Lezioni di Poker Texas Holdem

Per il gioco del texas hold’em poker si usa il mazzo standard a 52 carte. Le carte hanno il seguente valore decrescente: asso (A), re (K), donna (Q), jack (J), 10, 9, 8, 7, 6, 5, 4, 3, 2. Al fine di completare le scale (e le scale di colore) l’asso assume anche il valore numerico di 1, in tutti gli altri casi conta come la carta più alta nel mazzo.

Il gioco si svolge in sei fasi.

 

1. BOTTONE BUI

La prima fase di gioco consiste nelle puntate obbligatorie. Il primo giocatore alla sinistra del bottone deve pagare il piccolo buio (small blind) ed il secondo giocatore alla sinistra del bottone deve pagare il grande buio (big blind). I bui hanno un valore prefissato e generalmente il grande buio è il doppio del piccolo

 

2. PRE-FLOP

Vengono distribuite 2 carte (hole o pocket cards) ai giocatori. Il primo a ricevere le carte è il giocatore che ha pagato il piccolo buio, poi tutti gli altri fino a quello in posizione di dealer. A questo punto comincia il giro di puntate: il primo giocatore a parlare è l’UTG (Under the Gun), quello appena a sinistra del grande buio, e le puntate continuano in senso orario.

 

3. FLOP

Il flop consiste in tre carte scoperte in mezzo al tavolo. Queste carte sono comuni, servono cioè a tutti i giocatori per completare la loro mano. Dopo che le tre carte vengono girate comincia un altro giro di puntate a partire dal piccolo buio.

 

4. TURN

Il turn (o fourth street) è un’ulteriore carta che viene aggiunta alle tre del flop. Le carte comuni diventano così quattro.

 

5. RIVER

Il river (o fifth street) è un’ulteriore carta che viene aggiunta alle quattro del turn. Le carte comuni diventano così cinque. Per ogni fase dal Pre flop al River le azioni possibili sono Check (passare), bet (puntare), raise e fold.

 

6. SHOWDOWN

Quando l’ultimo giro di puntate è stato ultimato e i giocatori che sono arrivati fino alla fine sono più di uno è il momento di stabilire il vincitore della mano. Se c’è stata una azione attiva nell’ultimo giro di puntate (bet o raise), colui che l’ha effettuata deve mostrare per primo le sue hole cards, gli altri seguono in senso orario a mostrare le carte. Se vi sono stati solo check, il primo giocatore alla sinistra del bottone è il primo che deve mostrare le carte. Nell’eventualità che due o più giocatori abbiano la stessa mano, il pot (piatto) viene diviso.

 

LE COMBINAZIONI

I punti in ordine decrescente sono i seguenti:

 

  • Scala Reale Massima (Royal Flush);
  • Scala Colore (Straight Flush);
  • Poker (Four of a Kind);
  • Full (Full House);
  • Colore (Flush);
  • Scala (Straight);
  • Tris (Three of a Kind);
  • Doppia Coppia (Two pair);
  • Coppia (One pair);
  • Carta Alta (No pair).

Una delle fasi fondamentali di un Heads Up è la fase di pre-flop: ci troveremo sempre in una situazione di Small blind (piccolo buio) e di Big blind (grande buio). Chi è sullo Small blind ha il bottone, per cui in un heads-up, a differenza di un Sit'n'Go o di un torneo, agisce per primo durante tale fase, mentre prenderà la decisione per ultimo al flop, al turn e al river, cosa molto rilevante perché ovviamente è più facile prendere le giuste decisioni agendo per ultimi. Dobbiamo sfruttare al meglio questa situazione aggredendo con rilanci quasi ogni mano.

 

Consiglio di usare due strategie di gioco pre-flop, entrambe vincenti, agendo dallo small blind:

 

1) Fare un rilancio standard x3 (tre volte il valore del big blind) con un range del 60 % di carte iniziali (22+, A2s+, K2s+,  Q6s+, J7s+, T7s+, 96s+, 86s+, 76s, 64s+, 53s+, 43s, A2o+, K2o+, Q6o+, J7o+, T7o+, 97o+, 86o+, 75o+, 64o+, 54o) .

