La domanda che si fanno tutti su Eriksen: potrà giocare di nuovo a calcio? Le condizioni del centrocampista dell’Inter erano apparse critiche in campo: il cuore aveva smesso di battere, l’intervento provvidenziale dei compagni prima e dello staff medico poi gli hanno salvato la vita. Le notizie dall’ospedale sono state subito abbastanza confortanti: vigile, sorridente, del tutto in sé, Eriksen ha parlato con la squadra, che ha quindi accettato di giocare il match contro la Finlandia, interrotto dopo il suo infortunio (partita poi persa 0-1).

 

Le ultime news su Eriksen arrivano direttamente dal medico della nazionale danese, che ha raccontato le condizioni del giocatore subito dopo il suo malore. Eriksen dovrà operarsi: gli verrà impiantato un defibrillatore cardiaco sottocutaneo. Potrà tornare a giocare a calcio? C’è un precedente.

 

Condizioni Eriksen: le ultime news

La risposta alla domanda – lecita ma complessa – sul ritorno in campo di Eriksen passa del tutto attraverso questo intervento. Dopo una serie di esami volti ad escludere patologie o problemi dopo il malore in campo, Eriksen ha accettato di farsi operare. Il dottor Morten Boesen, il medico della nazionale di calcio danese, ha spiegato che “è stato deciso di impiantare un defibrillatore sottocutaneo, necessario dopo l’attacco cardiaco causato da un’aritmia. Christian ha accettato la soluzione, suggerita da specialisti interpellati, che hanno tutti raccomandato questo tipo di trattamento”.

 

 

Si tratta di un apparecchio in grado di prevenire proprio quelle aritmie che avrebbero causato il malore di Eriksen in campo con la sua nazionale. Di fatto il defibrillatore sottocutaneo monitora i battiti cardiaci, e in caso di aritmia consente di correggere il tiro con una piccola scossa elettrica. Questo tipo di intervento non è invasivo (il piccolo apparecchio è appena sotto pelle) e non tocca direttamente il cuore, come invece succede con il defibrillatore transvenoso.

 

Eriksen può tornare a giocare a calcio?

La risposta, come detto, non è semplice. C’entrano alcune cose determinanti: la salute fisica di Eriksen, la sua tenuta psicologica, e le considerazioni dei medici. Non solo: molto dipenderà dalla visita di idoneità e dal protocollo del campionato in cui gioca, in questo caso la Serie A.

 

Il medico sociale del Tottenham, la sua ex squadra, ha affermato che in Premier League sarebbe stato durissimo rivederlo in campo, proprio per la rigidità dei protocolli. Esiste un precedente: ad un ex compagno di Eriksen all’Ajax, Daley Blind, è stata diagnosticata una forma di miocardite. Anche lui ha avuto un malore in campo (durante una partita di Champions League tra Ajax e Valencia) e gli è stato impiantato un defibrillatore cardioverter impiantabile (ICD).

 

Il giocatore olandese è tornato in campo ed ha ripreso a giocare, ma a distanza di pochi mesi, durante un’amichevole estiva contro una squadra tedesca, è crollato di nuovo al suolo: il defibrillatore si è spento, e Blind è stato di nuovo male. Si è rialzato da solo, ma lo spavento è stato molto. Lo stesso Blind ha raccontato di aver visto in tv le immagini di Eriksen, e di aver avuto problemi a scendere in campo con la sua nazionale, l’Olanda, contro l’Ucraina: “Per giocare ho dovuto superare un blocco mentale. Sapevo di cosa stavamo parlando, ed è stato molto pesante per me e per la mia famiglia, i miei genitori e mia moglie: quelle immagini mi hanno colpito molto e mi hanno fatto capire tante cose, quindi è stato molto difficile per me andare in campo”.

 

Altri giocatori non sono riusciti invece a continuare normalmente la carriera: esemplare la storia di Daniel Engelbrecht, 24enne attaccante dello Stuttgarter Kickers, squadra di terza divisione tedesca. Ha segnato il gol vittoria nel giorno del suo ritorno in campo – 16 mesi dopo il problema cardiaco – ma ha giocato contro il parere dei medici, che gli hanno consigliato di non giocare più.