Esistono, a dir la verità, diversi modi per qualificarsi alle Olimpiadi: dipendono dalle discipline e dalle Federazioni Internazionali corrispondenti. Per alcune di esse - ad esempio il tiro o il taekwondo - i Comitati Olimpici Nazionali hanno a disposizione un numero di posti per gli atleti, che vengono distribuiti in base alle prestazioni degli stessi e alle valutazioni interne da parte dei Comitati. 

 

Negli sport di squadra, invece, le nazioni devono guadagnarsi un posto ai Giochi tramite prestazioni di particolare rilevanza ai Campionati del Mondo, nelle competizioni continentali o nelle qualificazioni mondiali o continentali. Ai tornei a squadre dei Giochi Olimpici, infatti, partecipano dalle otto alle 12 squadre per disciplina.

 

Chi sceglie gli atleti per i Giochi Olimpici?

 

Gli atleti vengono selezionati dai rispettivi Comitati Olimpici Nazionali, chiamati a supportarli e iscriverli ai Giochi. Funziona in questo modo: il Comitato Olimpico Internazionale invia lettere d'invito a tutti i Comitati Nazionali un anno prima della Cerimonia d'Apertura e, in quel momento, i Comitati Nazionali devono comunicare quali atleti parteciperanno ai Giochi. Dopodiché, essi devono essere approvati - o meno - dal Comitato Olimpico Internazionale. Senz'altro, gli atleti devono soddisfare i criteri contenuti nella Carta Olimpica, tra cui quelli relativi al Codice Mondiale Anti-Doping e il Codice del Movimento Olimpico sulla Prevenzione della Manipolazione delle Competizioni.

 

Perché gli atleti italiani alle Olimpiadi fanno parte delle Forze dell'Ordine?

 

Esercito, Marina, Aeronautica, Carabinieri: la maggior parte dei nostri atleti appartiene all’Esercito. Sono, di fatto, ufficialmente dei militari. Questo accade perché, escludendo calcio, basket, tennis e altri sport dove le società sono più ricche, e quindi possono garantire un lavoro e dunque uno stipendio ai propri atleti, negli sport "minori" (non per importanza, ma per flusso economico), questo non è possibile.

 

Jacobs, Paltrinieri e Tamberi sono tre poliziotti (appartengono alle Fiamme Oro), mentre Tortu è un finanziere (Fiamme Gialle, Guardia di Finanza). La lista potrebbe essere infinita. Spesso diventare un “atleta di Stato” è l’unico modo per restare atleta. Infatti, gli stipendi sono quelli di un dipendente statale, chiamato soltanto ad allenarsi. 

 

"Un atleta italiano farà sempre fatica a guadagnare tanto, in qualsiasi disciplina", ha dichiarato il Gruppo Sportivo Fiamme Gialle (appartenente alla Guardia di Finanza). "Lo stipendio mensile – hanno proseguito – è quello di un finanziere normale (circa 1.400 euro al mese, ndr) e le uniche possibilità di guadagno ulteriore arrivano dagli sponsor e dai risultati sportivi". 

 

Ci sono delle limitazioni d'età per gli atleti?

 

Le limitazioni d'età sono stabilite per ogni disciplina dalle singole Federazioni Internazionali. Ad esempio, chi gareggia nel pugilato dev'essere di età compresa tra i 18 e i 39 anni. Nella ginnastica, invece, le atlete devono come minimo compiere 16 anni nell'anno in cui si disputano i Giochi, mentre non vi è un limite massimo di età. Il torneo di calcio maschile è una competizione a livello under 23, ma ogni squadra ha la possibilità di convocare tre fuoriquota. Numerose discipline, infine, non hanno un limite minimo d'età.

 

Olimpiadi, sono ammessi anche gli atleti non professionisti?

 

Ai Giochi Olimpici non esiste più da tempo un vincolo relativo alla differenza tra dilettantismo e professionismo. Il caso più recente ed esemplificativo è quello che coinvolge Diego Pettorossi, unico atleta non professionista della Nazionale italiana presente a Parigi. "Da due anni lavoro full time e faccio atletica nel tempo libero (...) Con tanti sacrifici ho provato a inseguire questo sogno – ha spiegato Pettorossi -. Gli ultimi mesi ho preso un'aspettativa per concentrarmi su questo obiettivo che avevo da dieci anni".