Che fine ha fatto lo stadio Flaminio, uno dei poli sportivi di Roma? Lo Stadio Flaminio oggi è totalmente abbandonato. Da fuori lo spettacolo è desolante, la situazione di degrado è palpabile. Si tratta di una parte di storia sportiva di Roma: lo stadio Flaminio ha ospitato le partite della Lazio per quasi 20 anni, è stato un polo sportivo importante, ma ad oggi qualsiasi progetto sembra del tutto fermo, congelato da problematiche di vario tipo.

 

In qualche modo è tornato sui giornali e sui siti web perché proprio Claudio Lotito, il n.1 biancoceleste ha deciso di rilanciare il progetto per riqualificarlo e farlo diventare lo stadio casalingo della Lazio, di nuovo. I tifosi della Lazio hanno anche organizzato una manifestazione per provare a smuovere un po’ le acque. In tempi di elezioni a Roma il progetto è stato anche accolto con commenti positivi dalla giunta capitolina uscente della Raggi, ma sarà il prossimo sindaco che dovrà, insieme con la Lazio, trovare un modo di recuperare un pezzo di storia sportiva cittadina. 

 

Stadio Flaminio oggi: com’è ridotto?

 

Ad oggi a Roma l’unico stadio di calcio in cui possono disputarsi gare di Serie A è lo stadio Olimpico, di proprietà del CONI. Per questo motivo tutte e due le squadre nella massima serie della capitale, Lazio e Roma, devono cercare di trovare una nuova sede per le gare casalinghe. L’Olimpico è un impianto vecchio, ristrutturato per Italia ‘90, con la pista di atletica a separare i tifosi dal campo, e una concezione in genere antica del concetto stesso di stare allo stadio. I moderni impianti sono veri e propri luoghi di svago, tra ristoranti, negozi brandizzati del club, facilmente raggiungibile in automobile e coi mezzi e in generale tutto quello che è necessario per passare una bella giornata fuori, compresa la partita. 

 

Il progetto stadio della Roma a Tor di Valle è naufragato tra avvisi di garanzia, problemi di ogni tipo e l’addio del presidente che si era esposto per portarlo avanti, James Pallotta. Il nuovo proprietario, un altro americano, Friedkin, proverà a dribblare gli ostacoli per costruie un nuovo stadio, stavolta con maggior successo.

 

Oggi la struttura la struttura dello Stadio Flaminio, incastonato nel quartiere residenziale da cui prende il nome, è fatiscente, corrosa dal tempo e dall’incuria. Senza nemmeno entrare si può notare in generale l’abbandono in cui versa l’intera struttura, che comincia a risentire pesantemente dei danni del tempo e delle intemperie. Infiltrazioni, i resti di un cantiere che non ha mai portato ad effettivi miglioramenti, un tram - quello che da Piazzale Flaminio arriva proprio nei pressi dello Stadio Olimpico - che è -insieme agli autobus - ad oggi l’unico collegamento diretto.

 

Stadio Flaminio, a chi appartiene?

 

Il Flaminio appartiene agli eredi Nervi, è un impianto progettato dall’ingegner Pier Luigi Nervi, frutto di un periodo culturale fertile (“l’architettura dell’ingegneria”), fortemente legato alle Olimpiadi 1960, le prime trasmesse in televisione. Per questo motivo è sotto vincolo, è sotto tutela del ministero dei Beni culturali dal 2018, dunque gli stessi proprietari di fatto ne possono disporre con molte limitazioni.

 

Si tratta in sostanza di un bene che va conservato, che i lavori di restauro sono sottoposti ad una serie di limitazioni e direttive. Deve inoltre essere morto l’autore di quel bene - e qui ci siamo, Nervi è scomparso nel 1979 - ma nello stesso tempo devono essere passati 70 anni dalla realizzazione, che invece è datata 1959. Non ci sono quindi gli estremi legali per tutelarlo, a meno di una serie di deroghe o di un serio piano in concerto con le istituzioni. La volontà - sia degli eredi, sia di Lotito, sia delle istituzioni - c’è, ma i fatti ancora no.

 

Il progetto Flaminio che serve

 

Il Flaminio è ad oggi uno stadio troppo piccolo: la Lazio partecipa quasi sempre alle competizioni UEFA, che pone una serie di condizioni per le squadre iscritte alle varie competizioni. Oggi lo stadio può contenere fino a 30mila spettatori. Ne servono 10mila in più, e per una zona sottoposta a vincolo non è una cosa da poco. Di recente dalle istituzioni è arrivata la disposizione che “qualsiasi tipologia di intervento conservativo, di restauro o di riuso” dovrà essere  “necessariamente concordato” con la Soprintendenza stessa. E bisogna rispettare l’impianto originale, dunque è complicato pensare ad un ampliamento di portata così importante. Ad oggi l’unico progetto fattibile è - paradossalmente - della AS Roma nuoto: chiedono di disputare all’interno dell’impianto calcio, scherma, nuoto, danza, ginnastica. Si tratta dell’unico progettato arrivato negli uffici capitolini. Per quello di Lotito bisogna attendere.