 

2) Fare un rilancio x2 (due volte il valore del big blind)  quasi ATC (any two cards, qualsiasi mano in nostro possesso) quasi ogni mano , con circa l’80-85 % di range (22+, A2s+, K2s+, Q2s+, J2s+, T2s+, 92s+, 82s+, 72s+, 62s+, 52s+, 42s+, A2o+, K2o+, Q2o+, J2o+, T4o+,95o+, 85o+, 75o+, 65o, 54o )

 

Molte tra queste mani possono sembrare marginali, infatti in un Sit'nGo o in un MTT esse dovranno essere foldate, cosa che invece non deve accadere in un HU  agendo dallo small blind. Accadrà molto spesso di vedere foldare il nostro avversario di fronte alla nostra eventuale continuation bet, quindi avremo la possibilità di fare più steal-bluff o semi-bluff  possibili, ciò è di fondamentale importanza in un HU Sit'n'Go.

 

La prima potrà essere utilizzata contro avversari tight o tight-aggressive, oppure contro avversari che foldano frequentemente contro una nostra continuation-bet. La seconda strategia, invece, è da utilizzare contro avversari loose aggressive.

La tipologia dei Sit and Go a tavolo singolo è solitamente quella più amata e frequentata dai giocatori, per la sua particolare immediatezza: ha il vantaggio infatti di essere molto simile ai classici tavoli che si giocano tra amici e di durare relativamente poco.

 

Partecipando a un sit and go su Sisal Poker si ottengono “in dote” 1,500 chips e si inizia giocando il livello di buio 10/20. Facendo un rapido calcolo si nota quindi che all'inizio del torneo il giocatore ha 75 volte il valore del Big blind (comunemente abbreviato in 75x BB). Questo fattore è la base assoluta su cui poggia ogni strategia per essere vincenti nei sit and go.

 

La differenza tra le tipologie Normal e Turbo è data principalmente dalla durata dei livelli di blind. che incrementano ogni 7 minuti nei i Normal e ogni 4 minuti per i turbo; ciò comporta che nei primi il numero di BB mediamente in possesso durante la partita consente una frequenza maggiore di giocate post flop e permette allo stesso tempo una tattica più “attendista”. Nei turbo invece, con il rapido aumento del livello blind, il numero di BB decresce in maniera più repentina, costringendo il giocatore ad effettuare scelte più drastiche, che portano a un aumento dell'incidenza degli all in preflop.

 

Come detto precedentemente l'incidenza del valore di BB posseduti condiziona lo stile di gioco suddividendo il sit and go grossomodo in tre fasi:

 

  • blind bassi: numero alto di BB posseduti;
  • blind intermedi: numero medio di BB posseduti
  • blind alti: numero basso di BB posseduti

 

Occorre rapportare il modo di affrontare la partita al livello dei blind. In particolar modo è opportuno variare la scelta delle “starting hands” giocabili col passare dei minuti, partendo inizialmente con uno stile molto chiuso e aprendosi via via con lo scorrere inesorabile del tempo.

Un buon metodo per monitorare l’andamento del torneo oltre che avvalersi dei suddetti parametri consiste nel procedere al calcolo del fattore M intendendo con esso il rapporto tra il proprio stack ed il totale del piatto formato dai bui (ed eventualmente dagli ante).

 

Consideriamo pertanto che con un M superiore a 20 la priorità cadrà su di una accorta gestione del vostro stack e dovrete evitare di invischiarvi in situazioni a rischio ed anche qualora vi vengano servite monster hands giocherete la vostra mano in maniera progressiva avvalendovi della lettura sull’ avversario e cercando di non investire tutto il vostro stack se non assolutamente necessario.

 

Situazione opposta si avrà quando l’M dovesse malauguratamente aggirarsi intorno alla soglia 5.

 

In questo caso affronterete scelte drammatiche di all in o fold pre-flop perché non possederete risorse sufficienti per manovrare un eventuale caduta del flop.

 

L’ amministrazione del vostro patrimonio (lo stack) dovrà rivelarsi molto oculata e, stranamente, dovrete giocare a poker nel vero senso della parola solo in alcune fasi particolari.

 

In una logica di gioco tight aggressive, basteranno spesso solitamente una buona selezione delle starting hands abbinata a tecniche di riduzione dei rischi quali ad esempio il pot control per consentirvi di incrementare gradualmente il vostro stack ma a patto vi riservarsi di agire quasi esclusivamente in caso di flop positivo ed essendo disposti a concedere grandi fold in caso di situazioni divenute troppo insidiose.

