Come funziona il judo alle Olimpiadi: le regole
Il judo è un’arte marziale e sport di combattimento di origine giapponese. È stato incluso nel programma olimpico per la prima volta proprio ai Giochi di Tokyo del 1964 e, da allora, è diventato una delle discipline più seguite e apprezzate nel panorama sportivo internazionale. Con le sue regole rigide, le diverse categorie di peso e un linguaggio tecnico specifico, il judo è una disciplina che offre costantemente match di grande intensità e strategia che conquistano sempre più pubblico durante le Olimpiadi. In questo articolo, esploreremo come funzionano le competizioni olimpiche di judo, quali sono le categorie di peso e i termini tecnici più utilizzati durante le gare.
Le regole del judo alle Olimpiadi: come funziona
Il judo, disciplina di combattimento di origine giapponese, è parte integrante del programma olimpico sin dai Giochi di Tokyo del 1964. Le regole del judo alle Olimpiadi sono rigorosamente stabilite dalla International Judo Federation (IJF) e mirano a garantire conformità e sportività durante ogni incontro (oltre alla sicurezza della salute degli atleti).
In una gara olimpica, due judoka si affrontano su un tatami, un tappeto quadrato. L'obiettivo principale è immobilizzare l'avversario, costringerlo alla resa con una presa (o “armlock”), o proiettarlo al suolo con un'azione di lancio perfetta, che garantisca un ippon, il punteggio massimo che conclude immediatamente il combattimento. Se nessuno dei due atleti riesce a ottenere un ippon entro il tempo regolamentare, il vincitore viene determinato dai punti accumulati (waza-ari e yuko, sebbene quest'ultimo non sia più utilizzato nelle nuove regole) o dalle penalità dell'avversario (shido). Quest’ultimi si possono ottenere grazie a una proiezione non completa (quindi con la schiena che non tocca completamente il terreno) o con una immobilizzazione di 10 secondi.
In caso di parità si arriva al Golden Score, dove basterà un solo punto per ottenere una vittoria (quindi anche un waza-ari). Gli incontri sono supervisionati da un arbitro centrale e due giudici laterali che assicurano l'equità e l'applicazione corretta delle regole. In caso di contestazioni, viene utilizzato un sistema di video review molto simile al ben noto VAR del calcio.
Le categorie del judo olimpico: quali sono
Il judo olimpico è suddiviso in diverse categorie di peso, per garantire incontri equilibrati tra atleti di corporature simili. Attualmente, ci sono sette categorie di peso per gli uomini e sette per le donne:
Categorie maschili
- Fino a 60 kg
- Fino a 66 kg
- Fino a 73 kg
- Fino a 81 kg
- Fino a 90 kg
- Fino a 100 kg
- Oltre 100 kg
Categorie femminili
- Fino a 48 kg
- Fino a 52 kg
- Fino a 57 kg
- Fino a 63 kg
- Fino a 70 kg
- Fino a 78 kg
- Oltre 78 kg
Ogni categoria prevede un torneo ad eliminazione diretta con un ripescaggio per gli sconfitti nelle semifinali, consentendo così la possibilità di competere per una medaglia di bronzo. I finalisti, invece, si contenderanno l’oro e l’argento.
Termini e significati del judo ai Giochi Olimpici
Durante le competizioni di judo, vengono utilizzati vari termini tecnici giapponesi e internazionali, fondamentali per comprendere lo svolgimento degli incontri. Ecco alcuni dei più comuni:
- Ippon: Il punteggio massimo, ottenuto con una proiezione perfetta, un controllo al suolo di 20 secondi, una leva articolare o uno strangolamento. Porta immediatamente alla vittoria.
- Waza-ari: Punteggio inferiore all'ippon, ottenuto con una proiezione quasi perfetta o un controllo al suolo di almeno 10 secondi.
- Shido: Penalità assegnata per infrazioni minori. Tre shido portano alla squalifica (hansoku-make) dell'atleta. Possono arrivare per falsi attacchi o per troppa passività.
- Hansoku-make: Squalifica diretta per gravi infrazioni o per l'accumulo di tre shido.
- Tatami: Il tappeto sul quale si svolgono i combattimenti.
- Judogi: L'uniforme indossata dai judoka, composta da giacca (uwagi), pantaloni (zubon) e cintura (obi).
- Kumikata: Le prese sulla giacca dell'avversario, essenziali per effettuare le tecniche di proiezione.
Questi termini sono usati sia dagli arbitri che dai commentatori per descrivere le azioni sul tatami e sono fondamentali per chiunque desideri comprendere appieno il judo olimpico.
I migliori judoka italiani: stelle del judo olimpico
L'Italia ha una lunga tradizione di eccellenza nel judo, con numerosi atleti che hanno raggiunto il podio olimpico e conquistato titoli mondiali ed europei. Tra i nomi più illustri troviamo Pino Maddaloni, medaglia d'oro nei Giochi di Sydney 2000 nella categoria fino a 73 kg, famoso per la sua tecnica impeccabile e determinazione. Nei recenti Giochi di Tokyo 2020, Manuel Lombardo si è distinto nella categoria fino a 66 kg, confermandosi uno dei migliori judoka italiani con numerosi successi in competizioni internazionali. Come dimenticare, poi, Ezio Gamba e Fabio Basile: rispettivamente oro a Mosca 1980 e Rio 2016 nei pesi leggeri e mezzo-leggeri.
Nel settore femminile, l'Italia vanta campionesse di livello mondiale come Giulia Quintavalle, che ha fatto la storia conquistando la medaglia d'oro nella categoria fino a 57 kg ai Giochi di Pechino 2008, diventando la prima donna italiana a vincere un oro olimpico nel judo. Odette Giuffrida ha seguito le sue orme, ottenendo una medaglia d'argento ai Giochi di Rio de Janeiro 2016 e una medaglia di bronzo a Tokyo 2020 nella categoria fino a 52 kg, consolidando la sua posizione tra le migliori judoka al mondo. A loro si aggiungono anche Alessandra Giungi, Emanuela Pierantozzi, Ylenia Scapin, Lucia Morico, Rosalba Forcinti e Maria Centracchio: tutte vincitrici di almeno una medaglia di bronzo ai Giochi Olimpici.