Come funziona e cos'era la Coppa delle Coppe
Ai più giovani il nome di Coppa delle Coppe non dirà molto. Eppure, quella competizione europea, nata da un’idea degli inglesi negli anni ‘60, è stata per anni terra di trionfi per i club italiani, spazzando via ben presto quell’ombra di scetticismo iniziale con un immenso valore romantico. Fino alla sua abolizione decisa nel 1998 e definitiva dopo l’ultima storica gara che vide trionfare la Lazio di Eriksson sul Mallorca. Ma tra chi veniva disputata la Coppa delle Coppe e come funzionava? Vediamolo nel dettaglio.
Coppa delle Coppe: come funzionava?
Nella Cup Winners Cup, tradotto letteralmente come la Coppa dei vincitori di Coppa, erano ammessi il campione del trofeo nazionale di ogni paese membro dell’UEFA, il campione in carica dell’edizione precedente (così da poter difendere il titolo) e la finalista della competizione nazionale nel caso in cui ci fosse stato un doblete in patria. La Coppa delle Coppe andò ufficialmente a sostituire la Mitropa Cup solo nel 1963, ma in realtà nacque qualche anno prima per un’esigenza degli inglesi, desiderosi di creare una manifestazione che premiasse le squadre vincitrici della Coppa del proprio Paese, per una sorta di prosecuzione delle Coppe Nazionali ma in campo internazionale.
Grazie al consenso popolare e un nutrito seguito negli stadi di tutta Europa, la Coppa delle Coppe guadagnò importanza e credibilità negli amanti del vecchio calcio continentale, passando dalle iniziali 23 squadre per poi stabilizzarsi sulle definitive 32. E spesso, tra queste, si trovavano club di provincia, meno blasonati, ed era forse questo che rendeva così incredibilmente romantica una Coppa delle Coppe che non vide mai la luce del nuovo millennio.
Coppa delle Coppe, perché venne abolita?
La ristrutturazione delle coppe europee da parte della UEFA portò alla scelta di inglobare la Coppa delle Coppe in un’altra competizione, così da garantire maggior peso e prestigio alla Champions League, approfittando dei maggiori ricavi economici che questa, negli anni, avrebbe potuto portare. Così la UEFA decise di far assorbire la Coppa delle Coppe alla Coppa UEFA (poi trasformata in Europa League) rendendola così una sola competizione ma con più squadre. Alla fine, il club con più titoli nel suo palmarès rimase il Barcellona, che la conquistò in quattro occasioni: 1979, 1982, 1989 e 1997.
Quali squadre italiane vinsero la Coppa delle Coppe?
Il nostro calcio seppe approfittare subito della bellezza e della competitività della Coppa delle Coppe. Fu proprio un’italiana ad alzarla al cielo la prima volta: la Fiorentina di Hidegkuti nel 1961, battendo in finale i Rangers Glasgow. Sei anni più tardi fu il turno del Milan, bravo a resistere a un ottimo Amburgo di fronte ai 53mila spettatori di Rotterdam, vincendo grazie a una doppietta di Harmin, prima di ripetersi due anni più tardi contro il Leeds. Digiuno ultradecennale dopo quel trionfo: a riportare la coppa in Italia ci pensò la Juventus nel 1984, piegando il Porto grazie a una fantastica prestazione di Platini.
Pensate che persino l’Atalanta, all’epoca in Serie B, si spinse fino alla finale, salvo poi uscire sconfitta contro il Malines. Stesso destino vissuto dal Vicenza di Guidolin, battuto solo dal Chelsea di Vialli. Ma le soddisfazioni italiane non si conclusero lì: nel 1989 la Sampdoria guidata da Boskov trionfa sull’Anderlecht, così come il Parma di Nevio Scala nel ’93 contro l’Anversa. E non poteva che essere una squadra italiana a dare l’addio alla competizione con il trofeo in mano: la Lazio di Eriksson chiude il cerchio battendo il Mallorca nella storica notte di Birmingham, suggellando un incredibile feeling tra le squadre italiane e la Coppa delle Coppe.