 

Quando vi capita di trovarvi sopra average considerate l‘opportunità, anche nelle prime fasi, di entrare in piatti non rilanciati con combinazioni particolari di carte tipo i suited connectors o le coppie basse che potrebbero ‘farvi fare chips’.

 

Nelle fasi intermedie e soprattutto in quelle avanzate invece le regole suggerite sinora devono man mano essere stravolte e dovranno affiorare sempre più le vostre abilità più prettamente pokeristiche.

 

Amplierete quindi gradualmente la forbice (range) di mani giocabili con l‘obiettivo di incrementare il patrimonio.

 

Uno degli scopi di questa fase è quella di rubare i bui nel tentativo di scalare posizioni.

 

È arrivato il momento di eliminare o quasi dal vostro vocabolario la parola call e di rilanciare le mani che intendete giocare: tenetevi inoltre pronti ad estrarre la freccia del bluff.

Double up sono una tipologia di sit’n go dove la metà dei partecipanti vince e raddoppia il buy in pagato.

 

Due importanti concetti nei sit double-up:

 

1. È poco profittevole andare All-in con mani un cui si ha meno del 57% di possibilità di vincere (10/17,6=57%); e con lo stesso principio non compromettete il vostro stack in una mano in cui avete meno del 57% di possibilità di aggiudicarvi il piatto.

 

2. Un giocatore ci guadagna quando altri vanno All-in, in quanto senza prendere nessun rischio il suo stack aumenta di valore. Mano a mano che i giocatori vengono eliminati quelli che rimangono guadagnano proporzionalmente di più quando c’è un All-in, perché la differenza tra il valore dello stack di chi ha vinto l’All-in e chi l’ha perso viene ridistribuito tra meno giocatori.

 

Per quanto riguarda una strategia di carattere più generale, si può dire che nelle prime fasi del sit è meglio giocare piuttosto conservativi e non entrate in un piatto da Early Position a meno che non abbiate una mano davvero buona (ad esempio una coppia alta o AK).

 

In zona bolla, la fase prima dell’ultima eliminazione (in questo caso quando rimangono 4 giocatori di cui 3 vanno a premio) ci saranno spesso All-in e diventerà indispensabile capire quando è il momento opportuno per spingere e ancora di più per chiamare. Se siete chip leader non sentitevi di avere la responsabilità di eliminare l’ultimo giocatore: chiamare un All-in con mani marginali e perderlo non significa solo ridurre il vostro stack compromettendo la vittoria del sit ma, cosa ancora peggiore, rimettere in partita un giocatore. Se invece siete proprio voi quelli che avete lo stack più piccolo e il giocatore che vi precede fa spesso raise sul vostro buio, considerate allora la possibilità di andare All-in con un range più vasto di mani.

Quando parliamo di raise per valore (raise for value) intendiamo un rilancio fatto con l’intenzione di farci chiamare da una mano peggiore per riuscire a estrarre maggiori fiches.

 

Questa è un’ottima arma per ingrandire il piatto ma bisogna sempre stare molto attenti perché questo rilancio porta anche molti rischi con se che ora cercheremo di analizzare:

 

  • La perdita del pot control: infatti facendo un rilancio di questo tipo si tende a ingrandire sempre il piatto, a volte questo non è un bene perché se si fa ad esempio un rilancio al Flop dove veniamo chiamati e al Turn scende una scary card possiamo trovarci committed a una puntata dell’avversario quando non siamo più sicuri di avere la mano migliore.
  • Subire dei reraise e trovarci in situazioni complesse: a volte quando si pensa di essere avanti per non dover prendere delle decisioni complesse conviene fare solo call invece di rilanciare, in questo modo principalmente si controlla il piatto e si riesce ad evitare di dover prender delle decisioni veramente complicate senza avere troppe informazioni.
  • Mostrare l’effettiva forza della nostra mano: un altro problema del raise per valore è quello di fare vedere all’avversario la nostra forza e fare foldare mani peggiori alle nostre.

