato, l’ho accontentato. Ha fatto un girone di ritorno non molto brillante, ma io che ci tenevo molto a lui lo avrei voluto riscattare comunque. Ma lui, Ciro Immobile, questa volta non mi ha chiamato personalmente, ma mi ha fatto dire dal suo procuratore che per motivi personali non poteva restare a Torino. E allora non l’ho riscattato perché ho capito chi è Ciro Immobile”.
Verrebbe da dire che la stagione dell’amore viene e va, e questi desideri tra i due sono invecchiati piuttosto male in realtà, contraddicendo il nostro Battiato. Ma l’abbiamo scomodato sin troppo, abbiamo speso male il suo tempo. O forse lui, il maestro, è già in un posto no time, no space. Al di sopra di questa povera patria di calciatori e presidenti litigiosi, dove le aquile non volano a stormi, e vivo è il rimpianto della sua grandezza smarrita, nell’ombra della luce.