15 anni dopo, Giovanni Paolo II rimane una figura cardine nella storia della Chiesa e nel cuore dei fedeli. Karol Wojtyla ha inciso profondamente nella storia del Papato e di tutta la religione cristiano-cattolica. La sua lunga malattia ha magari piegato il corpo del Pontefice, ma non ha potuto far dimenticare la sua missione – forse esaltandola – e la sua natura empatica, fortemente comunicativa. Perfino sportiva: tanto da aver sognato, da giovane, di diventare calciatore, e di nutrire poi per tutta la vita una forte passione per lo sport e per il calcio, tanto da essere definito “l’atleta di Dio”. 

 

Karol Wojtyla e il calcio: storia di una passione

Qualche anno fa – 2012 – il settimanale Tygodnik Powszechny, con cui il futuro Papa collaborava attivamente, ha lanciato lo slogan:  «Non abbiamo paura e giochiamo fair». Il mix è azzeccato tra una delle frasi-simbolo del pontefice polacco e la sua visione del calcio, passione pura e pulita. Insieme allo slogan un’immagine: Wojtyla che, in un ritiro nella zona dei laghi, vicino Cracovia, è impegnato giovanissimo in una partita di calcio. 

 

Da giovanissimo ha giocato come portiere nella città della sua squadra, con l’MKS Cracovia. Chi lo ricorda ne parla come di un ottimo portiere, nonché grande leader all’interno dello spogliatoio, tra i suoi compagni. 

 

Grande amante della montagna, del canottaggio, dello sci e del nuoto, amava il calcio in maniera particolare, avendolo praticato da giovane. A Wojtyla è stato anche dedicato un trofeo giovanile, che si gioca nei pressi di Roma, a cui tradizionalmente partecipano le squadre della capitale. 

 

Sono stati tantissimi i suoi punti di contatto col mondo del calcio, negli anni poi del Pontificato: dall’incontro con le delegazioni di varie squadre (tra cui l’Irlanda, ad esempio, in occasione dei Mondiali di Italia ‘90, o Lazio e Roma dopo i loro successi in campionato, o il giro di campo proprio nello stadio Olimpico). A 4 giorni dalla sua morte, 15 anni fa, si è giocato un derby ad altissima tensione tra Inter e Milan. In palio il passaggio alle semifinali di Champions League, ma sugli spalti la musica è diversa: tutte e due le tifoserie lo ricordano con striscioni e cori. Uno su tutti, riecheggiato spesso anche in piazza San Pietro nei giorni successivi, con tanto di striscioni: “Santo subito”.  Verranno accontentati: il 27 aprile 2014 è stato proclamato santo da Papa Francesco l.