 

Questi punti che ho appena analizzato sono quelli che spiegano perché non sempre è giusto rilanciare per valore ma ci sono tantissimi casi nei quali quando abbiamo la certezza di aver la mano migliore dove il raise è fondamentale (soprattutto con board drawy) per riuscire a fare crescere sempre più il piatto e cercare di prendere il maggior numero di fiches possibili al nostro oppo. Ogni tanto con questi raise faremo foldare mani peggiori alle nostre ma grazie a questi in determinati board riusciremo a prendere il piatto subito evitando di giocare con mani scomode.

Il Bluff è un'arma fondamentale che ogni buon giocatore di poker deve avere nel proprio arsenale.

 

Però un'arma a doppio taglio dato che spesso in bluff molti giocatori tendono ad esagerare e compromettere in modo irrimediabile un torneo o perdere una grossa quantità di denaro nel cash game. Distinguiamo due tipologie di bluff, quello puro ed il semi-bluff:

 

  • nel primo caso ipotizziamo di trovarci con una mano senza alcun valore, senza possibilità di migliorarla e l'unico nostro obiettivo è quello di far foldare il nostro avversario. Questa chiaramente è la tipologia più rischiosa di bluff!
  • nel secondo caso abbiamo una mano che può migliorare “facilmente” tra turn e river, quindi possiamo per esempio avere un progetto di scala o colore.

 

I giocatori più aggressivi tendono a bluffare in modo molto più frequente dei giocatori più chiusi e passivi, c'è da distinguere però tra due casi, ossia i giocatori che comunque limitano la loro aggressività quando vedono debolezza nel loro avversario e quelli che invece provano a vincere ogni piatto che giocano.

 

Il semibluff è comunque un'arma che si può usare contro avversari che tendono a chiamare molto, perché ad ogni modo esiste la possibilità che il nostro avversario foldi al turn, ed anche se non succede e chiudiamo il nostro progetto al river è molto probabile che riusciremo a prendere una grossa Value bet e vincere un bel piatto, l'importante però è non farsi mai prendere la mano cercando di effettuare un grosso bluff in caso mancassimo i nostri outs al river e cercare disperatamente di vincere la mano a tutti i costi.

 

Tuttavia soprattutto se siamo out of position, non dobbiamo cercare di vincere a tutti i costi, giocare in modo aggressivo in puro bluff contro un giocatore forte e bilanciato che oppone resistenza, spesso è la ricetta per un vero disastro.

l tornei Deep Stack vengono organizzati per far sì che l’abilità dei giocatori prevalga sulla componente fortuna.

 

I tornei "Deep" richiedono molto più tempo per concludersi rispetto a qualsiasi altra tipologia di torneo. La conseguenza di ciò è che la capacità di resistenza di ogni giocatore sarà della massima importanza

 

Nel gioco “deep stack” potrete tranquillamente scegliere gli spot a voi più congeniali e prendervi tutto il tempo di cui avete bisogno. Inizialmente vengono distribuite tante chips in modo da poter passare tranquillamente le mani che voi considerate marginali per poi entrare nei piatti con mani buone o potenzialmente speculative.

 

Ancora una volta entra in gioco la resistenza: se si riesce ad avere la meglio mentalmente sui giocatori che non hanno la pazienza di giocare con moderazione riuscirete a fare vostri molti piatti. Il gioco deep non comporta il creare delle opportunità, ma fare in modo che gli altri sbaglino a vostro favore

 

Un altro degli elementi fondamentali nei tornei deep è l’aggressive factor. Come sfruttare l’approccio passivo degli altri giocatori? Quando i vostri avversari iniziano a rallentare è il gioco è il momento di alzare l’aggressività.

 

La dimensione del vostro grosso stack vi permetterà di giocare in modo aggressivo e vi consentirà di perdere alcuni colpi senza gravi ripercussioni. Il vero pericolo quando si ha un big stack è quando ci si inizia a sentire troppo comodi e si inizia a giocare in modo sconsiderato.

 

Poi ci sono altri giocatori che invece amano sedersi sugli allori e rilassarsi con il loro grosso stack. È anche questo un errore. Questi giocatori devono ricordarsi che devono attaccare perché ogni mano che non giocano e che invece dovrebbero giocare li porta inevitabilmente a perdere delle chips.

 

Per riassumere: giocare correttamente deep stack significa mettere costantemente pressione sui vostri avversari più corti e fare tutto il possibile affinché voi stessi non rimaniate short, vittime della vostra stessa strategia.

