Un fulmine a ciel sereno, come nel più classico dei temporali estivi: Roberto Mancini si è dimesso e non è più il CT della Nazionale italiana. La notizia è arrivata nella serata del 13 agosto, in un periodo relativamente tranquillo, mentre l’Italia si prepara a ritrovare in campo i giocatori della Serie A. Mancini, che di recente aveva acquisito ancora più potere e visione anche su Under 21 e Under 20, ha salutato senza alcun preavviso.

 

Ma perché si è dimesso? Quali sono le ragioni dietro questa scelta all’apparenza avventata e non giustificata? In questo momento sui giornali si trovano parecchie ricostruzioni, cerchiamo di fare chiarezza e di indagare sui motivi per i quali Roberto Mancini ha deciso di dimettersi dal ruolo di allenatore della Nazionale italiana di calcio.

 

Le parole di Roberto Mancini dopo le dimissioni da CT della Nazionale

 

Tutti si chiedono il perché, Mancini ha tenuto a chiarire la questione (almeno in parte) attraverso i suoi profili social: “Le dimissioni da CT della Nazionale sono state una mia scelta personale. Ringrazio il Presidente Gabriele Gravina per la fiducia, insieme a tutti i membri della FIGC. Saluto e ringrazio tutti i miei giocatori e tifosi che mi hanno accompagnato in questi 5 anni. Porterò sempre nel cuore la straordinaria vittoria dell'Europeo 2020. È stato un onore”.  

 

Diretto, conciso, senza troppi giri di parole. E senza spiegazioni. Dietro quella “scelta personale” potrebbe esserci di tutto, ed è normale che parole come queste lascino spazio a mille interpretazioni possibili. E dunque: perché Mancini di è dimesso da CT della Nazionale italiana? Ragioniamo per ipotesi.

 

Rottura con l’ambiente: la prima ipotesi sulle dimissioni di Mancini

 

C’è chi sostiene che dopo la mancata qualificazione ai Mondiali 2022, qualcosa si sia rotto. Che il percorso sia stato incidentato e doloroso è cosa risaputa, l’eliminazione da parte della Macedonia è stata una beffa incredibile e inaspettata, ma anche arrivare ai play-off... Un disastro maturato in una manciata di partite, con Mancini primo responsabile, accusato di non aver saputo innovarsi e innovare la squadra che ha trionfato ad Euro 2020. Da lì, rapporti tesi per mesi, fino ad arrivare alla rottura del 13 agosto.

 

Da Bonucci alle nomine dello staff, partendo dalle parole di Abodi

 

Il Ministro dello Sport è subito intervenuto sulla questione, queste le sue dichiarazioni sulle dimissioni di Mancini da commissario tecnico della Nazionale italiana di calcio: “Sono dispiaciuto e perplesso, è una decisione che arriva a sorpresa a Ferragosto: tutto molto strano. L’ho saputo dai media. Tra l’altro mi viene da pensare: le nomine dello staff tecnico azzurro annunciate recentemente erano state concordate con lui o no?”. 

 

E dunque, le nomine dello staff: la decisione di Mancini è arrivata appena una settimana più tardi rispetto a queste decisioni, quindi si pensa che le stesse possano aver avuto un peso sulla scelta dell’ormai ex CT. Via Evani, dentro Bollini e Barzagli, in più l’ipotesi Bonucci, smentita poi dallo stesso giocatore che tra l’altro ha ringraziato Mancini per il percorso e le vittorie conquistate insieme. Su Instagram, Bonucci ha anche chiarito il discorso nomine:

 

“Ad oggi stufo di essere coinvolto in dinamiche completamente estranee alla mia persona e totalmente destituite di ogni fondamento. Ci tengo a sottolineare quanto sia lontana da me l'idea di ricoprire ruoli mai nemmeno lontanamente proposti. In quanto giocatore della Juventus, e rispettando il mio contratto con puntualità e correttezza, vedo l'azzurro rimanere per me solo il colore di una maglia da indossare sul campo con orgoglio e riconoscenza”.

 

Si pensa che Mancini, nonostante abbia ricevuto pieni poteri lato giovanili, possa essere stato “messo da parte” sul discorso nomine. Ma c’è anche un’altra ipotesi sulle sue dimissioni, e porta dritta in Arabia Saudita...

 

Dimissioni Mancini, per lui sarebbe pronta un’offerta dall’Arabia Saudita

 

Da mesi ormai si parla del faraonico calciomercato delle squadre arabe, che in questa sessione stanno mettendo in difficoltà qualunque tipo di giocatore: tanti hanno “ceduto” alle avances milionarie, anche giocatori nel pieno della carriera come Milinkovic-Savic. L’Arabia Saudita sta attirando su di sé le luci dei riflettori del calcio mondiale e adesso vuole diventare competitiva anche a livello di Nazionali.  

 

E da qui arriva l’offerta a Roberto Mancini: la SAFF, la Federcalcio araba, aveva prima puntato decisa su José Mourinho; poi, una volta incassato il no del tecnico portoghese della Roma, avrebbe deciso di investire proprio su Roberto Mancini. Per l’ex CT azzurro sarebbe pronto un contratto di tre anni da 40 milioni a stagione: un’offerta astronomica, molto difficile da rifiutare, che avrebbe fatto vacillare chiunque. E che potrebbe essere stato il fattore decisivo per arrivare alle dimissioni.  

 

Roberto Mancini azzurro dovrebbe dunque prendere il posto di Hervé Renard, che a marzo scorso ha deciso di lasciare l’Arabia Saudita guidata (con ottimi risultati) per 5 anni, tornando in Francia per allenare la Nazionale femminile francese di calcio. Un’eredità importante e pesante, Mancini è chiamato a fare ancora meglio, anche alla luce del contratto faraonico che gli è stato offerto.  

 

Le reazioni dei giocatori azzurri alle dimissioni di Mancini

 

C’è stato stupore, ma anche affetto: sono diversi i giocatori che hanno deciso di ringraziare il CT con il quale hanno condiviso momenti indelebili. A partire dal già citato Bonucci fino ad arrivare a Gnonto, passando per Zaniolo, che lo ha salutato così: "Eternamente grato a te mister per quello che hai fatto per me, per la fiducia che mi hai dato quando ancora nessuno sapeva chi fossi! Ti auguro il meglio in tutto e per tutto! Grazie".