Gli infortuni peggiori della storia del calcio
Il calcio regala gioie, ma anche dolori. Non solo da un punto di vista sportivo, ma anche fisico. Essendo uno sport di contatto, nel corso della storia abbiamo assistito a terribili infortuni che hanno condizionato la carriera degli atleti coinvolti. Alcuni casi sono entrati nella storia dello sport, si pensi, ad esempio, al ginocchio di Ronaldo nell’aprile del 2000 o alla caviglia di Francesco Totti nel 2006. Per loro fu un punto di svolta della loro carriera, ma riuscirono a tornare ad alti livelli. In altri casi non è stato così.
I peggiori infortuni della storia del calcio
1. David Busst – 1996
Uno scontro fortuito tra il difensore del Coventry City David Busst e i giocatori del Manchester United Brian McClair e Denis Irwin ha avuto delle conseguenze drammatiche. Busst ha riportato la frattura di tibia e perone della gamba destra. Per lui carriera finita, nonostante ventidue interventi chirurgici: il danno era talmente esteso che per un periodo i chirurghi valutarono di amputargli la gamba.
Molto colpiti anche gli altri calciatori in campo: le immagini televisive mostrarono a lungo la disperazione del portiere dello United Peter Schmeichel che vagava per il campo con le mani nei capelli. Dopo quell’episodio l’estremo difensore danese dovette farsi aiutare dallo psicologo per riprendersi dallo shock, e non fu l’unico tra i presenti.
2. Patrick Battiston – 1982
Semifinale dei Mondiali di Spagna ‘82. Francia contro Germania. Un violento scontro tra il portiere tedesco Harald Schumacher e il transalpino Patrick Battiston, fa tremare i presenti. Il francese, colpito involontariamente al volto, resta steso a terra immobile. Immediatamente soccorso, resterà per due giorni in coma, dopo essersi fratturato la vertebra e rotto due denti.
L’episodio fu accompagnato da polemiche, specialmente nei confronti del portiere tedesco che si disinteressò delle condizioni dell’avversario.
3. Luc Nilis – 2000
Stella della nazionale belga, Luc Nilis dovette salutare il calcio giocato nel 2000. Era da poco all’Aston Villa, dopo una lunga militanza con il PSV Eindhoven. In uno scontro con il portiere avversario Richard Wright, si frattura la tibia in due punti. Le condizioni sono gravi e, a causa di un’infezione, rischia anche di perdere la gamba. Scongiurato quel pericolo, sarà comunque costretto a interrompere la sua carriera.
4. Federico Mattiello – 2015
Nella storia recente, in molti ricordano il brutto infortunio occorso al giovane Federico Mattiello, all’epoca in forza al Chievo Verona. Nel match contro la Roma, in un contrasto con Radja Nainggolan, rimedia una frattura esposta di tibia e perone. Nel giro di pochi istanti i calciatori in campo si resero conto della gravità dell’infortunio e le immagini, molto forti, fecero il giro del mondo. Mattiello, in seguito, riuscì a tornare il campo, ma la sua carriera ha continuato a essere condizionata da problemi fisici.
5. Gary Mabbutt – 1993
Gary Mabbutt, difensore del Tottenham, rischiò di perdere un occhio in seguito a uno scontro di gioco. Una gomitata ricevuta dall’attaccante del Wimbledon John Fashanu ebbe gravi conseguenze per l’atleta che riportò frattura del cranio e della cavità oculare. Furono necessari molti interventi chirurgici per scongiurare la perdita dell’occhio. Dopo tre mesi di stop, Mabbutt tornò in campo indossando una maschera protettiva.
6. Domenico Giampà – 2004
Tra i momenti più spaventosi della storia del calcio italiano, troviamo l’infortunio occorso a Domenico Giampà. Il calciatore, all’epoca in forza al Messina, in seguito a un contrasto nel corso di una partita di campionato contro il Lecce, finì contro i cartelloni pubblicitari a bordo campo. L’impatto gli squarciò la coscia, con un taglio di 20 centimetri. Immagini impressionanti, con conseguenze, fortunatamente, non gravissime poiché non ci furono lesioni all’arteria femorale. Il centrocampista si vide applicati 147 punti di sutura e riuscì a tornare in campo a inizio 2005.
7. Alf-Inge Haaland – 2001
Una storia di vendette in Premier League. Nel 1997 Alf-Inge Haaland, quando indossava la maglia del Leeds, procurò un grave infortunio a Roy Keane il quale tre anni dopo si vendicò. In un derby tra Manchester City e United, Keane entrò con il piede a martello sulle gambe dell’avversario, provocandogli un grave infortunio.
In seguito a quell’episodio, Haaland dovette abbandonare il calcio giocato, con l’avversario che ammise l’intenzionalità di quell’intervento. Alf-Inge è il padre di Erling Haaland, stella del Manchester City.
8. Eduardo Da Silva – 2008
Eduardo Da Silva, brasiliano naturalizzato croato, ha avuto una carriera di buon livello tra Arsenal, Dinamo Zagabria e Shaktar Donetsk. Tuttavia in molti ricordano il terribile infortunio, ai tempi dei Gunners, occorsogli in seguito a un duro contrasto di Martin Taylor, in forza al Birmingham, che gli procurò la frattura di tibia e perone della gamba sinistra. Immagini shock per un infortunio che costò all’attaccante un lungo stop.
9. Peter Cech – 2006
Negli ultimi anni della sua prolifica carriera, Peter Cech ha giocato indossando un caschetto protettivo. Questo a causa di un incidente che lo vide coinvolto nel 2006, in occasione della sfida tra Chelsea e Reading. Uscendo basso sui piedi dell’attaccante avversario Stephen Hunt, ricevette un fortuito calcio in testa che ci provocò la frattura del cranio. Fu sottoposto a un intervento d’urgenza, rischiando anche la vita, ma alla fine riuscì a tornare in campo. Da quel momento non entrò più in campo senza il caschetto protettivo.
10 – Gianluca Grassadonia – 1998
Momenti di grande paura in occasione della partita Udinese – Cagliari in Serie A. Durante un contrasto con Tomas Locatelli, Gianluca Grassadonia fu colpito fortuitamente alla testa, andando in arresto cardiaco. Il difensore cagliaritano fu salvato dal compagno di squadra Alessio Scarpi che, resosi immediatamente conto della situazione, intervenne per rianimarlo. Alla fine, aiutato dal medico dell’Udinese Giorgio Indovina, il difensore si riprese, lasciando il campo cosciente. Grassadonia dopo qualche giorno riprese l’attività agonistica, ammettendo di non ricordare nulla di quella partita.