Lo “Stop and go” è una strategia che viene utilizzata durante i tornei di poker, meno spesso nelle partite di cash game. Nello specifico si attua nei casi di situazioni “short stack”, ovvero quando ci si trova in seria difficoltà perché le chip sono poche rispetto ai bui. Il risultato che si vorrebbe ottenere con uno stop and go è far foldare l’avversario al flop.

 

Lo “Stop and go” può essere una buona idea se ci troviamo nelle seguenti condizioni:

 

  • Il nostro stack è decisamente ridotto e rischiamo di essere eliminati;
  • Ci troviamo in mano due carte valide;
  • Viene effettuato un raise che porta a foldare tutti tranne noi e un avversario.

 

Siamo quindi in Heads-Up nella fase pre-flop. A questo punto chiamiamo il raise e andiamo al flop. Ora, qualunque siano le carte che escono, noi andremo All-in. Sarebbe più opportuno essere i primi a parlare, ma si può comunque azzardare lo Stop and go (e quindi l’All-in) anche se subiamo un raise non troppo consistente.

 

Cosa rende lo Stop and go una tecnica valida? Lo Stop and go aumenta le nostre probabilità di vincere una mano riducendo le pot odds del nostro avversario quando andiamo All-in. Immedesimiamoci nell’avversario: dovrebbe chiamare il nostro All-in per vedere due carte. Se il flop non gli è venuto in aiuto la mossa potrebbe essere decisamente sbagliata.

 

Lo Stop and go, e quindi l’All-in post-flop, è molto più interessante dell’All-in pre-flop. In questo ultimo caso l’avversario potrà abbandonare il gioco cedendoci solo il raise, oppure chiamare l’All-in: le probabilità di vincere non cambiano, quello che cambia è il pot in gioco, che nel caso dello Stop and go è più interessante per noi e presumibilmente più rischioso per l’avversario.

Abbiamo ben presente il significato di stack, indica le nostre risorse, le nostre chip, ed è espresso con il suo corrispettivo in denaro o in BB, cioè la quantità di Big Blinds che possiamo coprire. Lo stack effettivo, invece, cos’è?

 

Lo stack effettivo corrisponde al più basso stack in gioco, ovvero quello del giocatore che ha meno chip. È importante perché indica la massima quantità di chip che ogni giocatore può mettere nel piatto, quindi anche la somma massima che potremmo perdere. In una partita di poker dovremmo sempre tenere in considerazione lo stack effettivo per pianificare al meglio la nostra strategia di gioco.

 

In una situazione Heads-Up è molto semplice, lo stack effettivo è quello del giocatore con meno chip tra i due, mentre nelle circostanze con più di due giocatori al tavolo può anche verificarsi una condizione di side pot, in cui lo stack effettivo diventa quello minore tra chi gioca il side pot.

 

È molto importante tenere in considerazione lo stack effettivo per pianificare il commitment: quando ragioniamo sulla dimensione del piatto rispetto allo stack, non dobbiamo prendere in considerazione il nostro stack reale, ma la dimensione di quello che è lo stack effettivo fra noi e i nostri avversari.

 

È importante notare come lo stack effettivo denoti il giocatore più short, quindi in una situazione Heads-Up, se lo stack effettivo è quello dell’avversario, dovremmo considerare l’interessante opportunità di far valere il nostro vantaggio giocando in modo più aggressivo grazie allo spazio di manovra concesso dalle nostre chip. Viceversa, se lo stack effettivo corrisponde al nostro, il rischio di uscire dalla partita è più alto, conseguentemente saremo più portati a un gioco più cauto oppure prenderemo in considerazione l’eventualità di andare All-in quando i nostri bui cominceranno a scarseggiare.

Lo scopo di questa giocata è in primis quello di aggiudicarsi il piatto senza concedere ulteriori carte.

 

Un punto di forza dei giocatori più capaci consiste nella bravura nel costringere gli avversari a dover fronteggiare scelte difficili cercando nel contempo di indirizzare le decisioni di questi ultimi nella direzione da loro desiderata.

 

La questione è di vitale importanza in questo gioco e, se gestita ad arte, può in teoria farci vincere qualsiasi piatto nel quale l’avversario non si presenti con una mano imbattibile (nuts).

