Calotte ben aderenti in testa e tanto duro lavoro di braccia e di gambe. La pallanuoto è uno degli sport fisicamente più impegnativi, ma anche tra i più affascinanti e praticati in Italia. Uno specchio d’acqua come campo da gioco, nuotando con il pallone tra le mani e provando a bucare la difesa avversaria.

 

Questa disciplina, inserita nel programma olimpico fin dal 1900, è uno sport popolare dal valore atletico notevole e dalla spettacolarità spesso sottovalutata, nonostante i 14 giocatori impegnati in vasca siano costantemente sotto sforzo per mantenere quel ritmo veloce che una partita richiede. Ma quanto dura esattamente una partita di pallanuoto? E quanti in tempi è divisa? Tutto quello che c’è da sapere sullo sport acquatico tra i più affascinanti.

 

Vediamo innanzitutto come e quando nasce questa disciplina e in che modo viene sviluppata una gara di pallanuoto. Nel XIX secolo in Inghilterra e in Scozia, si svela la bellezza dell’Acquatic Hand-ball (pallamano acquatica), così veniva definita mentre le prime gare si disputavano tra detenuti nelle acque del mare (o dei fiumi) dove erano inviati a lavarsi. Non esistevano le porte e il campo era un po’ delineato a ‘vista’. Solo alla fine degli anni ’80 venne stilato un preciso regolamento che diede vita al primo campionato ufficiale. 

 

7 giocatori per squadra si muovono all’interno della vasca senza mai toccare il fondo rimanendo sempre a galla. La forza delle gambe permette loro di avere il giusto slancio per tirare in porta con una solo mano, una spinta tanto potente da far emergere il busto dell’atleta completamente fuori dall’acqua. Costume a slip e cuffia in testa, detta anche calotta, che permette a tifosi e ad arbitri (di solito ci sono 3 o 4 direttori di gara) di riconoscere ogni singolo giocatore tramite un numero ben visibile sopra il para orecchie. È uno sport di contatto, per questo ogni giocatore ha le giuste protezioni di sicurezza, ma è soprattutto una delle discipline con più regole, diverse e complicate tra loro. Scopriamo le più importanti.

 

Quanto dura una partita di pallanuoto?

 

La durata di una partita di pallanuoto prevede un totale di 32 minuti di tempo effettivo. Questo perché in una gara il cronometro viene fermato ad ogni gol, timeout o fallo. L’attenzione nei confronti del tempo di gara è altissima, basti pensare che tra i giudici di gara sono presenti i cronometristi e i segretari. A partire dal fischio d’inizio, definito sprint, il cronometro scorre e subisce le interruzioni a seconda dello svolgersi della partita, che comincia posizionando il pallone nella metà campo.

 

Le due squadre scatteranno dalla linea di fondo con l’obiettivo di accaparrarsi per prime la sfera, che ha un peso di 400/500 grammi ed è simile a quello della pallavolo. Dopo il primo possesso la partita entrerà nel vivo: 7 giocatori per squadra alterneranno la loro posizione, tranne il portiere chiamato a difendere una porta di tre metri di larghezza per novanta centimetri di altezza. Non c’è limite per le sostituzioni: gli altri 7 giocatori in panchina possono avvicendarsi senza che il tempo venga interrotto.

 

Quanti tempi ci sono in una gara di pallanuoto?

 

I tempi in una partita di pallanuoto prevedono quattro periodi di 8 minuti di tempo effettivo per le gare di Serie A/1 e A/2. Tutte le altre serie disputano incontri di 28 minuti di gioco effettivo suddivisi in quattro tempi di 7 minuti ciascuno. È accordato un riposo di 2 minuti per ogni frazione di gioco, mentre tra il secondo e il terzo tempo il riposo sale a 5 minuti. Ogni squadra può mantenere il possesso della palla per un massimo di 30 secondi, dopo di che perderà la gestione del pallone. Solo l’allenatore ha la possibilità di richiedere due timeout nell’arco dei quattro tempi e se lo farà quando la sua squadra non è in possesso della palla, allora verrà punito con un tiro di rigore a sfavore. Il campo da gioco nella categoria maschile deve essere lungo 33 metri per 20 di larghezza e nella categoria femminile deve essere di 25×17 metri.

 

Pallanuoto, regole principali e sanzioni

 

Tra le tante sanzioni particolari in una gara di pallanuoto c’è quella relativa alle espulsioni: nella pallanuoto il giocatore che subisce un cartellino rosso deve stazionare per 20 secondi a bordo piscina e quindi fuori dalla partita senza però uscire dalla piscina. Il rientro anticipato è previsto solo alla realizzazione di una reta oppure nel momento in cui la sua squadra riconquista il pallone prima dello scadere dei venti secondi. Dopo 3 falli ritenuti gravi il giocatore verrà definitivamente espulso e al suo posto entrerà un sostituto.

 

La tolleranza degli arbitri è bassissima in gara, per questo le espulsioni sono molto frequenti e nella maggior parte dei casi orientano il punteggio finale. Niente calci sott’acqua, pugni o qualsiasi atteggiamento violento. Il contatto deve essere minimo e non si può nemmeno spruzzare acqua in viso così da disturbare il tiro. Il pallone deve viaggiare sempre sulla superficie, senza mai affondarlo o condurlo con due mani fino alla metà campo avversaria. Vince chi realizza più gol, è permesso segnare tramite l’utilizzo di qualsiasi parte del corpo, tranne che con il pugno chiuso. In caso di pareggio finale saranno i tiri di rigore a decretare la squadra vincitrice.

 

La tradizione italiana nella pallanuoto è ricca di soddisfazioni: la nostra Nazionale maschile, il Settebello, è la squadra con più titoli al mondo: quattro, l’ultimo conquistato nel 2019. E anche la femminile si fa rispettare, con due campionati mondiali conquistati, seconde solo alle statunitensi. Nonostante questo, la pallanuoto resta ancora una disciplina di nicchia, che attrae tifosi solo nelle competizioni più importanti (come le Olimpiadi) e soprattutto quando in campo c’è il Settebello, un altro orgoglio italiano.