La Juventus, il Real Madrid e il Barcellona rispondono alla Uefa con un comunicato congiunto. Dopo che i due club di Milano, Milan ed Inter, di fatto si sono sfilati per trattare con Ceferin, i 3 club sono rimasti soli. E hanno deciso di mantenere la linea, tenere il punto. Di fatto aprendo una guerra aperta con la Uefa, che si preannuncia anche legale. Qui il comunicato congiunto dei 3 club, apparso sui siti ufficiali, cerchiamo di spiegarlo bene.

 

Un po’ di premessa: 12 club tra i più grandi e potenti del mondo decidono di fondare una Superlega fuori da Uefa e Fifa. La furibonda reazione di opinione pubblica e il pugno durissimo della Uefa hanno convinto prima i club inglesi, poi quasi tutti gli altri (tranne i 3 già citati) a lasciare la nave in gran tempesta. Andiamo a sintetizzare la questione, ma attenzione: probabilmente non si tratta dell’ultimo episodio di una lunga diatriba.

 

Il comunicato della Juventus spiegato per punti

Il comunicato dei 3 club è piuttosto lungo, scritto in ufficio-stampese, dunque necessita di qualche chiarimento. Lo diciamo subito, è a metà tra una mano tesa e una chiusura totale, ma tende più verso il muro contro muro nei confronti di Ceferin. Si tratta di una risposta delle ennesime minacce di Ceferin, che sta usando toni durissimi nei confronti delle 3 società.

 

Il comunicato arriva proprio in risposta a quello della Uefa del 7 maggio, è la prima cosa che i club vogliono sottolineare. Poi:

 

  • Real Madrid, Barcellona e Juventus non accettano le pressioni, le minacce e le offese per ritirare il progetto Superlega. Non si parla di Uefa, il riferimento è chiaro in seguito.
  • La giustizia avrebbe già diffidato la Uefa e la FIFA dall’intraprendere azioni di squalifiche o altro nei confronti dei club fondatori.
  • Parte uno spiegone sul perché sia nata la Superlega. In particolare gli stakeholders sono una parola chiave: si tratta di fatto di chi finanzia il calcio. Questa parola viene sottolineata anche da un corsivo: il nodo della questione è finanziario, economico, di bilancio. Altra parola chiave: i club hanno agito perché preoccupati.
  • Queste preoccupazioni fanno nascere la Superlega, con una conseguente apertura al dialogo con UEFA e FIFA. Dialogo che non c’è stato.
  • Nuovo spieghino economico: siamo tutti in crisi nera, la Superlega dà vita ad una nuova stabilità finanziaria, grazie ad una serie di fondi di solidarietà. La Uefa non lo fa.
  • Spieghino socio-generazionale: il calcio deve cambiare per rispondere a “nuovi trend generazionali”. Serve dunque “il miglior spettacolo possibile”. Sottolineatura feroce sul calcio femminile: ora è sottostimato, ci pensiamo noi a promuoverlo. Di fatto la Superlega risponde al gaming e a Netflix, come già detto da Florentino Perez, presidente del Real Madrid. Non può rispondere la Serie A con il Benevento o la Champions con la Dinamo Zagabria.
  • Parziale ammissione: le reazioni hanno spinto i club a ripensare l’approccio. Tutto molto vago: di fatto poi però viene sottolineato come, dopo tutto quello che si è detto, “sarebbe da altamente irresponsabili abbandonare la missione di fornire risposte efficaci”. La Superlega, o la sua visione, non sono affatto finite.
  • Piccola puntatina di spillo: peccato che molti club siano andati via. Poi parte un lungo elenco dei motivi storici, di blasone, di rispetto, banalmente finanziari che hanno portato e continuano a mantenere 3 club sulla via della Superlega. Nonostante le minacce e le pressioni della Uefa, stavolta citata esplicitamente. Di fatto salta all’occhio di nuovo stakeholders.
  • Infine si cita la volontà di continuare. In tutto il comunicato di fatto non si capisce del tutto se si continuerà con la Superlega o cambieranno molte cose, pur partendo dalla stessa base di insoddisfazione economica e attrazione verso il calcio in calo. Si mantiene un velato riserbo sulla questione: di certo non è una resa.