 

La CB, se utilizzata correttamente e con il giusto timing, rappresenta un passaggio fondamentale nel delicato gioco sul flop.

 

I giocatori che entrano continuamente in gioco avvalendosi del gioco di posizione, di value bets, di puntate mirate sul giocatore ‘debole’ e che fanno uso spesso delle continuation bet risultano infatti fastidiosi e difficili da affrontare.

 

Esempio: Siamo in piccolo buio con AK di picche.

 

Si tratta di una tipica mano forte pre-flop per cui a fronte di bui 25/ 50 abbiamo rilanciato a 200 dopo un limp di un giocatore in middle position che ha deciso di coprire. Due giocatori in gioco quindi e piatto di 450.

 

Il flop è Q cuori 7 picche 2 fiori.

 

Il flop non ci aiuta molto anche se contiene per lo meno una carta a picche, il nostro avversario è piuttosto tight e puntando 300 in continuation bet ci aggiudichiamo il piatto

 

Come potete osservare ci siamo trovati con una mano che era senz’altro migliorabile successivamente ed il flop aveva il vantaggio di non presentare grandi pericoli in quanto difficilmente l’avversario gioca con 7 o 2 e la donna poteva con buona probabilità non essere una delle due carte in suo possesso. In casi con Texture simili la CB è quasi d’obbligo.

 

La continuation bet è utilizzabile in sicurezza fino a 3 giocatori in gioco dopodiché diventa un’arma a doppio taglio da utilizzare con estrema cautela.

Prima di tutto è fondamentale stabilire un limite al di sotto del quale il nostro stack è considerato uno shortstack. In un torneo senza gli ante esser M6 significa avere uno stack di 9 o 10 BB.

 

Giocare al di sotto di questa soglia significa ridurre il nostro margine d’ azione drasticamente ad una sola scelta, foldare o andare in allin preflop.

 

Prima cosa, quando si è shortstack è importantissimo capire la differenza che c’è tra chiamare un allin ed invece essere il primo a farlo. Molti giocatori alle prime armi trovano difficoltà a metabolizzare i concetti di aggressività e fold equity.

 

La fold equity che abbiamo andando in allin può essere calcolata moltiplicando il numero delle chips nel piatto per la probabilità che i giocatori dopo di noi foldino le proprie mani. Quest’ ultima probabilità è difficile da stimare ma è doveroso comprendere che rilanciando allin dallo SB anzichè UTG la nostra fold equity aumenta perchè è molto più facile far foldare un solo giocatore dopo di noi anziché 8 o 9 nel secondo caso. La nostra fold equity varia anche in funzione della nostra immagine al tavolo, se ad esempio nelle ultime 3 mani abbiamo rilanciato per tutte e 3 le volte allin rubando i bui, alla quarta volta dobbiamo sapere che i nostri avversari saranno molto più disposti a chiamare un nostro ennesimo rilancio, di quanto non lo siano a chiamare quello del giocatore tight che ha foldato le ultime 10 mani. Un modo per perdere fold equity è quello di rimanere troppo short, infatti il BB non folderà praticamente mai sul nostro allin se questo è di soli 3 o 4 BB. Questa è una condizione che nei limiti del possibile dobbiamo cercare di evitare, perché è come giocare con un handicap.

Per imparare a gestire i Draw dobbiamo comunque aver assimilato gli Outs e i Pot odds.

 

Outs e Probabilità

 

Quando facciamo dei calcoli dobbiamo considerare soltanto le carte da noi conosciute, ovvero le hole cards (le due carte che abbiamo in mano) e le carte sul board (le carte comuni). Per esempio immaginiamo di avere in mano 7h 5h e un board composto da Ac 4h Jh 2d.

 

In questo esempio abbiamo 4/5 di colore e vogliamo conoscere quali sono gli out a nostra disposizione (per out si intende una carta che ci fa chiudere il punto) e qual è la nostra probabilità di chiudere il colore.

 

Il mazzo è composto da 13 carte a cuori. Di queste, due sono nelle nostre mani e due sul board per un totale di quattro. Sottraendo 4 a 13 otteniamo 9, quindi tra tutte le carte rimaste nel mazzo 9 sono a cuori e diremo di avere a disposizione 9 outs.

