Lezioni di Poker

Nel Texas Hold'em possiamo incontrare diversi giocatori con caratteristiche di gioco differenti:

 

  • il giocatore tight (chiuso) che gioca poche mani (Premium Hands) rischiando di diventare prevedibile.
  • il giocatore aggressive (aggressivo) che gioca molte mani diventando quindi imprevedibile ma nel contempo rischiando di vincere/perdere tantissime chips.

 

Questi due categorie fondamentali si suddividono a loro volta in diverse tipologie di gioco:

 

  • Tight-Passive: i giocatori tight-passive selezionano le loro hole cards e sono raramente aggressivi. Non giocano in modo aggressivo neanche le mani nuts. Per cui, ad esempio, se al pre-flop rilanciano oppure vi controrilanciano, se non avete tra le mani carte del tipo 10-10, J-J, Q-Q, K-K, A-A, sarà meglio foldare già dal preflop per non perdere inutilmente chips che potrebbero risultare fondamentali nell'evolversi della nostra partita.
  • Tight-Aggressive: è un giocatore vincente nel lungo periodo.  Questi giocatori probabilmente hanno giocato moltissime mani quindi sono esperti, sanno mixare il proprio gioco situazione dopo situazione. Sanno aspettare l'occasione giusta sfruttandola pienamente, massimizzando così il pot, non disdegnano affatto i bluff e semi-bluff per fare degli steal. Sono avversari difficilmente battibili ma esistono tattiche vincenti anche contro di loro. Contro questi giocatori è giusto giocare loose aggressive.
  • Loose aggressive: il giocatore loose aggressive è lo stile consigliato da molti professionisti tra cui Doyle Brunson. Essi sono giocatori molto aggressivi sia nella fase pre-flop sia nelle successive streets (flop, turn, river), quindi di difficile lettura. Un giocatore loose aggressive potrebbe metterci in grossa difficoltà; fortunatamente ne esistono pochi tranne i top player, tutti gli altri commettono errori anche gravi, contro di loro consiglio di giocare anche monster hands passivamente (facendo Slow Play) poichè tendono spesso e volentieri alla puntata bluffando quasi sempre, sconsiglio di giocare contro di loro OOP (fuori posizione) con mani marginali, poichè rischieremmo di subire molti bluff.

Generalmente il poker online è un mezzo per giocare comodamente seduti da casa, approfittando di tutti i comforts possibili e di una tranquillità che in altri ambienti, anche in un comune circolo pokeristico, non potreste avere.

D'altro canto potreste avere nuove forme di distrazione. Le più comuni nella propria dimora sono:

 

  • la tv accesa, fonte comune di distrazione;
  • il telefono che squilla o il campanello che preannuncia visite inattese proprio durante la vostra partita;
  • i propri famigliari che reclamano la vostra attenzione per i più svariati motivi;
  • i comuni programmi di comunicazione web come Msn, Skype, siti come Facebook, ecc. che vi possono distrarre in qualsiasi istante della partita.

 

Le premesse per il successo sono dunque quelle di giocare in un ambiente sereno e privo di distrazioni. Un ambiente quasi “asettico” nel quale potrete inserire componenti a voi gradite, tipo musica di sottofondo, una poltrona comoda, una zona di gioco confortevole.

Anche la stabilità del vostro collegamento internet è importante: vi accorgerete nel tempo che alcune mani importanti potranno essere “perse” a causa di un malfunzionamento tecnico determinato da una cattiva connessione web.

Se non siete nelle condizioni descritte allora almeno siate consapevoli dei pericoli di deconcentrazione, i quali spesso sfociano in errori con conseguenti stati di tilt. Andare in “tilt” significa entrare in una fase nel quale non riusciremo a giocare correttamente, conseguentemente a ciò perderemo denaro.

Altro ostacolo al vostro gioco migliore, potrebbe essere relativo al vostro stato mentale. Non giocate se:

 

  • siete stanchi;
  • siete leggermente o molto ubriachi a seguito di cene/feste/eventi;
  • siete arrabbiati o preoccupati per motivi anche non inerenti il poker.

È importante capire che le condizioni psico-fisiche ed ambientali devono essere le migliori possibili: il poker è una cosa seria.

Il poker è un’attività come molte altre il cui esito dipende da due fattori principali, la nostra abilità e la fortuna. Immaginate di riportare su un asse orizzontale alcune attività tipiche dell’uomo, e partendo da sinistra con quelle in cui il caso ha un peso maggiore e procedendo verso destra man mano che l’abilità diventa un fattore sempre più importante e la fortuna viene meno.

 

Nel poker non esistono assicurazioni ma possiamo tranquillamente farne a meno e chiudere mese dopo mese in positivo, prendendo ogni volta la scelta più adeguata, che sia abbandonare la mano o tentare un bluff al river, eclissando il fattore fortuna facendo ricorso alla nostra disciplina alla nostra professionalità nel gestire il Bankroll. Questo significa che se si vuole diventare giocatori di poker professionisti dobbiamo prima di tutto dimostrare a noi stessi di avere queste due capacità. Se per la gestione del Bankroll basta sapere qualche regola, la disciplina è molto più difficile da acquisire.

