Euro 2020 sta andando avanti, siamo ormai arrivati alle fasi finali e la competizione più va avanti e più si fa avvincente. Sono tornati anche i tifosi allo stadio, gli spalti sono un po’ più pieni, in alcuni casi la marea ha ricoperto quasi tutte le gratinate ed è un bel segno di ripartenza. A proposito di ripartenza, sono cominciate a circolare anche nuove polemiche: quelle sui giocatori che si inginocchiano prima dell’inizio del match. C’entra pure l’Italia, si discute e se ne parla molto negli ultimi giorni, con Bonucci che è stato il più esposto a livello mediatico. Ma andiamo con ordine: perché i giocatori si inginocchiano, prima delle partite di Euro 2020 (e non solo)? Ecco tutte le risposte. 

 

Perché i giocatori si inginocchiano prima delle partite: la risposta

Il gesto di inginocchiarsi prima dell’inizio di una partita di calcio ha a che fare con la lotta al razzismo: il cosiddetto “taking the knee” è una forma di protesta diffusa per accendere i riflettori sulle discriminazioni razziali. Ha preso origine da un famoso gesto compiuto da Colin Kaepernick, ex giocatore dei San Francisco 49ers, che nel 2016 si inginocchiò prima dell’inizio di una gara di NFL durante l’inno americano. Il quarterback motivò la sua scelta dicendo che non poteva restare in piedi durante l’inno di un paese che opprime le minoranze etniche. Kaepernick è stato poi letteralmente emarginato dalla NFL, con San Francisco che al termine della stagione non ha rinnovato il suo contratto.

 

Il gesto, inoltre, nell’ultimo anno ha preso di nuovo vigore e importanza dopo l’omicidio di George Floyd, l’afroamericano ucciso dalla polizia di Minneapolis. Attraverso il “Black Lives Matter”, il “taking the knee” si è così diffuso anche nel mondo del calcio, sempre per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema delle discriminazioni razziali. Oggi, quindi, i calciatori che si inginocchiano lo fanno per queste ragioni: vogliono sostenere e tenere viva la protesta contro le discriminazioni etniche. 

 

Chi si inginocchia oggi nel mondo del calcio: l’esempio della Premier League

Questo gesto è stato adottato in maniera massiccia e convinta dalla Premier League: tutte le squadre (ma non tutti i giocatori) prima delle gare del campionato inglese della stagione appena passata si sono messe in ginocchio per protestare contro il razzismo. Di riflesso, anche la Nazionale inglese in questo Euro 2020 ha ripetuto il “taking the knee” in maniera compatta e convinta. Stesso discorso per la selezione del Galles, che come visto contro l’Italia si è inginocchiata in massa. Lo stesso non si può dire dei giocatori Azzurri: e arriviamo così alla polemica sulla Nazionale di Mancini. 

 

La polemica sulla Nazionale italiana: perché alcuni giocatori non si sono inginocchiati

Proprio nella partita contro il Galles, mentre tutti gli avversari si sono inginocchiati, i giocatori Azzurri si sono platealmente divisi: alcuni si sono inginocchiati (Toloi, Emerson, Pessina, Bernardeschi, Belotti), altri invece sono rimasti in piedi. Da qui è nata la polemica: perché la Nazionale italiana si è divisa su un gesto che invece è nato per unire tutti nella protesta? Perché alcuni giocatori si sono inginocchiati mentre altri no? Secondo fonti ufficiali, la risposta è che non tutti erano al corrente di quello che stava succedendo: la Nazionale non si era confrontata sul tema e non aveva scelto una posizione comune sulla questione. Dopo essersi confrontati, i giocatori Azzurri hanno deciso di non inginocchiarsi: come visto prima di Italia-Austria, i ragazzi di Mancini sono rimasti tutti in piedi. 

 

Per quanto riguarda la partita giocata col Belgio, invece, l’Italia si è inginocchiata perché lo hanno fatto anche Lukaku e compagni, quindi come segno di rispetto per la squadra avversaria.

 

Perché alcuni non si inginocchiano più, a distanza di un anno

C’è nel frattempo chi aveva scelto di non inginocchiarsi più prima dell’inizio delle partite di Euro 2020: è questo il caso della Francia, nazionale multiculturale per eccellenza. Il motivo lo ha spiegato Varane: secondo i giocatori francesi, a distanza di un anno dall’omicidio di George Floyd questo gesto ha perso il significato che aveva all’inizio. Di simile avviso è Wilfried Zaha del Crystal Palace: il giocatore ivoriano naturalizzato inglese ha smesso di inginocchiarsi perché secondo lui questa protesta ha perso la sua efficacia.