La benedizione della leggenda dell’Inter Julio Cesar è già arrivata: Brazao può essere il suo erede. Ma chi è questo portiere brasiliano giovanissimo, classe 2000, che ha stregato gli osservatori nerazzurri? Come mai l’Inter ci punta così tanto? Il prestito in Spagna, in Segunda Division all’Albacete, non sta andando benissimo. 

 

Storia di Brazao ed endorsement di Julio Cesar

Gabriel Brazao arriva in Italia dal a gennaio 2019 dal Cruzeiro, di lui si parla subito benissimo. Alto 192 cm, nel giro del Brasile Under 20L’Inter non ha slot libere per gli extracomunitari ma decide di “parcheggiarlo” lo stesso al Parma per provare a valorizzarlo. I primi mesi in Italia servono a Brazao per muoversi, cominciare ad ambientarsi in Italia, con il cibo e tutto il resto. Dopo un anno, si può dire missione compiuta, a giudicare dalla cena proprio con l’ex portiere e leggenda nerazzurra Julio Cesar: 

 

Che ha utilizzato nei suoi confronti parole al miele, un vero e proprio endorsement, una benedizione che Brazao in Spagna deve dimostrare di meritare. L’Inter lo ha prima riscattato per 6,5 milioni di euro, poi lo ha girato in prestito. Molte panchine, a gennaio la sua posizione non era così sicura: a Milano già riflettevano se farlo tornare o meno, magari girandolo ancora in prestito. 

Poi le prime presenze, interventi decisivi, il Coronavirus che ferma tutto, anche l’ascesa di quello che potrebbe essere il portiere dell’Inter del futuro. La progettualità su di lui è chiara: può ripercorrere le orme dei grandi portieri brasiliani in Italia. 

 

Per il dopo Handanovic le referenze di Julio Cesar sono chiare: “L’Inter è già sulla strada giusta con Gabriel Brazão, un giovane portiere brasiliano che ha già firmato con i nerazzurri. Ora è in prestito”.

 

La risposta di Brazao, che da piccolo faceva l’attaccante ed ha ottimi piedi, arriva a stretto giro: “Sono stato molto contento a leggere le sue parole, Júlio è una persona eccezionale. Ha una storia molto lunga nel club ed essere lodato da un giocatore con il suo curriculum mi ha reso molto felice”. Arriva con una fama di pararigori: “Certo, ho sempre lavorato per cercare di parare i rigori. Ma lavoro anche su molti altri aspetti. Non è solo il fatto di parare i rigori che mi definisce come portiere. Mi piacciono molto i grandi match, quelli decisivi. Sento una energia differente”.