I migliori numeri 10 della Nazionale italiana
Sono loro la luce del calcio. Sono i migliori: hanno acceso le platee, hanno innalzato il tasso adrenalinico delle partite della Nazionale italiana. I 10 più talentuosi, ribelli, capaci di illuminare il gioco e prendersi il palcoscenico. Giocate di altissima scuola, colpi di tacco, genialità e tocchi di suola: per loro non è mai esistito lo scarto tra la fantasia e l’azione. La giocata stessa è l’estensione della loro mente geniale, mix di idea purissima e composizione tecnica riuscita.
La loro storia con la Nazionale è fatta di luci accecanti e ombre: dal cucchiaio di Francesco Totti al rigore sbagliato da Roberto Baggio a Pasadena che non rende giustizia al suo splendido cammino, dai trofei vinti agli appuntamenti mancati. I 10 hanno fatto lo storia della Nazionale: nel nostro cammino di avvicinamento agli Europei 2020 abbiamo scelto di raccontarne classe e opere maiuscole. Sono passati alla storia, ma chi sono i migliori 10 della nazionale italiana?
I migliori 10 della Nazionale italiana
1) Gianni Rivera
Ha trascinato l’Italia nella vittoria del suo unico Europeo della storia, nel 1968, ha vinto praticamente tutto, è stato anche Pallone d’Oro nel 1968. Pasolini diceva di lui: “la sua è una prosa poetica, un elzeviro”. Elegante, forse un po’ fragile (almeno così la pensava Gianni Brera), intorno a lui il Milan ha creato una squadra di successo incredibile negli anni ’60. Celebre la sua rivalità con Mazzola.
2) Valentino Mazzola
Basterebbe dire che stiamo parlando del capitano e del numero 10 di quello che è passato alla leggenda come “il Grande Torino”, tragicamente scomparso in un incidente aereo sulla collina di Superga. Aveva un gesto caratteristico: si arrotolava le maniche, ed era il momento in cui la fantasia e la classe straripavano dai suoi piedi in una serie di giocate irresistibili.
3) Giuseppe Meazza
Non è un caso che lo stadio dove giocano Milan ed Inter porti il suo nome: si tratta di una leggenda. Recordman di reti con la maglia dell’Inter, con l’Italia ha vinto due Mondiali, del ’34 e del ’38. Goleador epocale, grandissimo piede, 3 volte capocannoniere: il suo calcio non c’è più ma la sua statura leggendaria non è solo incisa su uno stadio, ma nella Hall of Fame del calcio mondiale.
4) Roberto Baggio
Lo chiamavano il “Divin Codino”. E della divinità ha sempre avuto di certo qualcosa: in lui il genio vive. Superfluo ricordare il fatale rigore di Pasadena, che è costato all’Italia il Mondiale di Usa ’94 (ne ha parlato di recente in un’intervista commovente). Baggio è stato molto altro, anzi tutt’altro: colpi incredibili e dribbling secchi, fiuto, istinto, tiri inimmaginabili e fantasia sfrenata. Un trascinatore che ha segnato un’epoca.
5) Francesco Totti
Forse l’ultimo grande 10 di questa classifica per caratura tecnica e carisma: il capitano della Roma Francesco Totti non è solo una bandiera della sua squadra, l’unica in cui ha giocato, ma è anche stato un 10 ipermoderno, geniale, capace di verticalizzare praticamente di spalle, intuendo il calcio prima del resto dei giocatori in campo. Le sue punizioni, le sue prodezze balistiche al volo o da fermo sono il suo marchio di fabbrica: in Nazionale viene ricordato anche, tra le altre cose, per un celebre e iconico ‘cucchiaio’ a Van der Sar (anche se Totti vestiva la maglia n.20) in una lotteria dei rigori che difficilmente gli appassionati azzurri dimenticheranno (agli Europei del 2000 contro l’Olanda). Menzione d’onore per la voce incredibile di Bruno Pizzul: il termine ‘cucchiaio’ entrò in voga dopo, ma lui ha avuto l’intuizione e la sapienza storica di ricordare in diretta il leggendario Panenka, che ha reso celebre questo gesto tecnico:
6) Alessandro Del Piero
L’Avvocato Agnelli lo ha soprannominato ‘Pinturicchio’, e davvero Alex Del Piero dipingeva calcio. Vincitore dei Mondiali del 2006, è stato capitano della Juventus dal 2001 al 2012, e al club di Torino ha legato la maggior parte dei suoi successi e delle sue imprese. Di fatto una sua rete, realizzata spesso in carriera, è diventata ‘il gol alla Del Piero’: un tiro ad effetto imprendibile dal vertice sinistro verso l’altro palo. Soluzioni balistiche coraggiose, dribbling ubriacante, Del Piero era anche specialista su punizione, capace di improvvise giocate geniali e quasi “impossibili” anche solo da immaginare, come queste:
7) Giancarlo Antognoni
Capitano e icona della Fiorentina, di cui è ancora la bandiera con più presenze, Antognoni è campione del Mondo del 1982 in Spagna, anche se non ha potuto disputare la finale per infortunio. Celebre la sua frase: “Puoi anche vincere due Scudetti e due Coppe dei Campioni ma poi che cosa ti rimane? Il tuo nome sugli almanacchi… Meglio essere ricordato come uno che non ha mai tradito Firenze e la Fiorentina”. Grande classe ed eleganza, sono celebri i suoi lanci lunghi millimetrici e le conclusioni potenti e precise a rete.
8) Omar Sivori
Corporatura minuta e folta capigliatura fulva, chiamato “El Cabezon”, ha legato la sua leggenda a River Plate e Juventus. Detiene numerosi record (tra cui quello di più reti in una sola partita, 6 rifilate all’Inter), ha vinto un Pallone d’Oro ed è considerato uno dei giocatori più forti di tutti i tempi. Formava il ‘trio magico’ con Charles e Boniperti. Con la maglia azzurra ha disputato solo 9 incontri, ha giocato i Mondiali del ’62 in Cile da ‘oriundo’.
9) Gianfranco Zola
In Inghilterra, in un Chelsea totalmente diverso da quello portato al successo da Roman Abramovic, lo chiamavano ‘Magic Box’ per la incredibile capacità ‘magica’ di pescare assist per i compagni e giocate improvvise e luminose dal cilindro. Viene ancora ricordato come uno dei talenti più puri che ha giocato in Premier: Zola era brevilineo e fulmineo, letale su punizione (quinto tra i migliori realizzatori della Serie A), e capace di un continuo effetto Wow col pallone tra i piedi.
10) Mario Balotelli
Secondo alcuni uno dei più grandi rimpianti del calcio italiano: 10 atipico, è stato più una punta centrale dal tiro potentissimo e dalla grande fisicità, unita ad una tecnica sopraffina. Ad Euro 2012 è stato uno dei protagonisti assoluti: epocale la sua doppietta alla Germania in semifinale, che gli consente di diventare il miglior marcatore del torneo con 3 reti. Genio e sregolatezza, nonostante una carriera importante, ad altissimi livelli tra Serie A e Premier League, Balo avrebbe forse potuto ambire ad entrare nel gotha delle leggende del calcio italiano.