
Chi era Hervé Leclerc, padre di Charles: carriera e vittorie
Il 19 marzo è stato un giorno particolare per Charles Leclerc. Il pilota della Ferrari, che ha iniziato la nuova stagione di Formula 1 con un deludente ottavo posto nel Gran Premio d’Australia, ha sfruttato la festa del papà per ricordare il padre, Hervé Leclerc, scomparso nel 2017. Quest’anno Hervé avrebbe compiuto 61 anni e Charles, che ha raccontato in più occasioni come il lutto lo abbia cambiato e gli abbia permesso di crescere, ha postato sui social una tenera foto di un abbraccio tra loro due, arrivato dopo una delle prime gare vinte in pista da Leclerc con la didascalia: “Mi manchi papà”.
Charles Leclerc, chi era suo padre?
Charles, come detto, ha parlato in più occasioni della morte del padre, scomparso a 54 anni dopo una lunga malattia: “Dopo la morte di Jules (Bianchi, ex pilota e migliore amico di Leclerc deceduto nel 2015 dopo un terribile incidente nel Gp di Giappone, ndr), quella di mio padre, che mi aveva sempre seguito, è stato un secondo shock. "È stata dura”, ha rivelato il monegasco, “non c’è nulla che possa prepararti al momento in cui perdi tuo padre”. Charles però ha anche raccontato di essere maturato molto, attraverso il lutto: “Sono diventato più maturo perché la sua perdita mi ha responsabilizzato, mi ha fatto crescere come uomo. Mentalmente, da quel momento, sono più forte che mai. Perdere un padre così presto nella vita è qualcosa che ti cambia per sempre”. Ma chi era Hervé Leclerc?
Padre Leclerc: la carriera e il rapporto con Charles
Hervé Leclerc è stato uno degli artefici dell’ascesa del pilota Ferrari. Il padre di Charles ha infatti coltivato da sempre una passione speciale per i motori, diventando pilota di Formula 3 negli anni 80 e 90. Hervé però non riuscì mai a imporsi veramente nel circus, tanto che il miglior risultato della sua carriera fu un ottavo posto conquistato nel Gran Premio di casa, a Monaco, nel 1988.
Hervé Leclerc, sebbene non abbia lasciato un’impronta in prima persona nel mondo dell’automobilismo, è stato fondamentale per lo sviluppo della carriera di Charles. Il pilota Ferrari ha sempre ammesso che la sua passione per i motori gli è stata tramandata dal padre, che ha voluto mettere al volante non solo Charles, ma anche gli altri due figli, Lorenzo e Arthur, diventato anche lui pilota e attualmente nella Ferrari Driver Academy. Li portava alle corse insieme alla famiglia Bianchi, di cui i Leclerc sono sempre stati molto amici. Hervé è stato anche manager di Leclerc guidando la sua carriera quando Charles guidava i kart, per poi farsi da parte e affidare il figlio a Nicolas Todt.
La malattia che lo colpì prevalse nel 2017, due giorni prima del Gran Premio d’Azerbaigian di Formula 2, fondamentale per il campionato di Leclerc. Charles decise di scendere comunque in pista, riuscendo a vincere e dedicando il trionfo proprio al padre: “Lui era il mio fan numero uno. Voleva che fossi bravo e corressi al mio massimo in ogni gara. Quindi no, non ho mai avuto alcun dubbio se gareggiare o meno, perché ero sicuro che avrebbe voluto che fossi lì e che vincessi per lui”, ha scritto Leclerc nella sua autobiografia ‘Prodige’.
L’infanzia e gli inizi di Charles Leclerc
Tutto però iniziò nel kartodromo di Brignoles, gestito dalla famiglia di Jules Bianchi. Leclerc cominciò a correre con i kart nel 2005, quando aveva soltanto otto anni, grazie alla spinta del padre. Hervé fu molto presente fin da subito per Charles, non solo in pista, ma anche fuori. La famiglia, infatti, è sempre stata al suo fianco: “Come accade per tutti i piloti era difficile combinare corse e scuola”, ha raccontato Leclerc, “ho provato a farlo nel miglior modo possibile. Studiavo appena tornavo a casa, mia nonna mi aiutava a fare i compiti quando rientravo dalle corse. Si prendevano cura di me”. Nella sua vita Jules Bianchi fu una figura fondamentale. Otto anni più grande, Charles lo vedeva come un esempio, un modello, un migliore amico e un fratello maggiore. Quando Bianchi morì, Leclerc correva nel campionato europeo di Formula 3, lo stesso che anni prima aveva accolto il padre.
La vittoria di Baku nel 2017 spinse Charles verso il titolo di Formula 2 e gli spalancò le porte della classe regina, la Formula 1. Leclerc, che correva con il team Prema, aveva già impressionato per velocità e capacità di gestione della macchina, ma soprattutto per la freddezza con cui gestiva la pressione e i momenti di difficoltà. Il monegasco, nei primi tre Gran Premi della stagione, aveva collezionato tre pole position, vincendo però una sola volta la ‘feature race’, ovvero gara-1, mentre nella gara-2 in Bahrein era riuscito a trionfare grazie a una strepitosa rimonta. “Credo che il mio più grande risultato in termini di prestazioni sia stata la pole position di Baku, pochi giorni dopo la morte di mio padre. Sono andato a quel weekend senza aspettative, ma al tempo stesso volevo renderlo orgoglioso. Ho corso per lui, mi ha dato forza”, disse poi Leclerc.
In quel momento Charles si giocava l’ingresso in Formula 1 con il pilota italiano Antonio Giovinazzi, ma il weekend in Azerbaigian gli valse la chiamata del team Sauber, poi brandizzato Alfa Romeo. La Ferrari, che lo ha cresciuto fin dal 2016 nell’Academy, sfruttò la partnership con Sauber per farlo esordire nella classe regina nel 2018, per poi portarlo a Maranello l’anno successivo.