 

Per calcolare la probabilità di chiudere il punto dovremmo invece dividere le nostre outs per il numero di carte rimaste nel mazzo. Le carte totali sono 52, di queste 4 sono sul board e 2 nelle nostre mani quindi le carte rimanenti sono 52-6=46 (nel calcolo non teniamo conto delle carte che hanno in mano i nostri avversari in quanto non le conosciamo). La nostra probabilità sarà data da p=9/46=0,196. Moltiplicando per 100 il valore ottenuto possiamo affermare che la probabilità di chiudere il colore sarà all’incirca del 19,6%. La stessa probabilità però può essere espressa anche in termini di odds. Le odds esprimono quante volte un determinato evento non si verificherà e nell’esempio sopra riportato sono circa 4 a 1 ciò significa che il nostro progetto di colore non verrà chiuso 4 volte su 5. La formula per calcolare le odds against è: (100-p) /p.

 

Pot Odds

 

Per definizione le pot Odds esprimono la relazione tra il piatto e l’ammontare richiesto per chiamare. Per esempio se nel piatto ci sono 100€ e dobbiamo pagare 10€ le nostre pot odds sono di 10 a 1. Ma a cosa ci servono le pot odds? Semplice, affinché una chiamata possa ritenersi profittevole nel lungo periodo è necessario che questa soddisfi la seguente condizione: Pot Odds > Odds against.

Per multiway pot intendiamo, mani dove si arriva al flop in più di 3 giocatori.

 

La differenza sostanziale di una mano giocata in Heads up o in 3way, è che la forza relativa della nostra mano diminuisce proporzionalmente al numero dei giocatori coinvolti.

 

Naturalmente se floppiamo poker al 99% vinceremo la mano, ma anche punti molto forti come una doppia coppia o un set spesso non saranno la mano migliore alla fine della mano.

 

La scelta delle mani con cui entrare in un multiway pot è fondamentale, ad esempio sicuramente non vogliamo chiamare solamente dopo altri 4 giocatori con mani molto forti tipo AA, KK,QQ ,AK, questo tipo di mani sono molto forti se giocano contro uno o massimo due giocatori, se ci troviamo in 5 al flop con AA , difficilmente sarà la mano migliore e pure se lo fosse avremo tanti outs contro e sarà difficile passarla.

 

Con mani di questo tipo naturalmente andremo a rilanciare o controrilanciare preflop in modo di arrivare al flop in HU o 3way.

 

Altre mani che non giocano bene in multiway sono gli Assi deboli, gli unici che vale la pena giocare sono gli assi suited per la possibilità di fare colore.

 

Se decidete di giocare assi deboli suited, cercate di fare pot control quando avete solo Top Pair.

 

Le mani che invece si prestano bene ai MP, sono i suited connectors e le broadway (Meglio se suited) e tutte le small pocket pair.

 

Vedere un flop investendo poche chips con SC o PP è sicuramente un’ottima idea, naturalmente però il nostro obiettivo sarà quello di legare un punto molto forte tipo una scala/colore con gli SC e le broadway o un tris con una Pocket Pair.

Una Value bet è una puntata che viene fatta quando si pensa di avere la mano migliore dell’avversario e si spera di venire chiamati, in questo modo si cerca di massimizzare il valore della propria mano.

 

Quando si fa una puntata del genere bisogna tenere in considerazione vari fattori, in primis l’avversario che abbiamo di fronte, la posizione che abbiamo su di lui, decidere infine la size della puntata in base al punto che pensiamo abbia l’avversario in mano.

 

Ora faremo qualche esempio evidenziando questi 3 punti:

 

  • In base all’avversario che abbiamo affrontato possiamo pensare se fare o no una valuebet, i giocatori contro cui pensiamo di avere maggiore successo con queste puntate sono quelli loose aggressive
  • La posizione è molto importante quando si deve decidere se si è avanti nella mano e quindi se effettuare una puntata al River, molte volte il check di un avversario quando siamo in posizione, ci permette di aver l’informazione necessaria per capire se effettivamente possiamo valuebettare il River con la mano migliore o no.
  • La size è un altro fattore da tenere sempre in grandissima considerazione, riuscire sempre a capire quanto puntare per farci pagare al massimo la nostra mano è sempre fondamentale, il valore di calibrare bene la puntata che stiamo per fare può anche cambiare le sorti di un torneo o di una sessione di cash game.

