
Formula 1, Andrea Kimi Antonelli figlio d'arte: ecco chi è suo padre
Se la Ferrari naufraga nel pantano dell'Albert Park di Melbourne, l'Italia dei motori può comunque sorridere per il ritorno a gonfie vele di un pilota tricolore titolare in Formula 1. Quella di Kimi Antonelli nel Gran Premio di Formula 1 in Australia è, infatti, una gara d'esordio da conservare nel cassetto dei ricordi: il pilota bolognese classe '06 è partito dalla sedicesima posizione, per poi rifarsi ampiamente in gara, sfiorando il podio e cogliendo una meritatissima quarta posizione. Antonelli ha inoltre sfruttato la giusta strategia della Mercedes, che è riuscita a far cancellare con un ricorso la penalità di 5'' inflitta nel finale al pilota italiano per "unsafe release", poi tolta dagli stewards. E mentre il suo nome - no, non è quel che sembra - finisce praticamente sulla bocca di tutti, c'è chi si interroga sulla sua vita privata, sulla famiglia. E in particolare sul padre di Andrea Kimi Antonelli, scopriamolo insieme.
Kimi Antonelli, il padre: “A 10 anni con me su una Lamborghini”
Non solamente padre di un enfant prodige di livello mondiale, Marco Antonelli - padre di Kimi - è un pilota automobilistico e proprietario dell'AKM Motorsport, squadra che corre in diversi campionati GT, come ad esempio l'International GT Open e il GT World Challenge Europe, oltre che alla Formula 4 italiana. In un'intervista a FanPage.it, ha svelato l'esatto momento in cui ha capito che suo figlio avesse qualcosa in più come pilota: "Quando, a 10 anni, ha guidato in braccio a me una Lamborghini da corsa sulla pista di Adria. Lì ho capito che forse poteva fare qualcosa di buono nell'automobilismo".
Formula 1, Kimi Antonelli e la chiamata della Mercedes
Nell'intervista, Marco Antonelli ha parlato anche della prima telefonata ricevuta da Toto Wolf, direttore esecutivo della Mercedes in Formula 1: "Ero a Dubai per disputare il Trofeo Lamborghini e mi ha chiamato per dirmi che avrebbero preso Kimi nella loro Academy. In quel momento ero contento, ma gli ho dato il giusto peso perché so quanto sia difficile questo mondo e so quanto le cose possono cambiare in fretta. Avendo vissuto sulla mia pelle certe esperienze non proprio belle non mi faccio mai prendere da facili entusiasmi". Il padre del giovane pilota manteneva delle riserve sul fatto che il figlio fosse effettivamente pronto per la Formula 1: "Girare con una Formula 1 è un conto, essere in gara è un altro".
È trascorsa solo la gara d'esordio, è vero, e ci vorrà del tempo per esprimere giudizi definitivi, ma Kimi in Australia ha già dimostrato che chi ben comincia - soprattutto se a 18 anni accanto a mostri sacri della Formula 1 - può prendersi tutta la scena.