 

Come facciamo a sapere quando è il momento di riconsiderare il poker come fonte di reddito ed eventualmente diventare PRO?

 

Nessuno potrà dircelo se non i nostri risultati dei quali dovremmo sempre tener traccia. Dopo aver giocato MINIMO 3000 Heads Up o 5000 Sit&Go da 6/9 persone o 10000 tornei multitavolo date un’occhiata alla vostra curva d’equity. Che direzione prende? Che varianza ha?

 

Date uno sguardo alla vostra curva, siate onesti con voi stessi ed esprimete un giudizio. Considerate il vostro guadagno orario, datevi un tot di ore da giocare ogni mese e rispettate il vostro piano. Ovviamente datevi dei margini molto ampi nelle scelte, non abbandonate il vostro vecchio lavoro solo per avere dimostrato a voi stessi di poter guadagnare la stessa cifra oraria con il poker.

Le differenze tra le due modalità sembrerebbero irrilevanti considerando che il gioco è lo stesso ed è basato sulle medesime regole: riflettendo in maniera leggermente più approfondita emergeranno però diversità notevoli.

 

L’aspetto che si manifesta immediatamente giocando dal vivo riguarda il rallentamento dei normali ritmi di svolgimento delle mani rispetto all’online. Un’altra prerogativa è la materiale impossibilità di “multitablare”.

 

Questo binomio rappresenta un’insidia che può essere facilmente fonte di una pericolosa diminuzione della soglia di attenzione media per chi è abituato a giocare a ritmi ben più pressanti sulle piattaforme online.

 

Succede pertanto che molti giocatori online impegnati in partite dal vivo non riescano a mantenere la stessa qualità di gioco dimostrata solitamente. Le cause vanno ricercate anche nell’emergere di uno stato emozionale causato dall’impatto con altri giocatori che si propongono in carne ed ossa e non come mere icone virtuali.

 

I giocatori “aggressivi” potrebbero avere, ad esempio, più difficoltà a padroneggiare il tavolo e a vincere piatti ‘uncontested’ di quanto possa capitar loro giocando online.

 

Dover affrontare alcune persone abituate a destreggiarsi adeguatamente nel cosmo della lettura dei tells sarà un ostacolo in più ai tentativi di bluff degli abitué dell’online che verranno pertanto smascherati più facilmente.

 

La totale mancanza di abitudine a conteggiare sia l’importo del piatto che lo stack degli avversari genera altre insidie alle quali far attenzione.

 

Il giocatore online però potrà contare su un vantaggio notevole sul gioco in senso stretto possedendo un bagaglio di mani viste nettamente superiore a quelle del giocatore live.

 

Imparare a districarsi tra queste insidie tipiche del gioco dal vivo è tanto importante quanto cercare di trarre vantaggio dalle particolarità tipiche che il live invece offre.

 

Dal vivo si socializza con gli altri giocatori e il costruirsi una propria immagine può risultare fondamentale per avvantaggiarsene nei momenti clou della partita.

Il gioco HU è diverso. Il fatto di essere solamente in 2 al tavolo porta inevitabilmente entrambi i giocatori a focalizzarsi sul gioco dell’avversario, e fa diventare l’aspetto psicologico una componente fondamentale della partita. In un testa a testa non puoi permetterti di fare affidamento sulla rigidità di una strategia di gioco; Il miglior modo che conosca di vincere un HU passa per due fasi fondamentali; la prima in cui si cerca di comprendere le varie sfaccettature del gioco del nostro avversario, le sue insidie e le sue debolezze, e la seconda nella quale aggiustiamo la nostra strategia di conseguenza.

 

Durante la partita saper gestire vari livelli di pensiero diventa di estrema importanza, così come essere sempre abili e focalizzati nel seguire il match, la sua storia, calcolando ogni mossa successiva tenendo anche conto di quello che è appena successo. Questi due aspetti del gioco hanno purtroppo risvolti negativi quando si considera la possibilità di multitablare più avversari in HU. Pretendere di gestire tre partite contro tre giocatori diversi, sebbene ci riteniamo più forti di tutti e tre, può diventare pericoloso e molto poco profittevole. Per intenderci un giocatore che ha ROI 10% giocando contro un avversario alla volta può tranquillamente diventare perdente se decide di iniziare a multitablare costantemente contro 3 o 4 giocatori diversi.

 

Molto diverso è invece il discorso del multitabling HU contro lo stesso giocatore che è la forma più eccitante e bella di poker in assoluto. In questo caso possiamo aumentare sensibilmente il numero dei tavoli, spingendo all’ estremo il numero di mani giocate con punte limite di 700/800 mani l’ora senza compromettere i nostri risultati più di quanto non lo faccia l’altro giocatore.

 

Il gioco HU è a tutti gli effetti una vera e propria guerra psicologica; a vincere è colui che meglio domina le proprie passioni.