C’è chi dopo una grande carriera da giocatore decide di allenare, ma non tutti gli allenatori prima sono stati grandi calciatori: basti pensare ad esempio a Luciano Spalletti, che non ha vissuto una carriera esaltante ma che poi si è rifatto in panchina. Discorso simile per Gian Piero Ventura, che dopo una “breve” esperienza da calciatore (si è ritirato all’età di 30 anni) ha cominciato subito ad allenare. E col tempo ha raggiunto grandi traguardi.

 

La carriera di Gian Piero Ventura: da dove è partito

 

Ventura comincia ad allenare dove aveva cominciato la carriera da giocatore: nella Sampdoria (1976-1980), come tecnico delle giovanili prima e come vice-allenatore della prima squadra poi. Fa molta gavetta e non raggiunge la Serie B prima del 1994, quando riceve la chiamata del Venezia, che però lo esonera dopo nove giornate.

 

Ventura non si dà per vinto: accetta la panchina del Lecce in C1 e compie una doppia impresa straordinaria, conquistando due promozioni consecutive e portando la squadra In Serie A. Nel 1997 passa al Cagliari, in Serie B, e anche qui conquista la promozione, restando poi sulla panchina sarda e arrivando così per la prima volta ad allenare in Serie A. 

 

Da allora e per i successivi dieci anni non ottiene risultati straordinari, cambia diverse panchine finché nel 2009 non arriva la svolta: viene chiamato dal Bari e l’alchimia è perfetta. 

 

L’ascesa e la caduta di Ventura negli anni 2010: dal Torino alla Nazionale

 

Ventura a Bari fa conoscere il suo calcio e incanta: nel 2009 Mister Libidine (soprannominato così dai suoi tifosi perché in conferenza stampa presentandosi ha detto che per lui allenare è una “libidine”) sostituisce Antonio Conte e dà vita a una delle squadre più divertenti e difficili da affrontare di tutto il campionato. Il Bari termina la stagione al decimo posto a quota 50 punti (record), Ventura lancia giocatori del calibro di Bonucci e Ranocchia. In quel momento è uno dei tecnici più stimati della Serie A.

 

Il secondo anno a Bari va meno bene del primo, Ventura viene esonerato a febbraio ma in estate arriva una nuova chiamata: quella del Torino, col quale non fatica a tornare in Serie A. Il tecnico genovese però fa di più e porta la squadra in alto: lancia la coppia Immobile-Cerci, fa giocare bene i granata col suo caratteristico 3-5-2 e conquista anche una storica qualificazione ai gironi di Europa League, battendo l’Atletico Bilbao al San Mames (nessuna squadra italiana c’era mai riuscita prima). Ventura resta a Torino fino al 2016, raggiungendo sempre salvezze tranquille e piazzando la squadra stabilmente a metà classifica.

 

Nel 2016 arriva la chiamata della Nazionale per il post-Conte, e lì comincia il declino di Ventura: il tecnico fatica molto, la squadra non gira, la qualificazione ai Mondiali non arriva nella fase preliminare e così l’Italia deve giocarsi tutto allo spareggio con la Svezia, nel novembre del 2017. Sembrava tutto alla portata, e invece gli Azzurri incredibilmente escono sconfitti dal doppio confronto: l’Italia è fuori dai Mondiali. Ventura dice addio, al suo posto arriva Di Biagio ad interim, poi sostituito da Mancini. 

 

Cosa fa oggi Gian Piero Ventura: ecco che fine ha fatto e dove allena

 

Dopo la Nazionale, che fine ha fatto Gian Piero Ventura? L’ex tecnico del Torino riparte dal Chievo nell’ottobre del 2018, ma la sua esperienza termina con le dimissioni un mese più tardi. L’anno successivo siede sulla panchina della Salernitana: manca l’accesso ai play off di soli due punti e dà le dimissioni nell’estate del 2020. Da allora non ha più allenato. 

 

Secondo alcune fonti, Ventura avrebbe ricevuto una proposta per entrare in politica candidandosi con Paolo Damilano per la guida di Torino. Il tecnico però ha ribadito anche in recenti interviste di voler continuare ad allenare.