 

Concludendo è facile capire come questa puntata sia una delle più importanti nel poker e grazie a questa calibrandola bene si può ottenere tanto valore, in questo articolo vi è stata data solo una base per quello che riguarda la Value bet ora sta a voi interessarvi sempre più e perfezionare questa tipologia di puntata.

La bolla è la linea di confine tra i giocatori a premio e quelli non a premio quindi il giocatore "bolla" sarà il primo dei non premiati (non in the money, zona a premi).

 

Le due situazioni limite in cui possiamo trovarci è di essere o short stack o big stack.

 

Se il giocatore in short stack è un giocatore tight (chiuso) rischierà di non superare la fase bolla poiché si farà rubare tutti bui attendendo delle mani forti di bb e sb e rischierà di essere costretto ad andare in All-in con una mano molto debole e di essere chiamato con any cards (qualunque coppia di carte) da un avversario che ha limpato o direttamente dal bb (big blind).

 

Lo short stack aggresive invece potrebbe approffitare della zona bolla per forzare mani non fortissime mettendo in imbarazzo i propri avversari che non vogliono rischiare di compromettere il proprio stack.

 

Invece il big stack aggresive cercherà di rubare più bui possibili cercando di aggiudicarsi piatti uncotested ai danni dei giocatori short tight i quali si chiuderanno ulteriormente, avendo paura di uscire in bolla.

 

Il big stack tight, invece, gioca rilassato poiché il suo stack gli permette di poter pagare diversi blind attendendo lo scoppio della bolla le mani che giocherà saranno solo delle moster hand oppure AK AQ senza rischiare di committarsi e sarà eventualmente chiamato da uno short senza troppi rischi per il suo stack.

 

La fase post-bolla è quella fase dove tutti i giocatori rimasti in gioco sono in the money (a premio).

 

Naturalmente i giocatori più favoriti sono coloro che hanno a disposizione un big stack che gli consente di limpare mani discrete senza compromettere troppo il loro stack e inoltre hanno la possibilità di giocare senza avere la pressione dei bui che aumento mettendo in difficoltà i giocatori che hanno a disposizione uno short stack.

 

l giocatore in short stack deve cercare dopo lo scoppio della bolla il raddoppio del proprio stack rilanciando in posizione o partecipando a monster pot pre flop, non deve e non può aspettare di morire con i bui.

Il Cash Game è la forma classica e quella più antica di poker.

 

Le differenze tra il poker giocato in modalità torneo e la variante cash sono tantissime, per quanto riguarda le regole e lo svolgimento del gioco in una partita cash i bui non aumentano di livello col tempo ma rimangono fissi e le chips sono direttamente convertibili in denaro per il loro valore facciale; l’ingresso al tavolo non si effettua tramite un buyin fisso ma possiamo scegliere di portare i soldi che vogliamo con gli unici vincoli fissati ad un minimo di 20BB ed un massimo di 100BB

 

Una volta al tavolo possiamo iniziare a giocare subito postando un BB aggiuntivo preflop oppure aspettare che i bui ci raggiungano e iniziare a giocare direttamente dal BB. Importantissimo, ad un tavolo di cash game possiamo alzarci quando vogliamo e ricaricare il nostro stack tutte le volte che lo riteniamo opportuno fino ovviamente a non superare il tetto massimo di 100BB.

 

Per quanto riguarda il field possiamo essere sicuri di trovare molti più giocatori mediocri nei tornei che ad un tavolo di Cash Game, questo accade perché i principianti sono spesso attratti dalla possibilità di vincere un premio grande con un piccolo investimento e il poker in modalità torneo da loro questa possibilità.

 

Nei tornei le decisioni più importanti le prendiamo quando i bui si sono alzati e gli stack al tavolo rimangono abbastanza corti mentre nel Cash Game (a meno che non decidiamo di adottare una strategia shortstack) spesso ci troveremo ad affrontare situazioni di gioco con stack molto più deep che richiedono una profondità di pensiero maggiore, una capacità di analisi più sofisticata ed un livello di esperienza neanche lontanamente paragonabile a quello di chi è abituato a giocare Sit&Go. Il gioco diventa più complesso, il ruolo della posizione diventa molto più importante e parlare dopo il nostro avversario quando entrambi abbiamo parecchie chips davanti può diventare un’ arma micidiale a nostro vantaggio.