Ancelotti e il Brasile: la nuova carriera da CT
In portoghese si dice “sobrancelha”. Significa sopracciglio e i tifosi del Brasile cominceranno ad amarlo ben presto. Carlo Ancelotti dall’estate del 2024 sarà il CT della Nazionale verdeoro: dopo aver vinto tutto e di più con i club di mezzo mondo, l’attuale allenatore del Real Madrid è pronto a calarsi nel nuovo ruolo di commissario tecnico. Sarà il quarto straniero ad allenare il Brasile, sessant'anni dopo l'argentino Filipo Nunez. Per il momento rispetterà il suo contratto coi Blancos, proverà a chiudere puntando a vincere l’ennesima Champions League, sarebbe la quinta. Poi dal prossimo giugno siederà sulla panchina della Seleçao, una nuova intrigante sfida per lui.
Primo obiettivo la Coppa America in programma dal 20 giugno al 14 luglio negli Stati Uniti. Il miglior allenatore del mondo che vuole prendersi il mondo intero. Ha vinto in 5 nazioni diverse, gli manca solo il Mondiale per nazionali. Appuntamento nel 2026 in una competizione itinerante tra Canada, Messico e Stati Uniti. E se già una squadra come il Brasile parte sempre favorita nella rassegna iridata, con Carletto le quotazioni di vittoria aumentano vertiginosamente. Uno degli allenatori più titolati di sempre alla guida della selezione più vincente della storia. Gli ingredienti per divertirsi ci sono tutti. Riviviamo la carriera del nuovo CT del Brasile.
Carlo Ancelotti, una vita da Champions
Ancelotti non è solo l'unico tecnico nella storia del calcio ad aver vinto il titolo nei 5 principali campionati europei (Italia, Inghilterra, Francia, Germania e Spagna, con Milan, Chelsea, Psg, Bayern e Real), ma è soprattutto l’unico ad aver vinto la Champions League per quattro volte. Sei se consideriamo quelle alzate da calciatore con la maglia del Milan. La competizione più importante al mondo trasformata nel suo salotto di casa. La prima finale disputata e vinta da allenatore risale al maggio 2003, sulla panchina del Milan nello straordinario derby italiano di Manchester contro la Juventus, deciso dal rigore di Shevchenko. Quel sogno di realizzare un bis nel giro di pochi anni si trasformerà in un incubo nel celebre secondo tempo di Istanbul contro il Liverpool, prima di servire la sua personalissima vendetta, nel 2007, battendo i Reds ad Atene.
Le grandi imprese hanno sempre mosso e ispirato il mago emiliano, capace di arrivare laddove a Madrid in molti avevano fallito. La “Decima” Champions League è un capolavoro completamente targato Ancelotti, vincente nel 2014 contro l’Atletico di Simeone. Per agguantare il poker di vittorie dovrà aspettare ben otto anni: 14esima Champions per i Blancos, Ancelotti batte Klopp entrando ufficialmente nella leggenda.
Le 26 meraviglie di Carletto
Ogni coppa ha il suo fascino. E per Ancelotti non c’è soltanto la Champions League. Ultimamente ha inseguito a lungo quella coppa di Spagna che al ritorno col Real Madrid gli era spesso sfuggita. La vittoria dello scorso maggio in finale con l’Osasuna gli è valsa il 26° trofeo di una carriera straordinaria. Eppure, in Italia ha vinto un solo campionato, quello con il Milan stagione 2003-2004. Poi ha battezzato anche la Premier, la Ligue 1, la Bundesliga e la Liga, senza mai raddoppiare. Ha vinto due volte la Coppa di Spagna e la Supercoppa di Germania, in totale saranno 9 le coppe nazionali portate a casa. Detto delle quattro Champions League da record, dobbiamo aggiungere a bilancio anche gli otto trofei internazionali. Dalla Coppa Intertoto con la Juventus nel 1999 al Mondiale per club nel 2022 con il Real Madrid. Ha segnato un’epoca, ora punta vette ancora più inesplorate alla guida del nuovo Brasile.