Nel motorsport i numeri utilizzati su macchine e moto hanno spesso un significato speciale, a volte anche legato alla propria storia personale. Il numero di Lewis Hamilton è emblematico in tal senso, ma ci sono anche alcuni piloti che nella loro carriera hanno fatto delle scelte piuttosto casuali che poi, però, hanno scritto la storia in qualche modo. Questo è il caso di Pecco Bagnaia che ha scelto il numero 63 con delle motivazioni, come dire, inusuali. Scopriamo il perché. 

 

Bagnaia e il numero 63: perché e da quando ha scelto di utilizzarlo

 

La scelta del numero 63 da parte di Pecco Bagnaia parte da molto lontano, dagli inizi della sua carriera sulle due ruote. Inizialmente, infatti, il pilota torinese utilizzava il numero 21 in onore del suo idolo Troy Bayliss, tre volte campione del mondo in Superbike. Il problema, una volta raggiunta la Moto2, è che quella cifra era già occupata da Franco Morbidelli e quindi Pecco avrebbe dovuto cambiarlo. A quel punto il colpo di genio: Pecco decide di sommare due volte il numero usato da Bayliss e inizia a correre con il numero 42. Avete già capito dove andremo a parare. 

 

Arriva il momento del passaggio in MotoGP e sì, sia il 21 che il 42 in quell'occasione erano già occupati (il primo sempre da Morbidelli, mentre il secondo da Alex Rins). Cosa ha fatto Pecco? Ha sommato un altro 21 a quella cifra usata in Moto2, ottenendo così il 63 che oggi è riuscito a far diventare iconico. Questo significa che, probabilmente, se ci fosse un'altra categoria sopra la classe regina, Bagnaia potrebbe utilizzare anche l'84. Ma è un'altra storia che probabilmente racconteremo mai.