Andrea Kimi Antonelli, chi è il “bambino prodigio” destinato alla Mercedes
Ha solamente 17 anni, ma sarà il futuro pilota della Mercedes, prendendo il posto di un certo Lewis Hamilton. La notizia sta facendo il giro del mondo, ma il giovanissimo pilota italiano Andrea Kimi Antonelli era un predestinato, secondo molti. E magari in anticipo rispetto alle aspettative, il suo momento è arrivato. O meglio, sta per arrivare. Toto Wolff lo ha scelto per raccogliere l'eredità del pilota vincitore di 7 titoli iridati: nel 2025 ci sarà lui dentro la monoposto di Lewis, mentre quest'ultimo è atteso al volante della Ferrari. Il futuro di Kimi è tutto da scrivere, il passato invece è già storia: il suo nome è tutt'altro che sconosciuto per gli appassionati. Ma ci sono alcune informazioni su Antonelli che potrebbero essere sfuggite.
Andrea Kimi Antonelli, il nome non è quel che sembra
Partiamo dal nome. Chiunque avrà pensato che quello di Antonelli - Kimi - fosse un omaggio al celebre pilota finlandese, campione di F1 nel 2007. E invece no. "È solo perché mio padre voleva darmene uno che suonasse bene con Andrea Antonelli, ma non sapeva quale darmi. Proprio il quel momento arrivò Enrico Bertaggia che è un nostro grande amico e fu proprio lui a darmi Kimi, ma non è riferito al pilota", ha raccontato lui stesso in una intervista rilasciata a Sky.
Antonelli: “Senna un campione in pista e fuori”
A proposito di idoli, in una chiacchierata per il canale YouTube della Mercedes, Antonelli ha rivelato: "Il mio idolo nelle corse era ed è ancora Ayrton Senna". Purtroppo, non ha potuto vedere il brasiliano gareggiare dal vivo, poiché la leggenda brasiliana è tragicamente scomparsa 12 anni prima della sua nascita. Tuttavia, la sua fama - Senna ha vinto tre titoli mondiali in carriera e 41 Gran Premi - l'hanno conquistato. "Mi sono avvicinato ad Ayrton leggendo su di lui e rivedendo le sue gare. Mi piace per il pilota che era, per come curava i dettagli e cercasse sempre di migliorarsi. Ma mi piace anche l’uomo Ayrton: era empatico, aiutava molto i più bisognosi, è stato una grande persona in pista e fuori".
Antonelli e la stima di Wolff: il futuro fa rima con Mercedes
Come anticipato, Wolff lo ha scelto per la F1. Ma a dir il vero, lo teneva d'occhio già da tempo. Quando Andrea aveva undici anni, lo mise sotto contratto con la Mercedes, dopo il suggerimento da parte di un osservatore. La "scommessa" Kim si è rivelata vincente: il talento dell'automobilismo, da giovanissimo, ha vinto due titoli europei di kart, poi un titolo nella F4 italiana e in quella tedesca. Si è poi laureato campione di Formula Region nel 2023, per poi salire in F2 in quest'ultima stagione. E ora il salto sarà ancora maggiore.
Un grande sogno, una carriera ben avviata ma comunque l'intenzione di non lasciare nulla d'intentato. A cominciare dalla scuola, ad esempio. "Finché riesco continuerò gli studi perché anche quello è molto importante. Non è facile. Più sali di categoria più è difficile conciliare sport e studio ma ogni weekend di gara cerco di portarmi un po’ di materiale scolastico e cercare di recuperare un po’ di lavoro nei pochi tempi morti che ho in modo tale da non rimanere troppo indietro", ha spiegato sempre a Sky lo stesso Antonelli.
Kimi Antonelli e il padre: “Non è severo come quello di Verstappen”
Kimi è figlio d’arte - suo padre Marco ha corso e vinto nel Gt e ora gestisce un suo team - ed è una vita respira l'aria dei motori. La prima volta che salì su un kart aveva cinque anni e mezzo. Il padre, che spesso lo portava con sé, lo mise al volante, si appassionò immediatamente. Da quel giorno ha iniziato a girare sempre più spesso, partecipando alle prime gare, non riuscendo più a fermarsi. Salendo di categoria anno dopo anno, fino ad arrivare fin qui.
Ad aiutarlo ci ha pensato suo padre, che non sarà certamente duro come quello di Verstappen, ma sa come migliorarlo. L'ha raccontato lo stesso Kimi a Il Foglio: “In certi momenti, soprattutto quando correvo nei kart, è stato molto duro, non ai livelli del papà di Max che si racconta lo lasciasse in autostrada a un distributore di benzina se la corsa era andata male, ma è stato severo una cosa che da piccolo mi ha fatto un po’ soffrire. Ma poi ho capito che lo faceva perché vedeva delle potenzialità e voleva solo che le sfruttassi tutte. Adesso ripensando a quanto sia stato duro lo capisco e lo ringrazio perché mi ha aiutato tanto”.
“La gente si aspetta tanto da me”
Il "bambino prodigio" è maturato nel corso degli anni, imparando anche a gestire l'inevitabile pressione che ha avuto da sempre, da quando era veramente piccolo. In un'intervista a FanPage.it, ha spiegato che le aspettative rischiavano di bloccarlo anni fa, poi la svolta: "Quando salgo in macchina non ci penso. Ma devo essere sincero: da piccolo ero uno che soffriva tanto la pressione, soprattutto quando entrai nell'Academy Mercedes. Poi con il passare del tempo e con l'esperienza sto imparando a gestire questa pressione. Sì, sono aspettative pesanti perché so che la gente si aspetta tanto da me, però quando vado in macchina non ci penso, anzi lì penso solo a fare del mio meglio e basta".
Cinque tappe in poco più di un mese delineeranno il futuro di questa e – soprattutto – della prossima stagione, ma le quotazioni di rivedere un pilota italiano in Formula 1 aumentano ogni settimana sempre di più. Anche perché la Fia ha cambiato il regolamento che impediva la possibilità di richiedere la superlicenza a un minorenne. La modifica del codice sportivo di Formula 1 permette ad alcuni giovani meritevoli di anticipare il debutto. Kimi merito e credito li ha già ottenuti. Ora vuole il grande salto.