Per vincere in Formula Uno servono diverse componenti: piloti capaci, una macchina competitiva e, ovviamente, soldi. Nel corso del tempo il Circus ha aumentato i propri investimenti nelle innovazioni tecnologiche che incidono sulla progettazione e la costruzione delle macchine. Aspetti meccanici che, con il passare degli anni, sono diventati dominanti. Le auto si sono evolute, modernizzate, ridimensionando così anche il ruolo dei piloti. I risultati di Verstappen, Leclerc o Hamilton sono ormai legati più alla competitività della macchina che alla loro abilità, e questo ha limitato un po’ il romanticismo dei grandi duelli in pista, che si sono trasformati in una lotta tra scuderie, piuttosto che tra piloti.  

 

La Formula Uno si è trasformata, e con essa le scuderie, le macchine, il modo di guidarle e raccontarle. L’accusa rivolta all’automobilismo tuttavia è stata sempre e solo una: la noia. E per rispondere la soluzione della Fia è stata sempre una e individuata in modo unanime: aumentare il numero di sorpassi. La rivoluzione arrivò già nel 2011 con l’introduzione, esattamente per questo motivo, del Drag Reduction System (DRS), ovvero un dispositivo che si attiva quando c’è meno di un secondo di distanza tra due macchine, e che riduce la resistenza aerodinamica, favorendo i sorpassi. Nel corso del tempo sono state introdotte nuove regole e accorgimenti meccanici: alle scuderie ad esempio è stato permesso di progettare una macchina che resistesse alla cosiddetta “aria sporca”, cioè un flusso d’aria turbolento generato dal passaggio di un’altra macchina, che ne riduceva quindi la velocità.  

 

Tutte queste innovazioni hanno comunque coinciso con regni più o meno brevi. La Formula Uno, anche per questi motivi, si è caratterizzato come uno sport ciclico. La scuderia che riesce ad adeguarsi, a interpretare le regole in fase di progettazione e ovviamente a investire più saggiamente i propri capitali è destinata a vincere con maggiore continuità. Lo dice la storia del Circus, da sempre caratterizzata da cicli vincenti interrottesi più o meno rapidamente e condizionati sia dalla propria capacità ingegneristica che da un’inadeguata interpretazione del momento da parte delle rivali. Ma quali sono le scuderie più vincenti della Formula Uno? Ecco la classifica di tutti i tempi del Mondiale costruttori.  

 

La classifica di tutti i tempi del Mondiale costruttori

 

  • Ferrari (Italia) 16

  • Williams (Gran Bretagna) 9  

  • McLaren (Gran Bretagna) 9

  • Mercedes (Germania) 8

  • Team Lotus (Gran Bretagna) 7  

  • Red Bull (Austria) 6

  • Cooper (Gran Bretagna) 2  

  • Renault (Francia) 2  

  • Brabham (Gran Bretagna) 2  

  • Vanwall (Gran Bretagna) 1  

  • BRM (Gran Bretagna) 1  

  • Matra (Francia) 1  

  • Tyrrell (Gran Bretagna) 1  

  • Benetton (Italia/Gran Bretagna) 1  

  • Brawn (Gran Bretagna) 1  

 

 

Le scuderie più vincenti di sempre  

 

Enzo Ferrari una volta disse: «Date a un bambino un foglio di carta, dei colori e chiedetegli di disegnare un'automobile, sicuramente la farà rossa». Ed è vero. L’immaginario collettivo legato alla Formula Uno, in Italia ma non solo, è inevitabilmente accostato al rosso Ferrari. Il Cavallino è ancora oggi, nonostante un digiuno che dura ormai da sedici anni (l’ultimo successo è arrivato nel 2007 con Kimi Raikkonen), la scuderia più vincente di sempre. Dal 1958, quando è stata istituita la classifica costruttori, a Maranello hanno vinto ben 16 Mondiali. Il momento più splendente della storia Ferrari è arrivato tra il 1999 e il 2004, quando Michael Schumacher ha conquistato la bellezza di sei titoli consecutivi, diventando il pilota con più Mondiali vinti (7).   

 

Un record eguagliato poi, nel 2020, da Lewis Hamilton, che ha trionfato prima con la McLaren e poi ha stabilito il suo dominio con la Mercedes. La scuderia tedesca tra il 2014 e il 2020 ha portato a casa sette Mondiali, sei proprio con il pilota britannico, intervallato solo dal trionfo dell’amico e compagno di squadra Nico Rosberg. La Mercedes si piazza così al al quarto posto con otto titoli costruttori, preceduta dalla Williams, seconda con nove a pari merito con McLaren, che conquistò il suo primo titolo nel 1974 grazie a Hulme e Fittipaldi. . Oggi gli inglesi sono una delle scuderie più deboli della griglia, in costante lotta per la zona punti, ma tra il 1980 e il 1997, quando conquistarono i loro nove Mondiali, rappresentavano la nobiltà della Formula Uno. Dietro di loro spicca il Team Lotus, scuderia britannica che vinse i suoi sette titoli tra il 1963 e il 1978. In ascesa al settimo posto ecco la Red Bull, dominante dal 2010 al 2014 con Sebastian Vettel e poi tornata alla ribalta con Max Verstappen.