Maradona è stato un calciatore che ha segnato un’epoca, uno di quei personaggi che formano un prima e un dopo nella storia dello sport. È stato, per un lungo periodo, il calciatore più forte di tutti. Quanti Palloni d’Oro ha vinto Maradona? Qui il nostro approfondimento. 



Quanti Palloni d’Oro ha vinto Maradona? La risposta



Maradona il Pallone d’Oro non lo ha mai vinto. O meglio, in realtà uno sì: quello alla carriera nel 1995. Il premio per come lo conosciamo noi, assegnato da France Football, però no. Questo perché, fino al 1994, il riconoscimento era riservato solamente ai calciatori europei, che avevano il diritto di accedere alla graduatoria finale. Oggi, per il Pallone d'Oro 2022, questa limitazione non esiste più. Se però anche negli anni passati non fosse mai esistita, potremmo tranquillamente dire che Maradona avrebbe vinto il Pallone d’Oro, e non solamente uno. 

 

 

Nei suoi anni migliori, quelli di Napoli, il premio è stato assegnato a grandi giocatori come Ivan Belanov, Marco van Basten e Lothar Matthaus: dei giganti del calcio che però Diego avrebbe probabilmente superato. In carriera Maradona, seppur senza Pallone d’Oro, ha comunque vinto tanti altri premi individuali. Tra questi, i più iconici sono senz’altro il riconoscimento come miglior calciatore del Mondiale 1986 in Messico, che vinse con l’Argentina, e il premio per il miglior giocatore del XX secolo assegnato dalla FIFA che El Pibe de Oro condivide con Pelé. 

 

 

Tutti titoli conquistati grazie alle grandi stagioni fatte con la maglia del Napoli, dove Diego ha regalato al club azzurro i migliori anni della sua storia. Tra il 1986 e il 1990, infatti, la squadra allenata da Ottavio Bianchi, e poi Alberto Bigon, vinse due campionati italiani (1986/87 e 1989/90), una Coppa Italia (1986/87), una Supercoppa Italiana (1990) e una Coppa UEFA (1988/89).

 

 

Maradona e il Pallone d’Oro: quanti ne avrebbe vinti?



Diego Maradona il Pallone d’Oro non lo ha vinto perché il regolamento non prevedeva l’assegnazione del premio ai calciatori non europei. Ma se così non fosse stato, quanti ne avrebbe vinti? Tenendoci stretti potremmo dire almeno due, quello del 1986 (l’anno del Mondiale vinto e della Mano de Dios) e quello del 1990, anche se probabilmente sarebbero stati molti di più. Quelli in particolare, però, sono stati due anni in cui Maradona è stato semplicemente incontrollabile, in cui ha messo al primo posto i risultati da ottenere con le proprie squadre e l’estetica dello sport. Anni in cui ha reso il calcio un gioco più bello e divertente da vedere, dove l’intrattenimento è diventato una parte centrale per gli spettatori, che si godevano le sue giocate anche senza tifare Napoli o Argentina. 

 

 

Maradona, non solo nelle stagioni più vincenti, è infatti diventato un fenomeno culturale: un personaggio divisivo per i suoi eccessi nel bene e nel male. Un calciatore che, per quello che è riuscito a trasmettere al calcio mondiale di quei tempi, probabilmente non ha eredi. Un’icona ricordata per gol leggendari e giocate incredibili, ma anche per gesti e frasi indimenticabili. Prima di essere giocatore, Maradona è stato un uomo che ha amato visceralmente il gioco del calcio: “Se stessi con un vestito bianco a un matrimonio e arrivasse un pallone infangato, lo stopperei di petto senza pensarci”. 

 

 

Un sentimento vero, che ha mostrato a tutti anche all’Olympiastadion di Monaco, quando ha regalato all’intero stadio uno show che oggi è vivido nella memoria di tutti noi. Scarpe slacciate, gambe tozze, tanti capelli neri e ricci e un pallone calciato al ritmo di “Live Is Life” degli Opus. Erano gli attimi prima della semifinale di Coppa UEFA contro il Bayern Monaco, un riscaldamento che solitamente si vive con tensione a meno che tu non sia Diego Armando Maradona. Lui ha ballato, ha giocato con la palla, ha scaldato i muscoli a ritmo di musica facendo cose che in quel campo nessun altro sapeva fare. 

 

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