Squadre di calcio con azionariato popolare: quali sono e come funziona
L’Inter ci prova, anzi: i tifosi dell’Inter ci provano. L’iniziativa è stata promossa da Carlo Cottarelli (attraverso la sua nuova società Interspac Srl) e da un altro manipolo di tifosi nerazzurri VIP (vedi ad esempio Enrico Mentana), intenzionati a supportare in maniera concreta (leggi: economica) la società. I nomi che hanno aderito all’iniziativa dell’azionariato popolare sono grossi e importanti: c’è Bocelli, c’è Ligabue, c’è anche Max Pezzali e insieme a loro tante personalità pop che tifano i colori nerazzurri.
Ma cos’è di preciso un azionariato popolare? E’ fisicamente un azionariato, come direbbe qualcuno? Andiamo con ordine e spieghiamo bene di cosa si tratta e come funziona, prima di vedere quali squadre nel mondo del calcio adottano già questa pratica nel 2021.
Azionariato popolare: cos’è e come funziona
In sostanza, attraverso l’azionariato popolare una parte della proprietà del club passa ai tifosi, che entrano in società appunto tramite azionisti, acquistando direttamente una quota della squadra. La proprietà della società diventa così diffusa, attraverso questa spartizione di quote in capo a piccoli investitori detti “non istituzionali”.
Come funziona? Dopo aver acquistato una quota si ottengono anche tutti i seguenti diritti che ne derivano: in quanto soci si può ad esempio esprimere il proprio parere votando quando ci sono delle assemblee.
Perché viene utilizzato questo sistema? Alcune volte si fa ricorso all’azionariato popolare ad esempio in caso di fallimento del club: per ripartire e rifinanziare la società c’è bisogno di somme di denaro non indifferenti, e in questo caso possono arrivare direttamente dai tifosi che si uniscono insieme per sostenere economicamente la squadra nella sua rinascita. Nel caso dell’Inter, invece, il progetto servirebbe per sostenere in maniera sana e partecipata le finanze del club, che ultimamente è in difficoltà da questo punto di vista.
Quali squadre sono sostenute dall’azionariato popolare
Ad oggi ci sono alcuni grandi club internazionali che hanno già compiuto questo passo: si tratta di Barcellona, Bayern Monaco e Borussia Dortmund.
I catalani hanno in tutto 233mila soci sparsi nel mondo, ognuno può dare il suo contributo versando una quota e prendendo parte attiva alla gestione societaria del club (che, non a caso, è Mas que un club, come si legge al Camp Nou). I tifosi-azionisti hanno la possibilità di eleggere direttamente il presidente del club, che viene votato a suffragio universale: sarà lui poi a decidere gli altri membri dell’organo direttivo, che poi a loro volta porteranno avanti le scelte di mercato e via dicendo. Ma il peso dei tifosi è comunque parecchio, e la loro partecipazione, anche a livello simbolico, è fondamentale.
Per quanto riguarda le due squadre tedesche, in Germania c’è anche una legge sul tema: nessun club può avere un socio unico che ha più del 50+1% del club, per questo il Bayern è per il 73% dei suoi tifosi.
Gli altri esempi di azionariato popolare tra le squadre italiane
Altra squadra che ha l’azionariato popolare è l’Hellas Verona: tramite un sito apposito si può diventare soci anche semplicemente online, decidendo quale tipo di quota sottoscrivere. Prima abbiamo citato il fallimento in relazione all’azionariato popolare, e in questo senso si può citare ad esempio il Santarcangelo, che nel 2011 fu tra le prime squadre ad adottare questo sistema attraverso il portale Squadramania.it: in sostanza, il quell’occasione, una web community acquistò a tutti gli effetti le azioni di una squadra di calcio.
L’azionariato popolare dell’Inter: le tappe e le date
Tornando all’Inter, Cottarelli ha già definito le prossime tappe dell’azionariato popolare nerazzurro: entro la fine di giugno entreranno i primi 30 soci con le personalità di cui parlavamo in precedenza. Inoltre dal 25 giugno al 15 luglio i tifosi avranno la possibilità di compilare un questionario online: questo servirà a sondare il terreno e capire cosa ne pensa la gente nerazzurra. Poi bisognerà parlare con la società e formalizzare ufficialmente la cosa, nel caso in cui vada tutto a buon fine. E così, se tutto andrà come previsto, a breve l’Inter potrebbe essere in quella cerchia di club che fanno ricorso all’azionariato popolare.