Mondiali Qatar 2022: perché si gioca in inverno?
“Notti magiche, inseguendo un gol, sotto il cielo di un’estate italiana”. Così cantavano Edoardo Bennato e Gianna Nannini nel 1990, quando ad ospitare i Mondiali di calcio toccò al nostro paese. Un’estate italiana, appunto, perché la massima competizione per nazionali si è sempre disputata nella stagione più calda, al termine dei campionati: faranno però stavolta eccezione i Mondiali del Qatar 2022, che per la prima volta saranno giocati tra la fine dell’autunno e l’inizio dell’inverno e quindi durante la stagione per quanto riguarda i club.
I campionati nazionali, Serie A inclusa, hanno ovviamente dovuto adattare i propri calendari prevedendo una lunga sosta che ne spezzerà inevitabilmente l’andamento in due tronconi, fatto che ha sollevato mesi di polemiche sia tra i tifosi che tra gli addetti ai lavori. Ma qual è il motivo alla base di questa decisione così controcorrente rispetto alla tradizione del Mondiale?
Mondiale di calcio a novembre, ecco il perché
La ragione per cui i Mondiali del 2022 saranno invernali è molto semplice: il Qatar, paese ospitante per quanto riguarda questa edizione come stabilito dalla FIFA addirittura nel 2010, presenta delle temperature troppo elevate durante l’estate perché si possa giocare a calcio senza rischi per la salute degli atleti. Si è quindi deciso di spostare per la prima volta il torneo in un periodo “invernale”, tra virgolette perché in realtà la competizione avrà inizio domenica 20 novembre 2022 e terminerà con la finale prevista per domenica 18 dicembre 2022. Mesi tutto fuorché estivi, ma che comunque in Qatar saranno molto caldi rispetto all’Europa: normalmente, infatti, nel paese mediorientale si registra una media di 25 gradi a novembre e 30 gradi a dicembre. Sarebbe stato letteralmente impossibile disputare il Mondiale 2022 in estate, quando i picchi di temperatura arrivano anche a 43-45 gradi.
È chiaro dunque che, nonostante il periodo scelto, durante i Mondiali 2022 del Qatar gli spettatori e i calciatori si troveranno comunque a soffrire il caldo. Questo sarà in parte mitigato dalle strutture che sono state previste appositamente per la competizione, almeno per quanto riguarda i tifosi: gli stadi sono infatti dotati di diverse tecnologie volte proprio a combattere il caldo torrido del deserto, dai tetti che si aprono e si chiudono in base alle esigenze agli impianti di raffreddamento dell’aria montati tra gli spalti.
I Mondiali e le temperature estreme
C’è qualche precedente di Mondiale di calcio che si è disputato in condizioni di clima non proprio favorevoli per giocatori e tifosi. Con riguardo alle edizioni più recenti della competizione, il 2018 l’assegnazione della Coppa Rimet è stata contesa in Russia, che ha avuto temperature miti ma è stata funestata da piogge torrenziali per tutta la durata del torneo.
Sono stati più complicati i Mondiali del 2014 e del 2010, giocati rispettivamente in Brasile e Sudafrica con situazioni opposte: caldo torrido e umidità nel primo caso, freddo inverno africano nel secondo. Quello di Germania nel 2006 è stato forse uno dei Mondiali con il clima più equilibrato che si ricordi, mentre i giocatori degli anni ’90 avranno ancora in mente l’aria irrespirabile per l’umidità che c’era negli Stati Uniti durante l’edizione 1994 (USA che tra l’altro ospiteranno i Mondiali nel 2026 insieme a Messico e Canada).
Una curiosità sul Mondiale di Qatar 2022 è che, mentre si è fatto di tutto per evitare le temperature più alte del deserto qatariota, durante le qualificazioni c’è stata una delle partite più fredde della storia del calcio: quella tra Stati Uniti e Honduras giocata a Saint Paul, in Minnesota, durante la quale la temperatura è arrivata addirittura a -25 gradi e in cui due giocatori honduregni hanno dovuto lasciare il campo perché presentavano segni di ipotermia.